Varie, 4 maggio 2009
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Astrua Giancarlo
• Graglia (Biella) 11 agosto 1927, Biella 29 luglio 2010. Ciclista. Quinto al Giro del 1949, una vittoria di tappa in quello del 1950 e in quello del 1951, settimo al Giro del 1952, 3° al Tour del 1953, quinto al Giro del 1954, una vittoria di tappa in quello del 1955, settimo al Tour del 1955, una tappa alla Vuelta del 1958 • Sul Giro del 1949: «[...] “Ero un tifoso del Toro, conoscevo a memoria tutte le formazioni che andavano in campo, avevo anche assistito a qualche partita nel mitico Filadelfia, Mazzola mi aveva gratificato di un sorriso e una stretta di mano, quei giocatori non erano divi inavvicinabili come oggi, erano uguali a noi e parte di noi. Quando avvenne la tragedia (Superga, 4 maggio 1949) stavo correndo nel Lazio, non potei tornare per i funerali. Ma per me fu un specie di funerale il viaggio per andare alla partenza del Giro, a Palermo”. Un trasferimento del tutto speciale, come usava allora per chi non si chiamava Coppi o Bartali. Astrua dal Piemonte si era avviato con grande anticipo verso la Sicilia alternando lunghi chilometri in bici a tratti in auto, l’avvicinamento serviva anche per allenarsi. Gli fu senz’altro d’aiuto quel modo di raggiungere Palermo, perché alla fine fu quinto, con la maglia bianca sulle spalle, l’insegna del miglior giovane. “La gente per strada vedeva la nostra macchina targata Torino ma non mi chiedeva chi ero e dove andavo. Mi chiedeva della città, del funerale, dell’atmosfera, se avevo conosciuto quei miti, mi diceva di portare poi a nome loro un fiore sulle tombe... [...] In gruppo non si parlava quasi, ci vollero giorni per uscire da quella cappa. Fausto Coppi, che già era riservato di suo, non volle mai affrontare l’argomento, scansava e se ne andava se qualcuno nominava Mazzola o il Toro. Sapevamo che anche lui aveva regalato la sua simpatia a quella squadra, il suo dolore era sottile ma visibile” [...] Coppi [...] il 10 giugno [...] costruì un’impresa da leggenda dominando la Cuneo-Pinerolo con una fuga dalla partenza all’arrivo, staccando Bartali, secondo, di quasi 12 minuti. [...] “Sì, - dice Astrua - quel pomeriggio a Pinerolo e in tutta Italia prevalse la gioia. La radiocronaca di Mario Ferretti e dell’uomo solo al comando, come mi raccontò la mia famiglia visto che io in corsa avevo le mie gatte da pelare, aveva messo i brividi nella schiena degli italiani. Ricordo che all’arrivo a Pinerolo, al velodromo, sventolavano degli stendardi granata. C’era un nesso fra le due cose, come c’era stato sempre durante la corsa, ma questa volta erano stendardi festosi. Di lassù certamente Mazzola e gli altri applaudivano”. Oggi Astrua [...] presidia ancora il suo negozio di articoli sportivi di fronte allo stadio Olimpico con le vetrine colorate di maglie granata. “Un mio modo per ricordare”» (Gianni Romeo, “La Stampa” 4/5/2009).