Angela Frenda, Corriere della Sera 28/4/2009, 28 aprile 2009
Cinzia Bottene, 52 anni, casalinga di Vicenza, ex timida («Da ragazzina camminavo rasente i muri. Ma da quando le mie amiche mi hanno obbligato a salire sul palco a Trento per contestare Prodi, marcio come un treno»), anima del movimento No Dal Molin
Cinzia Bottene, 52 anni, casalinga di Vicenza, ex timida («Da ragazzina camminavo rasente i muri. Ma da quando le mie amiche mi hanno obbligato a salire sul palco a Trento per contestare Prodi, marcio come un treno»), anima del movimento No Dal Molin. Insieme a Laura Bettini ed Emanuele Rivellino, anch’essi attivisti, è stata ricevuta al Congresso degli Stati Uniti, dalla Commissione Appropriation military construction. «Io e Laura per l’occasione abbiamo indossato un tubino nero con filo di perle. Ci siamo ispirate a Michelle Obama». Ha parlato la Bettini, perché sa le lingue: «Abbiamo spiegato loro le ragioni per cui non dovrebbero proseguire nel progetto di costruzione della base a Vicenza: il problema della falda acquifera, la eccessiva vicinanza al centro storico. E poi come la decisione sia stata nascosta all’intera popolazione per anni. Alla fine conoscevano il problema a fondo. Ora nessuno anche tra gli americani potrà più dire di non sapere». Come è finita: «Al termine il presidente della commissione, il dempcratico Sam Farr, ha chiesto ai suoi colleghi di contattare il Pentagono per vedere se si può fare qualcosa». Quando c’era Bush riuscirono soltanto a parlare con qualche deputato nei corridoi. Durante il loro soggiorno sono state ospitate alla Pink House: « la casa delle donne attiviste per la pace. Ci hanno ospitate per tutto il periodo e ci hanno aiutato negli spostamenti. Ci siamo divertite da matti. Una sera, per festeggiare, abbiamo cucinato noi la carbonara: un successone».