Stefania Berbenni, Panorama 7/5/2009, 7 maggio 2009
IO GUITTO CON TANTA PAURA DELLA POLITICA
Giorgio Panariello soffre d’insonnia da sempre. Un’insonnia cattiva, di quelle che obbligano a riempire le ore perché il sonno si degna di arrivare solo al mattino, quando gli altri si alzano. «Dalle 10 di sera comincio a vivere con me»: e lo dice con la serenità di chi ha imparato a godersi quella solitudine forzata. Talvolta. «Leggo, scrivo, guardo dei film. Internet? Si, ma non per i siti hard, perché gioco a Texas hold’em poker in rete. Sono soldi finti, però mi diverto. Non chatto, vado poco sui social network, ogni tanto rispondo ai fan».
Gli amici pensano che, a furia di far ridere, il nero del vivere gli esca di notte; altri liquidano la cosa dicendo che «molti artisti sono fatti così»; un buon psicoanalista scaverebbe in quell’infanzia da romanzo, che sa un pò di Datid Copperfield, un pò di libro Cuore, un pò di Amici miei. Tanto che questo fiorentino cresciuto in Versilia è single senza scampo (dice lui), innamorato dei suoi cani. E si ritrova a 49 anni con soldi e successo entrambi arrivati da poco (nel 2000), due belle case, a Prato e a Roma, amici trentennali e una serie di personaggi macchiette indelebili. Su tutti svetta Naomo, il simil Briatore che furoreggia in tv (anche negli spot), ricco fuori misura, smargiasso, perennemente in pareo. Su Facebook è stato fondato Il Naomo fanclub.
Il suo Naomo risente della crisi?
Macché. Se deve comprare un casco di banane va a Malindi col suo elicottero, se vuol farsi una sciata vola in Alaska con l’aereo privato. Per lui non è mai inverno perché gira in barca per il mondo.
Insomma, non ha rinunciato a niente.
Naomo ha un suo pil, se ne infischia della crisi.
Flavio Briatore si è arrabbiato per l’imitazione?
All’inizio c’è rimasto un pò male, soprattutto per il nome: si è offeso all’idea che la sua popolarità fosse legata alla ex fidanzata Naomi Campbell. Naomo si muove come Briatore ma parla come Roberto Cavalli.
Come le è venuto in mente il personaggio?
Ha presente la scena di Apocalypse now quando dal nulla appaiono gli elicotteri neri? Ecco, a me ’sti Ricucci, Fiorani, Briatore sembrano gli Apache di Francis Ford Coppola. Prima non esistevano e poi, di colpo, gli senti dire: «Compro la Benetton», «Scalo la Rcs»... Dov’erano prima? Da dove escono queste ricchezze improvvise che ti sbattono in faccia?
Naomo temerebbe la caccia ai manager che sta montando un pò ovunque?
No, è un battitore libero strafottente, non è un alto manager di una grande azienda che licenzia.
Però l’estate scorsa il vero Naomo, cioè Briatore, se l’è vista brutta quando è attraccato a Cala di Volpe: i bagnanti gli si sono rivoltati contro.
La gente non sopporta l’arroganza. Certi luoghi sono da rispettare.
Argomento Sardegna: tassa sul lusso o no?
Si, soprattutto se i proventi vengono ben destinati. Peccato che l’abbiano abolita.
Teme la possibile cementificazione della Sardegna, come lamentano alcuni?
Perché mai?
Approfitterà del piano casa?
Figuriamoci... Ma nel mio condominio a Roma c’era chi voleva trasformare la terrazza in una stanza, chi trasformare i seminterrati in alloggi o in garage. Mamma mia! Mi fa paura questo tipo di creatività italiana.
E lei a tasse come sta?
Le pago. Se guadagno 10 penso già nella mia testa che 2 vanno qua, 2 vanno là...
Il suo nome è legato al mondo della beneficenza, da Amnesty all’Amref, alta Lega nazionale per la difesa dei cani.
Per i cani ho messo la faccia, sono diventato il simbolo contro abbandoni, maltrattamenti.
Che imposta metterebbe, lei?
La tassa sulle bischerate dei politici, quelle dette e quelle fatte. Si immagina i soldi che entrerebbero nelle casse dello Stato? Ripianeremmo il bilancio.
David Sassoli candidato del Pd alle europee. A lei la politica non tenta?
No. Io sono un guitto.
Così dà ragione a chi l’accusa di qualunquismo, oltre che di essere un nazionalpopolare?
L’hanno sempre detto, pazienza. Sono orgogliosamente nazionalpopolare, i miei maestri sono Totò, Bramieri, Macario. Adoro l’avanspettacolo. Faccio le mie battaglie, ma senza esibirle. Domanda: il pubblico è di destra o di sinistra? Io sono sempre stato lontano dalla politica e forse l’ho pagata cara.
Che cosa vuole dire?
Si sa come vanno le cose soprattutto in tv.
Suv o auto?
Suv perché ho un problema alla schiena, e poi perché mi dà un senso di potenza: siccome non sono molto alto, almeno sulla strada mi sento ganzo. Si, sono un uomo SUV.
Doppia fila?
Mai.
Treno o aereo?
Ancora aereo. Poi vedremo.
Giacca o pullover?
La prima. E il simbolo dell’eleganza italiana.
Niente golf alla Sergio Marchionne? Chi preferisce fra l’ad Fbt e Luca di Montezemolo?
Il secondo, mi sembra più appassionato.
Riesce a immaginare gli americani in Cinquecento?
E’ il popolo king size, dagli hamburger alle autostrade. Sembra una barzelletta pensarli in Cinquecento. Noi italiani siamo quelli delle piccole cose, la nostra forza è il dettaglio. Ci vedo Paris Hilton sull’utilitaria Fiat, a una prima di un film. E’ un’auto da ricchi più che da contadini del Minnesota.
Mr e Mrs Obama: che le sembrano?
La famiglia di una fiction, forse I Robinson. Lei che concima e zappa, lui che sembra Denzel Washington. Alla fine scopriamo che sono finti.
Per caso ha letto che le spagnole hanno quasi tutte la quarta di reggiseno?
Anche noi non siamo messi male, Arcuri, Cucinotta, Ferilli... Non mi spingerei fino alla sesta come la concorrente del Grande fratello. Vabbè che mi garbano i suv, che per noi italiani il seno non deve stare in una coppa di champagne, come dicono i francesi, per noi la misura giusta è la zuppiera. Però, quando vai in giro con una donna superdotata, c’è da imbarazzarsi.
Gli inglesi invece sono diventati tutti bamboccioni, secondo uno studio: stanno a casa dei genitori fino a tardi. Altro che italiani.
Nel film che sto scrivendo c’è un mio personaggio tipo, Tiberio, ha 48 anni e vive ancora con la madre. lo del resto mi sento un bamboccione, sono single.
Perché?
Ci si disabitua a stare insieme agli altri. E se sei sempre in giro, le tentazioni sono tante. Non è facile per me trovare una persona ed è difficile che una persona trovi me.
Sesso, sesso, sesso: in un’intervista lo reclamava così. Vero?
Ammazzerei tutti i titolisti dei giornali. Hanno esagerato. Però è vero che a me piace la donna donna.
La vera femmina...
Esatto. Sono convinto che un buon affiatamento sessuale sia importantissimo. Comunque io sono all’antica, mi aspetto di vederla in cucina, di essere accudito, di trovarla.
Forse viene fuori la sua infanzia non facile.
Un’infanzia molto dura, brutta, bruttissima, ma non infelice. Mia madre affidò me e mio fratello a mia nonna, avevo 2 anni, figli di un padre che non sappiamo chi sia. Vedevo lei ogni tanto: viveva a Napoli con un altro uomo. Siamo cresciuti al Cinquale, Versilia, la nonna casalinga, il nonno operaio in una fabbrica di tubi. La fortuna è stata che ho capitalizzato personaggi macchiette: l’ubriaco, il bagnino... Si facevano delle girate nei luoghi dove battevano le prostitute, giusto per dare un’occhiata. Avevamo ribattezzato uno spiazzo il «mangia e tromba» perché c’era li vicino un baracchino che faceva focaccine.
Mai avuta la tentazone di sapere chi sia suo padre?
Una volta mia madre mi ha fatto un nome. Mi sono detto: se non ha mai avuto la curiosità di conoscerci, perché lo dovrei cercare io? Di solito quando uno ha successo spuntano parenti come funghi. Di lui niente. La loro fu una separazione dolorosa. Quando cresci così, puoi prendere la strada giusta o quella sbagliata. E’ un attimo. Mio fratello, più giovane di un anno, è inciampato, ha passato un brutto periodo che ora è finito, è andato in comunità. Ai tempi, per non lasciarlo solo, ho seguito lui. Ma ho fallito, non sono riuscito a dimostrargli che i buoni stavano sempre meglio.
Quasi orfano.
Si, però c’erano gli zii, i cugini, gli unici. Mio nonno era di poche parole, mentre la nonna era piena di ironia, allegra. Mi viziava preparandomi i piatti che amavo: frittata con patate, coniglio con olive, acciughe, castagnaccio, lasagne al forno. Li cerco sempre anche oggi. Ho fatto tre anni di scuola alberghiera, poi sono stato cameriere e dopo elettricista in un cantiere navale, anche se per diletto facevo il dj per una radio provata. Infine ho scelto: ho cominciato a fare serate nei locali della Versilia e a stare in radio di più. Poi ho incontrato Carlo Conti, leonardo Pieraccioni, ed è partito tutto.
Il suo primo cavallo di battaglia è stato l’imitazione di Renato Zero.
Ero un suo fan, mi accampavo di notte per prendere i biglietti quando veniva dalle nostre parti. Anzi, il termine sorcini (i fan di Zero, ndr) nacque da noi: lo inseguivamo con i motorini e lui disse: «Ma chi sono questi sorci?». Fino ai miei 40 anni non è successo niente, serate, lavori, ma non il grande successo.
La morale?
Quando sembra tutto finito, tutto comincia. Ci vuole pazienza, tanta.
Ora è nei cinema con «I mostri oggi», seguito ideale del film di Dino Risi. Chi sono i mostri moderni?
Chi abbandona i cani in autostrada, i protagonisti della strage di Erba, il signore che ha accoltellato un uomo davanti ai figli perché a suo dire gli stava rubando il parcheggio. Sono mostri che nascono dai fatti di cronaca e che vengono usati. Le pare possibile che al romeno accusato dello stupro della Garbatella sia stato offerto di realizzare una linea di occhiali dopo essere stato trasformato da mostro a divo tv?O che si consenta a Fabrizio Corona di parlare come un profeta?
La notizia più bella letta begli ultimi tempi?
All’Aquila il ritrovamento di vivi dati per morti.
La più surreale?
Sempre all’Aquila, la plastica al posto del cemento.
La più feroce?
Il ragazzo di colore ucciso perché sospettato di rubare una scatola di biscotti.
La domanda che avrebbe voglia di fare?
A Mike, Baudo e Costanzo: perché non vi fermate?
La domanda che avrebbe voluto ricevere?
Che cosa vuoi fare di te stesso?
Si risponda.
Ogni cosa fa parte di un progetto, non è isolata: la tournée teatrale, film altrui e miei, la tv, il romanzo uscito e quello in arrivo... Sono pezzi da ricomporre.
Può fare un faccia a faccia con qualcuno: chi sceglie?
Antonio Di Pietro, mi diverte, senti il contadino che fu. Mi inventerei un personaggio senza valori, una spalla. A Vladimir Luxuria chiederei cosa le è rimasto di maschio a parte il… A Guido Bertolaso come fa a sembrare, o essere, così puro. A Beppe Grillo se c’è o ci fá, se insomma ci tiene veramente a cambiare le cose o ha solo continuato a fare spettacolo parlando di argomenti politici. A Gianni Liotta dove compra le camicie e come fa a sopportare la pressione di essere tra due fuochi, Quirinale e presidente del Consiglio. E’ un Richelieu buono, un grande tessitore. Lo ribattezzerei «il Sarto».
E’ fallita l’ipotesi di accorpare referendum e amministrative. Lei cosa accorperebbe?
Il caffè con la schiacciata, la focaccia con la farinata, Pier Ferdinando Casini e George Clooney, così abbiamo un politico a Hollywood e un attore in Parlamento: è già sulla buona strada. Silvio Berlusconi e Angela Merkel: vanno già così d’accordo. Umberto Bossi e Renato Brunetta: la vedetta lombarda. Cristiano Malgioglio e Belen Rodriguez: una serata persa.
In tv quando torna?
Presto. Ho fatto 200 date in teatro, film, serate. Eppure, se mi incontrano al distributore di benzina, mi dicono: «Ma non fai niente? ».