Francesco Moscatelli, La stampa 30/4/2009, 30 aprile 2009
IL CONCERTO ROCK IN UNA STANZA
Ore 20.30. Via Colombo 74, citofonare Rossi. Ricordarsi vino e cibarie». L’ultima conferma, la certezza di essere stati ammessi ad un «secret concert», arriva solo 24 ore prima, con un sms sullo schermo del proprio cellulare. Se il messaggio non arriva non c’è nulla da fare, il numero massimo di ospiti è già stato raggiunto.
Inutile vagare per la città con le orecchi e tese: gli artisti si esibiscono in acustico per non disturbare i vicini di casa. Ma il bello dei secret concert è proprio questo, l’alone iniziatico che li circonda. Altro che X-Factor. Sarà per questo che a Milano, dove questi appuntamenti si susseguono al ritmo di tre o quattro serate al mese, i bene informati raccontano che la prima regola degli happening musicali clandestini nelle abitazioni private è proprio questa: «Non raccontate in giro che avete partecipato a questo concerto». E dopo Milano i «secret concert» hanno conquistato anche il resto d’Italia: Siena, Bologna, Torino, Napoli, San Benedetto del Tronto, Riva del Garda, Roma, Vicenza.
«Questa storia della segretezza serve solo a garantire un po’ di privacy ai padroni di casa - spiega Tania Varuni, che degli "house concert", nati a Londra negli anni Novanta e sbarcati in Italia quest’inverno, è la principale organizzatrice - Abbiamo iniziato con il "Sushi e casa tour" dei "Marta sui Tubi", l’esperienza si è rivelata un successo e oggi molti musicisti della scena indipendente italiana partecipano a queste serate. E’ necessario iscriversi ai nostri gruppi attivi su Facebook e My Space, dove presentiamo in anticipo date e città, e mandare una mail all’indirizzo secretconcerts@yahoo.it».
A quel punto basta incrociare le dita e aspettare l’sms. Francesca Fiorito, ingegnere milanese di 26 anni, è un’habituée. Racconta: «Ho partecipato a 5 o 6 concerti ed è molto piacevole. Si crea un ambiente familiare, si chiacchiera con i musicisti davanti ad un bicchiere di vino e si conoscono altri fan. Non ci sono amplificatori e si può apprezzare fino in fondo il valore di una band».
Il modello ha conquistato i nomi più interessanti del panorama alternativo italiano, oltre ai siciliani «Marta sui tubi» anche Umberto Moltheni, Cesare Basile, Paolo Benvegnù, il duo «Lombroso» e gli altri artisti che hanno partecipato al disco collettivo «Il paese è reale», e che domani saranno sul palco romano di piazza San Giovanni. Ma nelle prossime settimane all’elenco potrebbero aggiungersi anche «Le luci della centrale elettrica», un giovanissimo cantautore ferrarese già vincitore del premio Tenco, e il milanese Diego Mancino.
«Chi vuole ospitare gli artisti ci manda una mail e alcune foto della location - continua Tania - Secondo lo spazio accettiamo dalle 40 alle 60 prenotazioni e ai partecipanti chiediamo solo un contributo organizzativo di 10 euro e una bottiglia di vino. I musicisti hanno l’occasione di conoscere i propri fan, e di coprire i day off dei loro tour. Al proprietario di casa non costa nulla. Anzi, offriamo 50 euro simboliche per il disturbo e le pulizie».
Nadir Bertacche, un parrucchiere vicentino di 37 anni che ha ospitato la sua band preferita nel salotto di casa, il rimborso non l’ha nemmeno accettato. «Ho spostato i mobili della sala dalla vicina e ho creato un’atmosfera intima ricoprendo il pavimento con cuscini e tappeti, e illuminando il locale con le candele. Sono arrivate 60 persone. Alla fine i musicisti sono stati miei ospiti per la notte e siamo diventati amici».
Teatro
Vuoi assistere a uno spettacolo teatrale ma sei troppo pigro per uscire? Da Vigevano a Roma crescono i gruppi che offrono commedie a domicilio e adattano la scenografia alla casa.Cucina
Lo chef a domicilio. A volte è anche uno chef stellato. Dalle Langhe alla Sicilia sono molti i cuochi che arrivano con gli ingredienti e preparano, per pochi ospiti, i pasti nella cucina di casa.Strip
La spogliarellista (o lo strip man) a domicilio? Sono molte le agenzie che accendono le luci rosse delle serate per una festa tra amici o l’addio al celibato.
Giovanni Gulino, 37 anni, è il cantante dei «Marta sui tubi», uno fra i primi gruppi italiani a scegliere di esibirsi anche nelle case private.
Dai palcoscenici ai salotti: quali sono le principali differenze?
«Il palco è già una barriera strutturale che porta un distacco oltre che fisico anche umano tra l’artista e gli spettatori. Ti mette nelle condizioni di offrire uno spettacolo in cui gli "atteggiamenti" giocano un ruolo importante. Quando il palco non c’è il rapporto diventa più diretto e spontaneo. Infatti nei secret concert si suona unplugged, senza amplificazione, come in un falò tra amici».
Come cambia il rapporto con il pubblico?
«Si mangia insieme e ci si conosce ben prima dell’esibizione live, si chiacchiera, si scherza e si ha il tempo di conoscersi, di ricordarsi i nomi dei fan. Il concerto diventa uno spettacolo in cui gli spettatori diventano parte integrante dello show. Tutto questo davanti a centinaia di persone è impensabile».
I gruppi che partecipano ai secret concert fanno parte della scena alternativa italiana. Questi eventi possono essere una risposta alla crisi della discografia?
«I discografici hanno ucciso la musica, spacciando per anni patacche per diamanti, ingannando gli ascoltatori con esibizioni in cui la componente artistica giocava un ruolo secondario rispetto a quello dell’immagine di chi la interpretava. Mi piace pensare che i nostri secret concert rappresentino un fronte di conquista di spazi solitamente non dedicati alla musica, nei quali si può coltivare una idea di rinnovamento della comunicazione artistica».