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 2009  aprile 30 Giovedì calendario

MINUTILLO Claudia

MINUTILLO Claudia Venezia 26 ottobre 1963. Ex assistente del governatore del Veneto Giancarlo Galan, poi imprenditrice • «Gli avversari politici del suo capo, senza grande sfoggio di fantasia, si erano inventati per lei il soprannome di “Dogessa”. Maligni. A quei tempi, era il 2005, Claudia Minutillo faceva da segretaria a Giancarlo Galan, governatore, e quindi “Doge”, del Veneto. La signora sfoggiava modi spicci e un’aria vagamente manageriale, ma certo nessuno si aspettava di ritrovarla, a quattro anni di distanza, addirittura a capo di una piccolo gruppo finanziario-industriale. Costruzioni, immobili, editoria: un network di società, tutte targate Minutillo, nate e cresciute dopo che la collaboratrice di Galan ha lasciato il suo incarico in Regione. Ovviamente si parte dal Veneto, per arrivare fino a San Marino, il paradiso fiscale in terra di Romagna. Da quelle parti Minutillo [...] amministra la Finanziaria infrastrutture. A che serve? Non si sa. Il nome suggerisce un qualche impegno nei grandi lavori, strade, ponti e così via. A ben guardare, però, la ditta con base sul Monte Titano non ha nessuna attività in Italia. Insomma, ha tutta l’aria di una scatola vuota, almeno per il momento. Non finisce qui, perché a San Marino ha sede anche la Bmc broker, un’altra società gestita dall’ex braccio destro di Galan. Nel 2006 questa sigla, sconosciuta ai più, si vide assegnare incarichi e parcelle dalla giunta di centrodestra. C’è da pubblicizzare il Sistema metropolitano regionale? Ci pensa la Bmc di San Marino. Cerimonia al porto di Venezia? La regia dell’evento è firmata Bmc. Cose piccole, tutto sommato, che però all’epoca sollevarono malumori e sospetti in consiglio regionale. Ma il bello arriva dopo, con il cemento. Sì, perché, a quanto pare, la segretaria diventata imprenditrice di successo ha sviluppato una gran passione per le opere pubbliche. Un cambio in corsa, il suo. Smessa la divisa da dipendente pubblico è tornata a bussare alle porte della Regione, ma questa volta a caccia di appalti. Dapprima, a sorpresa, il suo nome spunta tra gli amministratori della Pedemontana, la società a capitale privato (Autostrade, Impregilo, banche e altre imprese di costruzioni) chiamata a realizzare il progetto in discussione da decenni di una nuova strada tra Vicenza e Treviso. Questo primo incarico diventa un trampolino di lancio verso nuovi affari. In effetti il Veneto, da qualche tempo, è una miniera di occasioni. Passanti, bretelle, strade e autostrade. La torta vale miliardi. E in questa girandola di progetti si è ritagliata un ruolo anche la ex “Dogessa”. Un posto al sole? Piuttosto uno strapuntino, ma su un treno che viaggia a tutta velocità. Lo guida Piergiorgio Baita, gran capo della Mantovani spa. Baita [...] veneziano, è un asso pigliatutto delle costruzioni. Da anni ormai la Mantovani, controllata dalla famiglia Chiarotto, fa incetta di appalti in tutto il Triveneto. Il giro d’affari cresce di conseguenza: 210 milioni nel 2005, 348 milioni l’esercizio successivo, e nel 2007, ultimo dato disponibile, 417 milioni con 13 milioni di profitti. Baita comanda, ma Minutillo si è messa in scia. Prendiamo l’azienda veneziana Adria infrastrutture. A prima vista sembra una sigla marginale, una delle tante che nuota nel gran mare dei lavori pubblici. Dalle carte societarie però spuntano nomi e affari importanti. L’azionista principale è il gruppo Mantovani, quello di Baita. Mentre al timone della società, con i gradi di consigliere delegato, c’è proprio lei, l’ex collaboratrice del governatore, che partecipa anche al capitale. La sua quota, il 5 per cento, risulta intestata a una società di Mestre, la Investimenti srl. Senza dare troppo nell’occhio, in questi ultimi anni Adria infrastrutture si è conquistata la sua fetta di lavori pubblici. Sono appalti regionali, assegnati con la regia dell’assessore veneto ai Trasporti, il forzista Renato Chisso, instancabile promoter di grandi opere dalla Laguna fino alle Dolomiti, in un diluvio di progetti, cemento e asfalto. [...]» (Vittorio Malagutti, “L’espresso” 7/5/2009).