Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 30 Giovedì calendario

ABU IBRAHIM Tripoli (Libia) 1936. Terrorista • «[...] soprannominato il “Dottor Frankenstein”

ABU IBRAHIM Tripoli (Libia) 1936. Terrorista • «[...] soprannominato il “Dottor Frankenstein”. Uno dei più temuti terroristi mediorientali, capo del piccolo gruppo “15 Maggio” [...] è coinvolto – per l’Fbi – in almeno 21 esplosioni con dozzine di vittime sparse tra Turchia, Italia, Hawaii, Germania. Il primo attacco conosciuto risale al settembre 1980, quando un suo killer ammazza il responsabile della El Al a Istanbul, quindi una lunga serie di operazioni. La sua specialità diventano le bombe sui jet passeggeri. Una tecnica perfezionata usando quello che ha appreso all’università – era un chimico – e dagli agenti del Kgb russo. Dal suo laboratorio sono usciti due tipi di ordigni. Il primo è composto da strisce di plastico spalmate e nascoste all’interno di una valigia rigida. Quindi viene completata con un detonatore barometrico, che permette di farla esplodere solo a una certa quota. La valigia- bomba può essere attivata con la rimozione di una “sicura”. Una specie di vite. I suoi terroristi se ne andavano in giro per il mondo con i borsoni pronti all’uso. Nell’84 un pentito della fazione ne consegna una alla polizia. Un anno dopo, in ottobre, due terroristi sono intercettati e arrestati a Roma. Il secondo ordigno ideato da Abu Ibrahim è più piccolo, facilmente occultabile sotto un sedile. Per questi attacchi, Abu Ibrahim si affida spesso a un altro palestinese, Mohammed Rashid, “il seminatore”. Che per non suscitare sospetti quando è in missione viaggia con la moglie Fatima – il suo vero nome è Christine Pinter, austriaca – e il figlio piccolo. Con questo modus operandi, la fazione colpisce un jet Pan Am in Giappone nell’82. La coppia attiva la bomba prima di scendere durante lo scalo a Tokio. Quando l’aereo riprende la rotta per Honolulu c’è un’esplosione sotto il sedile 47K. Muore un sedicenne giapponese, Toru Ozawa, e al tre persone rimangono ferite. La struttura del Jumbo però resiste. Il 3 aprile 1986 altra azione sanguinosa. Una bomba, celata sotto il sedile 10F del volo Twa in servizio tra Roma e Atene, apre uno squarcio nella carlinga: 4 passeggeri sono risucchiati nel vuoto. A nascondere l’ordigno, sulla tratta di andata Atene- Roma, sarebbe stata una donna libanese. Per anni gli americani cercano di scovarlo, ma il terrorista vive in Iraq protetto dal re gime di Saddam, nel quartiere al Mansour. Fanno girare la voce che è “in pensione”. Ma, dopo l’invasione del l’Iraq, le truppe raccolgono prove che Abu Ibrahim forse è diventato un consulente per i ribelli locali. Braccato, si sarebbe trasferito con la se conda moglie e i figli in Siria. Il suo fedelissimo Rashid “il seminatore” è invece rinchiuso in una prigione statunitense. Resta libera e fuggiasca Christine Pinter. L’ultima se gnalazione porta in Sudan» (Guido Olimpio, “Corriere della Sera” 30/4/2009).