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 2009  maggio 07 Giovedì calendario

DENISE PARDO PER L’ESPRESSO 7 MAGGIO 2009

Com’è sexy la mia lista Ragazze carine. Giornalisti tv di successo. Divi dello show biz. Una mutazione genetica attraversa i partiti. E cambia il volto e le regole della politica

L’elezione è politica ed europea. Però, sembra proprio un palinsesto. Ecco, infatti, in lizza, pronte ad andare in onda da Strasburgo come europarlamentari del Pdl, varie rappresentanti di categoria delle lavoratrici di Canale 5: troniste, letteronze, reality starlette. Il Pd no. Più sobrio ma sempre televisivo, pesca nei tg e seleziona dall’informazione un solo pezzo, ma da novanta: il capolista per il Centro Italia, David Sassoli, il conduttore più amato dagli italiani. Già il suo debutto da candidato incasserebbe i complimenti di Silvio. Dove è stato consumato? A Cinecittà, in una location, come direbbero in tv, molto emblematica: lo studio 5, quello più di culto di tutti perché usato da Nostra Signora della televisione, Maria De Filippi in persona, per il suo talent show ’Amici’. Bel colpo, no?
E l’Italia dei Valori dipietrista? Si presenta, benemerita, con un nugolo di donne: sono le Tonino’s angels, la nuova edizione from Montenero of Bisaccia, lato Parlamento europeo, della mitica serie ’Charlie’s Angels’ che proprio l’odiato Cavaliere acquistò per Retequattro. In onda anche l’altra opposizione, ovvero l’Udc, grazie a Magdi Cristiano Allam, capolista per il Nord-Ovest. Per forza: lanciato nell’orbita mediatica da ’Porta a Porta’, lo scrittore e giornalista è l’unico cattolico il cui battesimo sia andato addirittura in mondovisione. Come le Olimpiadi. Gli Oscar. E il primo sbarco sulla Luna.
Benvenuti nel fantastico, sempre più rutilante, mondo della politica italiana. A 15 anni dalla nota discesa in campo, grazie al Cavaliere, elezione dopo elezione, innesto dopo innesto, l’Italia si sta affermando come la frontiera più avanzata di una mutazione politica ma anche antropologica, culturale, sociologica. Altro che Spagna di Zapatero con i suoi otto ministri donna. O Francia di Sarkozy con il ministro della Giustizia Rachida Dati (ora in uscita), sguardo assassino, guardaroba Dior, simbolo dell’integrazione riuscita, o quello dell’Economia Christine Lagarde, cartella e capelli bianchi come Tremonti.
Da noi, sotto l’egida del presidente del Consiglio, sempre più spesso il termine corpo elettorale si ammanta di imprevisti, conturbanti significati. Destinate a folgoranti scalate in un partito cartaceo dominato da un sultano democratico (definizione di Giovanni Sartori), le signorine Mediaset, Barbara Matera letteronza di ’Mai dire goal’ e Camilla Ferranti tronista di ’Uomini e donne’ sono state alfine candidate alle Europee. Ma anche le escluse Eleonora Gaggioli apparsa da ’Elisa di Rivombrosa’, Angela Sozio del ’Grande fratello’ aspettano il loro turno. Prima o poi, saranno elette e guadagneranno uno scranno parlamentare, imprevisto, contemporaneo e nuovo sbocco di carriera nel caso di un buco nell’acqua nello showbiz.
A nulla valgono le critiche di penne rosse e acuminate, Lidia Ravera, Ritanna Armeni, sull’uso del "corpo delle donne". E nemmeno la fatwa che arriva dall’interno a firma di Sofia Ventura sul magazine di Farefuturo, la fondazione di Gianfranco Fini, sull’uso berlusconiano di donne e televisione. Di volta in volta, di legislatura in legislatura, italiana o europea, le liste elettorali si trasformano sempre di più in un cast affollatissimo di fanciulle entusiaste, per niente umiliate, convinte che lo spettacolo è politica e viceversa naturalmente.
Requisiti per il casting? Cultura generale? Superflua, e poi se serve ci sono i ministri preposti a presiedere corsi per testoline-candidate, come le chiama, tenero, il presidente del Consiglio. E pazienza se l’altra sera nel programma ’Tetris’ di Luca Telese, la bella onorevole Annagrazia Calabria, così fortunata da essere persino al fianco di Berlusconi all’assise della nascita del Pdl, ha fatto scena muta di fronte a sconcertanti foto di sconosciuti come Giovanni Leone, Pietro Nenni e persino Margaret Thatcher. giovane e si farà.
E poi, non è una novità, già da tempo la classe politica aveva dato prova di imbarazzanti lacune, esibite per esempio, nell’indimenticabile servizio delle Iene dove Elisabetta Gardini era ignara della Consob e il Darfur veniva scambiato per il fast food. Tanto che fa? Meglio bellone che secchione, almeno all’inizio della carriera politica, almeno nella new age del Cavaliere. Visto poi che nel Pdl conta di più aver conseguito non una laurea, ma almeno una comparsata tv (meglio se a Mediaset, garanzia di avvenenza berlusconiana) ed essere dotate, tra le altre cose, ovvio, della presenza di addominali allenati a una certa tenuta sui tacchi a spillo d’ordinanza, striscia di Gaza tra le parlamentari del Pdl e quelle del Pd. E chi storceva il naso sull’ex letterina-velina-showgirl, ora ministro delle Pari opportunità, Mara Carfagna, dovrà mettersi l’anima in pace visto che perfino Dario Franceschini l’ha lodata in un’intervista sulla ’Stampa’ a Claudio Sabelli Fioretti "Parla a braccio, dice cose approfondite". In fondo, per le elezioni europee anche il segretario Pd, pur richiamando alle armi nobili padri come Luigi Berlinguer, non ha rinunciato a giocare la carta televisiva, puntando sul mezzobusto più popolare del Tg1 e ignorando malumori e mal di pancia nel partito. Una carta che negli anni ha sempre dato i suoi frutti, giocata in principio con Alberto Michelini e poi con Piero Badaloni, Piero Marrazzo e Lilli Gruber. Così, è bastato un solo intervento duro e critico, ma gratificato da un enorme rimbombo mediatico, giornali, tv, web, per fare di Debora Serracchiani, sconosciuta e paffuta segretaria comunale del partito a Udine, la stella delle Europee. Dopo le Marianne (Madia) dichiaratamente (e incautamente) inesperte, è l’ora delle Debore: modello di donna forte in un partito senza uomo forte. Per non parlare dello spot che diventa candidato: l’idea è dell’Udc che ha riempito i mega manifesti con il faccione diRoberto Carlino, uscito dritto dritto dal piccolo schermo dove con la sua società immobiliare ’Non vende sogni, ma solide realtà’.
Però. Berlusconi era stato chiaro. Fin dall’inizio aveva detto che avrebbe cambiato la politica. Molti avevano pensato che puntasse a stravolgere l’etica. Non avevano capito che era molto interessato anche all’estetica. A una rappresentazione politica virtuale e di facciata che lasciasse sempre di più spazio al suo one man show. D’altra parte, uno con la sua storia non poteva non voler rendere reale l’illusione collettiva che la televisione è vita e la politica televisione. "Voglio nomi nuovi e facce giovani", ha chiarito, urbi et orbi, per le elezioni di giugno. Peccato che abbia usato queste stesse parole sia per la scelta dei candidati alle Europee che per le tormentate nomine Rai. Ma in fondo, per lui non sono, forse, la stessa cosa?
Adesso è arrivata l’ora di comporre la nazionale dei deputati europei, che dovrebbe dare una bella ravvivata ai lugubri corridoi del Parlamento europeo. Intanto è stato costretto a infliggere un duro colpo alle giovani onorevoli come Beatrice Lorenzin, Laura Ravetto e Gabriella Giammanco (una delle due con cui scambiava a Montecitorio il tecnicissimo carteggio: "Grazie per restare qui. Ma se avete qualche invito galante, vi autorizzo ad andarvene". E loro:"Baci!!"). Sono state precettate nelle liste delle Europee non per andare davvero a Strasburgo, ma allo scopo di tenere in caldo lo scranno che, in caso di elezione, cederanno ai reali candidati.
In pratica, liste bloccate anche per l’Europa. Ma la notizia è stato uno choc. Come reperire le centinaia di migliaia di voti che ci vogliono per l’Europa e soprattutto come evitare un eventuale, mostruosa figuraccia?", si sono chieste angosciatissime. E le altre colleghe solidali: "Allora perché non coinvolgere anche la Carfagna? Se si deve andare alla conta, ci metta la faccia pure lei".
Ma intanto, le manovre delle liste e le collere trattenute e dure a confessare dei professionisti della politica nel Pdl di fronte ai nomi di avvenenti letteronze e molto appetitose veline, mettono sempre di buonumore il Cavaliere. Non è solo il modo per ricordare la sua mancanza di stima nei confronti dei politici. anche un metodo per tenere a freno e sotto scacco le correnti interne e le intemperanze sotterranee degli uomini di quel che fu An. Per dimostrare di esser così onnipotente da poter fare della maledetta scatoletta la sua Frattocchie personale. E per ventilare ai suoi aspiranti delfini un rischio non peregrino: fare la fine del principe Carlo d’Inghilterra, erede a un trono che non arriva mai.