Wall Street Journal, 29 aprile 2009, 29 aprile 2009
Offrire soldi agli immigrati perché se ne tornino a casa. In Repubblica Ceca sta funzionando. Il governo Topolanek (poi sfiduciato) ha lanciato un programma di questo tipo a febbraio: offre 500 euro agli immigrati regolari che se ne andranno, 250 a ogni bambino sotto i 15 anni, le spese del viaggio di ritorno
Offrire soldi agli immigrati perché se ne tornino a casa. In Repubblica Ceca sta funzionando. Il governo Topolanek (poi sfiduciato) ha lanciato un programma di questo tipo a febbraio: offre 500 euro agli immigrati regolari che se ne andranno, 250 a ogni bambino sotto i 15 anni, le spese del viaggio di ritorno. un modo per evitare problemi sociali in uno Stato dove la disoccupazione è balzata al 7,7% e raggiungerà il 10% prima della fine dell’anno. In ordine di presenze gli immigrati in Repubblica Ceca sono: slovacchi, ucraini, vietnamiti, polacchi e mongoli. I mongoli sono stati i più entusiasti: delle 1.345 richieste di ”bonus ritorno” arrivate a Praga sono mongole il 66%. Il governo passato aveva stanziato 3 milioni per questo programma, quello attuale progetta di alzare il fondo a 4,5 milioni. Piani simili: la Spagna offre 6 mesi di sussidio di disoccupazione (14mila euro in media) agli immigrati che promettono di non tornare per 3 anni; il Giappone 300mila yen (3.000 dollari) per rimandare a casa gli immigrati dall’america latina che hanno antenati giapponesi. Per tutti il problema è lo stesso: non è detto che poi gli immigrati davvero non tornino più.