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 2009  aprile 28 Martedì calendario

«BASTA USA, NON SUONO PER VOI»


Questa ci voleva proprio, per rinfrescare il mito del pianista geniale ma eccentrico. Meglio ancora se si tratta di un bollente polacco, ovviamente impetuoso e iperpatriottico, in quest’epoca di cinesi tecnicamente perfetti ma di sangue freddissimo. Ed era dai tempi di Maurizio Pollini che fa un comizio contro la guerra del Vietnam davanti alle sciure prima allibite e poi furibonde della Scala che non succedeva qualcosa di così ghiotto. Ma erano gli Anni 70.
La scena si è svolta domenica alla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles. Protagonista uno dei maggiori pianisti del mondo, Krystian Zimerman. Nella prima parte del recital (una Partita di Bach e la 111 di Beethoven), tutto regolare. Applausi, intervallo. Nella seconda, dopo la sostituzione di alcuni brani di Brahms con una sonata di Grazyna Bacewicz (che già non deve aver messo molto di buon umore il pubblico), il concerto si sarebbe dovuto concludere con le Variazioni su un tema popolare polacco di Szymanowski. Ma Zimerman non ha attaccato ed è rimasto a lungo seduto in silenzio davanti al suo strumento. Poi si è scosso e, «in a quiet but angry voice», narra il Los Angeles Times, ha sbottato: «Non posso suonare in una nazione il cui esercito vuole controllare il mondo intero. Giù le mani dal mio Paese!», allusione ai missili americani prossimi venturi in Polonia.
Poi Zimerman ha proseguito la sua polonaise accusando gli Stati Uniti di una serie di nefandezze, Guantanamo compresa, e annunciando che non ci avrebbe mai più suonato. A questo punto, trenta o quaranta persone ne hanno avuto abbastanza e se ne sono andate urlando invettive, mentre altre applaudivano. Quando il tumulto si è placato, Zimerman ha attaccato «con ferocia» (sempre il giornale) il suo Szymanowski. Alla fine, «non ci sono stati bis» (e vorremmo pure vedere) e l’artista è sparito.
Strano. I precedenti dei polacchi in America sono piuttosto di segno opposto. Proprio le tournée di Ignacy Jan Paderewski (acidamente ribattezzato Paperewski dai suoi detrattori, cosa che non gli impedì di diventare a Varsavia anche primo ministro) furono determinanti per convincere l’opinione pubblica americana ad appoggiare l’indipendenza polacca dopo la Prima guerra mondiale. Ma Zimerman è unanimemente considerato un eccentrico. Tiene non più di cinquanta recital all’anno e sempre con gli stessi Steinway. Li trasporta guidando personalmente un Tir e addirittura li porta sul palcoscenico con il suo «muletto». Proprio la sua ossessione per lo strumento è stata la causa di un precedente litigio con gli americani. Pochi giorni dopo l’11 settembre, un suo Steinway fu sequestrato all’aeroporto Kennedy di New York dove, nel clima di psicosi collettiva post-attentati, la sicurezza trovò sospetto l’odore della colla del nobile strumento e lo distrusse. Da quel giorno, Zimerman spedisce negli States i suoi pianoforti smontati e poi li rimonta con le sue mani d’oro. D’ora in avanti, potrà risparmiarsi la fatica.