galileonet.it 27/4/2009, 27 aprile 2009
Alcuni animali presentano molecole di metallo incorporate nei loro tessuti. Ne sono un esempio le mascelle delle formiche mangiafoglie e delle locuste, contenenti elevate quantità di zinco
Alcuni animali presentano molecole di metallo incorporate nei loro tessuti. Ne sono un esempio le mascelle delle formiche mangiafoglie e delle locuste, contenenti elevate quantità di zinco. Seung-Mo Lee del Max Planck Institute of Microstructure Physics (Germania) ha ora trovato il modo di imitare la natura e di "inserire" i metalli nelle proteine, grazie alla tecnica di deposizione di strati atomici (Ald, Atomic Layer Deposition). Per ottenere il biomateriale super resistente i ricercatori hanno inizialmente esposto alcuni filamenti di ragnatela (già di per sé costituiti da una delle materie più resistenti e flessibili conosciute) a vapore di zinco e acqueo: già dopo questo primo tentativo, è stato osservato un incremento nella resistenza del tessuto. Successivamente i fisici tedeschi hanno esposto altri campioni di ragnatela a vapori di composti di alluminio e di titanio ottenendo un biomateriale ancora più resistente alla rottura e alla deformazione. La tecnica non solo permette agli atomi metallici di ricoprire il materiale di base, ma provoca l’infiltrazione di alcuni ioni nella fibra che, reagendo a livello molecolare, la modificano. «Ora che abbiamo capito il procedimento, possiamo tentare di modificare biomateriali diversi dalle ragnatele, come le membrane di collagene delle uova degli uccelli», raccontano i ricercatori su Science, «e proveremo ad aggiungere altri tipi di materiali, per esempioi polimeri artificiali quali il teflon». Le possibili applicazioni di materiali tanto resistenti in medicina e chirurgia sono innumerevoli: dalla creazione di fili chirurgici a quella di tessuti artificiali come ossa, tendini e pareti di vene e arterie.