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 2009  aprile 27 Lunedì calendario

PARADISO Antonio

PARADISO Antonio Santeramo (Bari) 26 febbraio 1936. Scultore • «[...] è un personaggio curioso e anomalo sulla scena della scultura italiana. vero, è stato allievo di Marino Marini a Brera, nella fucina della grande tradizione fondata sul classico, sulla nobiltà del marmo e del bronzo. Ma la sua vocazione, da subito, è stata quella di riappropriarsi le origini. Le sue dapprima, di uomo del Sud che lavorando con rudezza amorevole la pietra di Trani e il tufo di Matera sce glieva di non imporre la sua bellezza alla materia, ma di farne emerge re il potente fascino intrinseco. E poi le origini di tutti noi, il mo mento che l’antropologia – disciplina della quale Paradiso è un adepto tutt’altro che dilettantesco – ci insegna essere stato quello in cui l’uomo ha ”visto” nella pietra, nel le gno, nella creta, alcuni simboli fondamentali: l’abitare, il totem, il rapporto tra le viscere della terra e le vertigini del cielo. Aiutato dalla sua lunga consuetudine con i deserti africani e le civiltà primarie che lo abitano, che di quel le origini sono testimonianza vivente, Paradiso ha riportato la scultura alle sue sorgenti, dando vita a molteplici operazioni in cui l’opera non vuole più rappresentare, ma si costituisce essa stessa in spazio, e forma, e luogo. Da lì sono cominciate altre suggestioni, altre esplorazioni. Il volo dei colombi, un senso del lo spazio e delle distanze che è sa pienza innata e simbolo assoluto di libertà, è nel percorso di Paradiso una delle più tenaci. [...] Da vero primitivo moderno, Paradiso ha reso il motivo del volo di colombi uno schema visivo essenziale, ad alta densità simbolica, e lo declina con fasto decorativo sagomando con il laser pesanti lastre di acciaio corten. La materia greve, opaca, possente, che evoca durezza e staticità, si trasforma in queste sculture in una trina di vuoti e pieni che indica inve ce la perdita di gravità, trasforman dosi in un inno alla leggerezza, alla circolazione della luce e dell’aria, al la bellezza struggente delle forme naturali» (Flaminio Gualdoni, ”Corriere della Sera” 26/4/2009).