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 2009  maggio 06 Mercoledì calendario

Pittore, disegnatore, incisore, scultore, ceramista: la produzione di Picasso accontenta ogni desiderio (e ogni fascia di prezzo)

Pittore, disegnatore, incisore, scultore, ceramista: la produzione di Picasso accontenta ogni desiderio (e ogni fascia di prezzo). Dove comprare e quanto spendere. «Cela répresente cent mille francs» (Picasso a un ammiratore che gli chiese che cosa rappresentassero le sue opere). Il nome completo di Pablo Picasso era Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz y Picasso. Picasso cominciò a dipingere da bambino. Quando morì, nel 1973, a 92 anni, aveva dipinto ottantamila tele. Trentamila le tenne per sé e vi riempì le case che possedeva. Una volta pieni, case e castelli venivano abbandonati. Il critico incaricato di farne l’inventario impiegò tre anni, aiutato da sei collaboratori. Per pagare le tasse di successione, gli eredi non vendettero le opere: si sarebbero svalutate. Preferirono cederne una parte allo Stato francese. Picasso fu pittore, disegnatore, incisore, scultore, ceramista, costumista, coreografo ecc. La sua produzione alimenta una circolazione costante di dipinti, disegni, sculture, ceramiche, stampe, litografie che accontentano ogni fascia di prezzo. «I piatti di Picasso non vanno in lavastoviglie» (cartello che Lucia Bosè mise in casa sua per avvertire la cameriera di lavare delicatamente i piatti dipinti da Picasso in cui la famiglia mangiava). Quello di Picasso è il mercato più popolare, costoso e conveniente che si conosca. La sua produzione comprende stampe d’après ad alta tiratura che costano qualche migliaio di euro e incisioni più rare che ne costano diverse decine, piastrelle o piatti in ceramica a tiratura illimitata che si possono trovare a due - tremila euro e ceramiche a tiratura limitata o pezzi unici che costano come un bronzo del Rinascimento, schizzi eseguiti con pochi tratti (magari sul menù di un ristorante) a poche migliaia di euro e disegni che costano centinaia di milioni ecc. Una volta, in spiaggia, Picasso disse a Monsieur Acher, antiquario parigino: «Si distenda sul dorso e non si muova». Tirati fuori dalla borsa dei pastelli a olio, Picasso si mise a dipingere sulla sua pancia e gli fece il ritratto (i capezzoli erano gli occhi, l’ombelico la bocca). Dopo qualche giorno Monsieur Acher disse: «Guardi il mio corpo, è un vero Picasso, ma che ci faccio? Non posso andare in acqua né fare la doccia. La notte ho paura di rigirarmi nel sonno e cancellare il ritratto con le lenzuola. Passo il tempo davanti allo specchio, vittima del caldo e vittima di Picasso. Sono semplicemente disperato». Nel 2008 Picasso è stato l’artista più venduto al mondo. Lotti venduti: 1764. Giro d’affari: 262 milioni di dollari, 80 in meno rispetto al 2006. Negli ultimi dieci anni i prezzi delle opere d’arte di Picasso sono aumentati del 96%. Il picco massimo è stato raggiunto nel gennaio 2008. Alla fine dello stesso anno, a causa della difficile congiuntura economica, i prezzi delle sue opere sono tornati ai livelli del 2005. Top ten Il miglior risultato d’asta nella vendita di opere d’arte di Picasso nel 2008 è stato raggiunto da La Grue, considerata il culmine della sua produzione scultorea e venduta da Sotheby’s a 17,1 milioni di dollari. Nel 2007 l’opera di Picasso più pagata era stata Tête de Femme, venduta da Sotheby’s a 26 milioni di dollari. Picasso più pagati «Perché dei quadri si vendano cari, occorre che all’inizio siano venduto a molto poco» (Picasso). Il quadro più pagato della storia è No. 5, 1948 di Jackson Pollock. Il dipinto apparteneva al magnate dell’industria discografica e cinematografica di Hollywood David Geffen. Secondo il New York Times a comprare il Pollock sarebbe stato David Martinez, il finanziere messicano che poco prima aveva acquistato un appartamento di due piani nel Time Warner Center di New York a 54,7 milioni di dollari. I dieci dipinti più cari del mondo: 1. $140 milioni No. 5, 1948 di Jackson Pollock (2006) 2. $137.5 milioni Woman III di Willem de Kooning (2006) 3. $135 milioni Adele Bloch-Bauer I di Gustav Klimt (2006) 4. $104,2 milioni Ragazzo con la pipa di Pablo Picasso (2004) 5. $95.2 milioni Dora Maar con il gatto di Pablo Picasso (2006) 6. $82.5 milioni Ritratto del Dr. Gachet di Vincent van Gogh (1990) 7. $78.1 milioni Bal au Moulin de la Galette di Pierre-Auguste Renoir (1990) 8. $76.7 milioni Il Massacro degli Innocenti di Paul Rubens (2002) 9. $71.5 milioni Ritratto dell’Artista senza Barba di Vincent van Gogh (1998) 10. $60.5 milioni Rideau, Cruchon et Compotier di Paul Cézanne (1999) Dieci dipinti più cari Garçon à la pipe di Picasso (Ragazzo con la pipa, olio su tela, 1905, foto d’apertura, ndr), comprato da John Hay Whitney e Betsy Cushing Whitney nel 1950 a 30.000 dollari è stato rivenduto il 5 maggio 2004 da Sotheby’s a New York a 104.168.000 dollari (93 milioni più tasse e commissioni). La cifra corrisponde quasi al doppio del precedente record di Picasso, i 55 milioni di dollari pagati per Donna con le braccia conserte (olio su tela, 1901-1902), venduto da Christie’s nel novembre 2000. Nei cinquant’anni in cui fu di proprietà dei Whitney, Garçon à la pipe si era rivalutato del 16% all’anno (14% tolti i costi di assicurazione). Il secondo quadro di Picasso più costoso al mondo (quinto nella classifica dei dipinti più pagati al mondo) è Dora Maar con il gatto, venduto nel 2006 a 95,2 milioni di dollari. L’acquirente è stato un uomo dall’accento russo, sulla quarantina, vestito con blazer blu e camicia color crema. Nei giorni precedenti lo stesso aveva comprato un Monet del 1883 per cinque milioni di dollari e uno Chagall del 1978 a 2,5 milioni. Il caso di Steve Wynn, magnate dei casinò di Las Vegas. Nell’ottobre 2006 aveva venduto a 139 milioni di dollari Sogno (Le rêve), un Picasso comprato dieci anni prima a 48 milioni di dollari. Dopo la vendita, gesticolando, diede una gomitata al dipinto aprendo nella tela uno squarcio di sette centimetri. Il quadro era stato venduto al collezionista del Connecticut Steven Cohen. Dopo l’incidente Wynn si è dovuto riportare il dipinto a casa.La reve Nel 2008 sono stati presentati all’asta il 20% di lotti in più rispetto al 2007. Il giro d’affari mondiale di questo settore è stato di 8,3 miliardi di dollari, uno in meno rispetto all’anno precedente. Le perdite principali hanno riguardato il mercato americano. Nelle vendite di Sotheby’s e Christie’s del maggio 2008 il 40% dei compratori era europeo. Tra gennaio e giugno 2008 le vendite all’asta hanno determinato entrate per 5,5 miliardi di dollari. Nella seconda parte dell’anno gli introiti sono scesi del 30%. A ottobre 2008 Sotheby’s ha ritirato dalla vendita all’asta di quadri impressionisti e moderni del 3 novembre l’opera principale, un Arlecchino di Picasso valutato oltre 30 milioni di dollari (quasi 24 milioni di euro). David Norman, copresidente della sezione arte impressionista e moderna della casa, ha parlato di «motivi personali». Il quadro apparteneva al pittore e scultore surrealista Enrico Donati, americano di origine italiana morto nell’aprile 2008 a 99 anni. Donati l’aveva comprato alla fine degli anni Quaranta a 12mila dollari. A fine 2008 Chistie’s si aspettava entrate per 250 milioni di dollari. Ne ha incassati 146. Da Christie’s il lotto di Picasso più pagato è stato il Deux Personages, mai visto in un’asta e in mano ai privati dal 1984. L’opera è stata venduta a 18 milioni di dollari, la casa d’asta se ne aspettava 25. Strumenti musicali su un tavolinoAll’asta delle opere d’arte dello stilista Yves Saint Laurent, battuta da Christie’s a Londra nel febbraio scorso, Picasso è rimasto invenduto. Per Strumenti musicali su un tavolino, stimato tra i 30 e i 40 milioni di euro, ne erano stati offerti solo 21. Il quadro è rimasto alla fondazione Bergé- Saint Laurent. I primi mercanti di Picasso furono rigattieri, corniciai, negozianti di colori, proprietari dei bistrot di Montmatre ecc. Uno di questi era Eugéne Soulié, ex lottatore nelle fiere che aveva un negozio di tele per materassi. Soulié pagava tre franchi i guazzi e 0,10 centesimi i disegni. Picasso gli vendeva le sue opere quanto aveva bisogno di denaro per comprarsi da mangiare. La prima mostra di Picasso a Parigi fu organizzata nel 1900. I suoi primi collezionisti furono: Adolphe Brisson, critico letterario del Tempus, Huc, direttore di La dépêche de Toulouse, André Level, collezionista e mediatore di quadri, Marcel Sembat, deputato del 18° arrondissement, Olivier Sainsére, consigliere di Stato e futuro segretario generale dell’Eliseo sotto la presidenza di Poincaré. Sainsére visitava regolarmente l’atelier di Picasso. Sceglieva un disegno, un’acquaforte, un dipinto e prima di andarsene lasciava due o tre banconote da cento franchi sull’angolo del tavolo.emme-assise-dans-un-fauteuil-eva-1913 Il Picasso della collezione di Victor e Sally Ganz, Femme assise dans un fauteuil (Eva), acquistato nel 1941 a 7000 dollari, è stato venduto nel 1997 a 48,4 milioni di dollari. Se i Ganz avessero investito i 7000 dollari in azioni di piccole aziende, nel 1997 avrebbero guadagnato 46 milioni di dollari. Se alla cifra cui il quadro è stato venduto si sottraggono 4,9 milioni di dollari di costi di assicurazione si arriva a 43,5 milioni: le azioni avrebbero ottenuto profitti migliori. Secondo alcuni analisti il mercato dell’arte, come quello dell’oro, si muove in direzione opposta rispetto agli investimenti tradizionali: nei momenti di instabilità, puntare su questo settore conviene. Cento dollari investiti in arte nel 2000 sono diventati 157 nel 2007, contro i 97 della borsa e i 79 dei bond. Lo stesso investimento in oro avrebbe fruttato 248 dollari. Nel 2008 la compravendita di opere d’arte moderna e contemporanea in Italia è stata percepita come stabile dal 45,7% dagli operatori del settore. Il 35,6% di loro ha notato un aumento del volume di affari, il 18% una diminuzione. A comprare opere d’arte sono stati soprattutto i privati (collezionisti, aziende, compratori occasionali, ecc.) (Rapporto Nomisma sul commercio di opere moderne e contemporanee in Italia nel 2008). Nel 2009 gli investimenti in opere d’arte rappresenteranno l’11% degli acquisti delle famiglie italiane più abbienti. Nel 2008 erano stati il 9% (dati Aipb sull’Art Advisory). Buste d’homme, olio su cartone di 130 x 65 cm dipinto da Picasso il 9 giugno 1969 (data e firma sono in alto a sinistra) vale oltre tre milioni di euro. La Galleria Tornabuoni di Firenze l’ha presentato al MiArt di Milano. Non è stato ancora deciso quando il dipinto andrà all’asta. La legislazione italiana favorisce l’acquisto di opere d’arte. Qualunque sia il guadagno ottenuto dalla compravendita di un’opera di questo genere, lo Stato non applica alcuna tassazione. Se si acquista un quadro a mille euro e dopo qualche tempo, supponendo una forte rivalutazione del mercato, lo si rivende a un milione di euro, nulla è dovuto all’erario. Il possesso di un’opera d’arte non deve essere denunciato nella dichiarazione dei redditi. Società e imprese possono scalare per intero i costi sostenuti con un risparmio fiscale del 35% in cinque anni. Le opere devono però essere esposte nei locali di rappresentanza. I beni artistici, se notificati, possono essere considerati come merce di scambio con lo Stato al posto dei pagamenti dell’imposta di successione (articoli 4 e 5 legge 512, 1982). Da gennaio 2002 le aziende che donano opere o sponsorizzano iniziative culturali godono di una detrazione del 37% se operano nel settore da almeno tre anni (articolo 38 del collegato fiscale alla finanziaria 2000, legge 8 novembre 2000 numero 342). «Comprare Picasso conviene? una domanda metafisica! Le sue opere hanno raggiunto in passato il loro valore massimo, non può più aumentare. Picasso è un ottimo investimento a lungo periodo, è meno conveniente nel breve. Ora è meglio puntare sugli artisti emergenti» (Philippe Daverio, critico d’arte). «Picasso è un investimento solido. Conviene sempre. Le sue opere però non potranno avere balzi in avanti: i suoi valori sono stabili, non scendono e non salgono. Le opere del periodo blu e di quello rosa sono le più rare, le più difficili da trovare quindi le più costose. A partire da poche migliaia di euro, 3 - 4mila si possono comprare le incisioni» (Gabriele Finardi, consulente Finarte, casa d’asta presente a Roma, Milano e Venezia). Il Picasso più costoso venduto da Finarte negli ultimi dieci anni è stato Maternità, olio su tela di 47,4 x 34 cm battuto a Venezia il 20 gennaio 2007 (asta 1362, lotto 929). Il quadro, acquistato da un collezionista privato, è stato pagato un milione e 200mila euro più i diritti d’asta (il 24% fino a 100mila euro, il 18,5% oltre i 100mila euro). Totale: 1.309.000. Dal 2001 in poi Finarte ha venduto 296 opere di Picasso tra dipinti, sculture, ceramiche, incisioni ecc. Le ultime vendite di Picasso di Finarte si sono svolte il 23 aprile scorso nella galleria di via Margutta a Roma. Il lotto 20, l’affiche Colomba della Paix con firma e data è stato venduta a 210,80 euro, il lotto 21, Colombe volant (à l’Arc en ciel), litografia a colori del 1952 di cm 4562 è stato assegnata a 1.612 euro (la stima di partenza era 1000- 1500 euro). Secondo i dati Arsvalue.com negli ultimi 12 mesi in Italia sono state vendute 44 opere di Picasso: 28 incisioni, cinque litografie, due fotografie, due ceramiche, pastelli, oli su tela, ceramiche, sculture, terracotte, tecniche miste, ecc. Il primo Picasso acquistato in Italia nel 2009 è stato Ritratto di Jaccqueline, stampa su carta battuta il 25 gennaio 2009. Valutazione minina: 500 euro. Prezzo di aggiudicazione 1.750 euro. L’ultimo lotto di Picasso venduto in Italia nel 2008 è stato l’olio su tela Nu Assis, assegnato a Prato nell’asta del 28 novembre a 1.050.000 euro (prezzo non comprensivo dei diritti d’asta). Nel 2008 la capitale mondiale della compravendita di opere d’arte è stata Londra. Nel Regno Unito ci sono state il 35,7% delle vendite mondiali. L’Italia ha raggiunto la quota del 2,7%. Sotheby’s e Christie’s gestiscono l’87% del mercato mondiale dell’arte. Il 6 e il 7 maggio al Rockefeller Plaza di New York Christie’s metterà in vendita diversi Picasso. Alla vendita 2164 del 6 maggio andranno all’asta 50 lotti. Di questi cinque sono opere di Picasso. Femme au chapeau (1971) apparteneva alla collezione dell’artista contemporaneo Julian Schnabel. Costui, pressato dai debiti, ha ipotecato alcune opere in cambio di otto milioni di dollari e ha dovuto vendere il Picasso. Gli esperti di Christie’s l’hanno stimato tra gli otto e i dodici milioni di dollari. Nel maggio del 1990 una versione simile (eseguita nel luglio dello stesso anno) fu venduta per 3,2 milioni. Altri artisti in vendita oltre Picasso: Pissarro, Schiele, Miró, Chagall, Klee, Lipchitz, Degas, Gauguin, Arp, Rembrandt, Matisse, Vlaminck, Morandi ecc. Oltre a Femme au chapeau di Picasso saranno messi all’asta: Mousquetaire à la pipe, olio su tela di 146,5 x 89.3 cm dipinto il 17 ottobre 1968. Stima: tra i 12 e i 18 milioni di dollari. Nature morte, olio su tela di 81 x 99,6 cm dipinto il 5 aprile 1934. Stima: tra i 5 e i 7 milioni di dollari. Tête de femme, gouache e acquerello su carta di 58 x 46,2 cm dipinto nella primavera del 1909. Stima: tra i 2,5 e i 3,5 milioni di dollari. Germaine, olio su tavola con la scritta in alto a destra ”Picasso- A Germaine” di 21,6 x 14,8 cm dipinto nel 1900. Stima: tra 1 e 1,5 milioni di dollari. Il pezzo meno costoso della vendita sarà Liegend, pennarello nero su carta di Egon Schiele. Stima: 200- 300mila dollari. A cifre molto più basse, comprese tra le 727 e le 8724 sterline, alla vendita 5846 del 28 aprile scorso da Christie’s a Londra c’erano 34 lotti di Picasso. Tra questi: ceramiche, vasi di terracotta, piatti ecc. Per partecipare a un’asta bisogna: acquistare il catalogo o visionare l’esposizione preasta (a ingresso libero e aperte al pubblico 3/4 giorni prima dell’asta stessa), registrarsi. Per farlo occorrono: un documento con foto, recapiti telefonici, riferimenti bancari (nome della banca, numero di conto, telefono e nome di una persona di riferimento presso la banca) ecc. A un’asta si può partecipare di persona, via internet, per telefono. Se si partecipa di persona, bisogna passare al banco registrazione per prendere la paletta. Quando è offerto il lotto che interessa, si deve alzare la paletta per fare un’offerta. Il banditore riconosce l’ultimo contendente che rimane come compratore e batte il martelletto. L’applicazione Christie’s Live, offerta dalla casa d’aste Crhistie’s, consente di partecipare via internet e di fare offerte in tempo reale. Offerta telefonica: dopo essersi prenotati, un operatore della casa chiama il potenziale acquirente e fa le offerte al suo posto. Le offerte per telefono possono essere riservate ai lotti più costosi. Sul motore di ricerca Sotheby’s compaiono 95 lotti di Picasso. Il 20 e il 21 maggio prossimo a Milano ne saranno messi in vendita quattro: un vaso di terracotta smaltata di 3925 centimetri eseguito nel 1953 in un’edizione di 400 esemplari, stimato tra i 4.000 e i 6.000 euro; un vaso atzeco con quattro facce (numerato 6/50 e col timbro ”Edition Picasso Madoura” alla base) di 5723x23 cm, stimato tra i 6.000 e gli 8.000 euro; la litografia di 27 x 22 cm Nude woman and man with stick, firmata, numerata 57/125 e datata 11/2/1969, stimata 3-4mila euro. Ultima opera in vendita sarà Gufo, terracotta dipinta di 3022,513 cm, stimata tra i 5.000 e i 6.000 euro. La vendita del 5 maggio a New York ha visto all’asta 36 lotti tra quadri e sculture. I Picasso in asta sono stati quattro: La fille de l’artiste à deux ans et demi avec un bateau, olio su tela di 73 x 54 cm dipinto nel 1938 e stimato tra i 16 e i 24 milioni di dollari; Nature morte, olio su tela di 59 x 92 cm del 1944. Stima: tra i 5 e i 7 milioni di dollari; Buste de Jeune fille (Paloma), olio su tela di 55 x 33 cm dipinto nel 1971. Stima: 900mila – un milione e duecentomila dollari. Homme au mouton mangeur de pastéque et flutiste, matita colorata su carta di 50 x 67 cm del 1967. Stima: 500,000’700,000 dollari. Little Wood OwlArtnet.com (The Art World Online) è uno dei siti internet più famosi al mondo per orientarsi nell’acquisto di opere d’arte. Il suo motore di ricerca riporta i dati di 11.160 gallerie e di 495 case d’asta (comprese Christie’s e Sotheby’s). Cercando Pablo Picasso si ottengono 901 lotti disponibili all’acquisto: sei sono in vendita presso case d’asta online, 811 in gallerie e 84 in case d’asta. Di ogni opera sono indicati titolo, stile, mezzi usati per la realizzazione, misura, edizione stima, prezzo in dollari, in euro, letteratura ecc. Per fare un’offerta e partecipare all’asta è necessario registrarsi. Tra le opere che possono essere acquistate on line c’è Nature morte au verre, litografia del 1953 stimata tra i 2.500 e i 4.500 dollari e Little Wood Owl, una scultura di ceramica realizzata tra il 1880 e il 1945 e il cui prezzo d’asta parte dai 12.500 dollari. Arsvalue, società nata nel giugno 2000, monitora il mercato d’arte moderna e contemporanea in Italia. Il sito monitora 25 gallerie e 34 case d’asta (compreso Sotheby’s e Christie’s Italia). Cercando Picasso, il sito indica i prossimi eventi di cui l’artista è protagonista (al momento Il mondo fantastico di Picasso fino all’8/08/2009 all’Art Forum Würth Capena di Roma), le opere con la relativa descrizione ecc. Il sito riporta anche i 106.322 risultati delle aste di arte moderna e contemporanea che si sono svolte in Italia negli ultimi sei anni. «I mediocri imitano, i geni copiano» (Picasso). Il caso di Shenzhen, città industriale nel sud della Cina, ribattezzata ”Oil Painting Village”. Fino a dieci anni fa ci vivevano solo 300 contadini. Oggi più di 2000 artisti in 200 ateliers vi realizzano le copie delle più famose opere d’arte del mondo. Nel quartiere di Dafen, che detiene il 60% della produzione, si sfornano cinque milioni di falsi d’autore all’anno. Maggiori acquirenti: il mercato estero. Giro d’affari nel 2006: 28 milioni di euro. A New York con 150 dollari si possono comprare riproduzioni di capolavori di Van Gogh, Picasso o Gauguin, realizzati da maestri cinesi (il più affermato si chiama Zhang Libing). Nella hit parade delle opere più copiate, made in China, ci sono I girasoli e Notte stellata di Vincent Van Gogh e Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso. Il caso degli studenti dell’Oberlin College in Ohio, Stati Uniti. Nelle loro camere ci sono tele originali di Picasso, Dalì, Warhol ecc. Grazie a un progetto avviato nel 1940, gli studenti possono affittare i capolavori di proprietà dell’ateneo e portarseli in camera. Costo dell’affitto: 5 dollari. Il collezionista Heinz Berggruen un giorno mostrò a Picasso una banconota da 500 franchi. Il pittore la afferrò, tirò fuori una matita dalla tasca e nel tondo disegnò una corrida. Restituì poi la banconota al Berrgruen e gli disse: «Ecco, adesso vale il doppio».