Roberto Levi, Il Giornale 24/04/2009, 24 aprile 2009
Non so quanti spettatori fossero davanti al video a vedersi la prima puntata di "Essere Valeria" (mercoledÏ su Fox Life, ore 22,45)
Non so quanti spettatori fossero davanti al video a vedersi la prima puntata di "Essere Valeria" (mercoledÏ su Fox Life, ore 22,45). Immagino non molti, anche se Valeria Marini pur sempre un personaggio del jet set televisivo che un qualche richiamo l’ha sempre esercitato per le sue caratteristiche burrose, felliniane, e una certa svagata fragilit da Marilyn de noantri. Per sul satelllite i numeri non possono essere chissach, e se esaurita la spinta dei primi giorni fa molta fatica a catturare pubblico persino Fiorello, figuriamoci la Marini. Per il target del programma penso di averlo indovinato, e questo benedettissimo target (cio il tipo di pubblico cui si rivolge una data trasmissione) del resto facilmente individuabile: "Essere Valeria" si rivolge soprattutto alla mamma di Valeria Marini, e se fosse solo lei ad essere l’unica spettatrice veramente interessata a questo noiosissimo viaggio tra il pubblico e il privato della sua bella figliola non ci sarebbe davvero nulla da stupirsi. A chi altro del resto potrebbe davvero interessare un programma del genere? Le righe che lo presentano, preparate dall’ufficio stampa, recitano con la dovuta diligenza che "Essere Valeria propone un viaggio attraverso il suo mondo fatto di serate mondane e impegni di lavoro e vita nel jet-set, come solo la vita di una vera diva sa essere. Valeria ci parler dei suoi esordi come showgirl, dell’avventura come stilista e imprenditrice della sua linea di abbigliamento e della sua esperienza come scrittrice. Le telecamere la seguiranno anche nei suoi momenti pi˘ personali, in cui scopriremo anche il suo lato meno pubblico di figlia devota, amica generosa, amante appassionata. Sono le persone a lei pi˘ vicine che la svelano, prima fra tutti sua madre Gianna con cui ha un rapporto speciale e un legame fortissimo". La mamma, appunto. La signora Gianna ha tutto il sacrosanto diritto di assistere con spasmodico interesse materno a questo programma perch si sa che dei figli non si conosce mai abbastanza e a maggior ragione se sono vip sempre in giro per il mondo. Ma gli altri? Ma noi? Ma il pubblico? Certo rimarrebbero i fans, gli ultr di Valeria. Ma non si capisce quanto gusto possa esserci nel trovarsi di fronte, come nel primo di questi quattro episodi di 30 minuti ciascuno, una sfilza di inquadrature che immortalano la Marini nel backstage delle sfilate promozionali per la sua linea di abbigliamento, alle prese con costumisti e fotografi, saltuariamente impegnata in qualche soliloquio esistenziale che rivela poco o nulla di s (tipo: la mia vita cosÏ perch io sono cosÏ) all’insegna di un birignao davvero poco spontaneo e coinvolgente. La Marini non si mette in gioco, non si spende con la necessaria generosit, non riesce a uscire dalla tentazione di gratificarsi in una sorta di training autogeno dell’artista cui piace che il mondo le giri intorno, in un’ottica banalmente autoferenziale. Rimarrebbero, a questo punto, le istantanee sulle bellezze della Marini. Ma quand’anche le telecamere la inquadrano sul lettino dei massaggi con il proprio personal trainer non trovano di meglio che farcela vedere mentre telefona a destra e manca, e addio sensualit. Resta quindi solo la mamma, e speriamo che almeno lei resista.