Michele Farina, Corriere della sera 24/4/2009, 24 aprile 2009
JACOB, L’UOMO PIU’ FORTE : «PREFERISCO MACBETH»
«Ai piedi di quella collina vivevano i cannibali – sorride Jacob Zuma ”. Tutti avevano paura tranne re Shaka, che volle un cannibale alla guida del suo esercito». Re Shaka era cattivo... «Era intelligente. il grande padre della nazione zulu. E la sua storia è fonte di ispirazione. Riteneva fondamentale coinvolgere tutti. Anche i più cattivi, anche i cannibali ».
Camicia azzurra, giacca con marchio italiano sconosciuto e forse taroccato, il nuovo presidente del Sudafrica è in piedi davanti al kraal, il recinto di tronchi dove la sera portano le vacche. Dopopranzo, dopovoto. Da una rondavel, tradizionale abitazione rotonda con il tetto di paglia, esce una bambina.
Sinquobile avrà 2 anni. La madre Mantuli, seconda moglie trentenne di JZ e probabile first «first lady», le corre dietro. Indossa infradito di pelo bicolore di mucca. Ha un sorriso rosa, sincero e truccatissimo. Al seggio è stata acclamata come una regina.
Questo villaggio perso tra le colline dello KwaZulu Natal nasconde il segreto del suo eroe più famoso, leader improbabile e al tempo stesso predestinato.
«Mandela è di stirpe regale e ha studiato all’università, Zuma non è andato a scuola perché doveva curare le capre del nonno»: Nosipho ha 17 anni e come altre centinaia di persone nella grande vallata di Nkandla, 3 ore di curve, canna da zucchero e fango dal porto di Durban, ha atteso al seggio l’arrivo di Zuma. La scuola Ntolweni non è mai stata così affollata. Quando appare il 4X4 bianco scoppia la festa. Donne anziane a piedi nudi e ragazze scollate in abito da sera cantano l’inno di Zuma: «Lethu Mshini Wami», portatemi la mia mitragliatrice, fatemi andare per la mia strada. La strada porta dritta ai marmi di Union Buildings, il complesso presidenziale di Pretoria. Il capo tribù locale, l’inkosi Bhekuzumuzi, spiega che sono pronte 8 vacche per celebrare l’insediamento ai primi di maggio. Wiseman Guma, 35 anni, insegnante, già stasera festeggia le prime elezioni pacifiche della sua vita. Wiseman «il saggio» ricorda la carneficina del 1994 tra l’Anc e l’Inkatha Freedom Party (Ifp) considerato il protettore degli zulu. Neri contro neri. «Non potevi dire per chi votavi neppure agli amici per paura di essere ucciso».
Jacob Zuma fu mandato da Mandela a disinnescare lo scontro inter-etnico. Da allora l’ex madriano analfabeta campione di lotta con i bastoni (tradizione zulu) ha fatto della provincia più popolosa e remota il trampolino verso la leadership dell’Anc (2007) e ora la poltrona di presidente.
A Nkandla ha portato l’elettricità (nel 2000). Da vicepresidente, quando a pagargli le spese era un amico imprenditore poi condannato a 15 anni per corruzione (la scuola dei figli, i viaggi, l’auto e l’autolavaggio), JZ si è costruito per 150 mila euro questa casa da patriarca. Terreno brullo, in pendenza, galline che razzolano, il rottame della prima auto (Ford Cortina azzurra) accanto al tendone degli ospiti. Il fratello Michael è custode del kraal e della memoria. Ospitale, ricorda quando Jacob fu condannato per attività sovversiva e spedito 10 anni a Robben Island: «Sulla barca già raccontava storie per confortare i compagni». In galera neppure una visita. «Ma tornò che sapeva l’inglese». Altri 15 anni d’esilio e poi la scalata al potere tra scandali e processi.
E oggi eccolo qui, che esce dalla rondavel dove ha gustato stufato di manzo, il piatto preferito. «Questo posto meriterebbe molti turisti. pieno di storia e bellezza ». JZ preferisce la storia zulu dell’800. «Re Zaka cercava di tirare dalla sua parte i nemici. Però uccideva chi gli mancava di rispetto ». pronto a governare in un momento così difficile? «Con lo stesso spirito di quando giocavo a calcio a Robben Island. Ero un difensore imbattibile. Lei viene dall’Italia. Vorrei vedere l’isola dove è ambientato il Mercante di Venezia. Shakespeare è l’autore che amo di più». Il suo rivale sconfitto Thabo Mbeki cita Shakespeare a braccio.
«Il mio preferito è Macbeth. A noi politici piace il Giulio Cesare, con tutti quegli intrighi. Ma nel Macbeth c’è quanto un uomo deve sapere». E mentre l’elicottero per Joburg già scalda le pale, davanti al kraal vuoto e al fratello curvo, per una volta anziché «datemi la mitragliatrice» JZ si mette a declamare: «La vita è solo un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si dimena...».