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 2009  aprile 24 Venerdì calendario

ESCO DA GENERALI, NON MI HA ASCOLTATO"


Un anno fa scese a Trieste con un certo piglio, molti programmi e uno 0,5% di azioni Generali. Chiedeva governance più moderna, tagli di costi e stipendi, meno concentrazioni azionarie e una gestione più dinamica dei 300 miliardi di premi assicurativi. Ma il vertice guidato da Antoine Bernheim non l´ha ascoltato e – complice l´annata peggiore dal ´29 – la gestione poco dinamica ha fatto guadagnare terreno al Leone rispetto ad Axa e Allianz. Poche settimane dopo quell´assemblea, l´hedge fund Algebris ha venduto quasi tutti quei titoli. Oggi il gestore Davide Serra torna in assemblea per quel che pare un commiato. Bilancio dell´investimento: minusvalenza stimata del 18% (ma il Leone si è dimezzato) e un po´ di esperienza sulle cose triestine.
Dottor Serra, perché è uscito?
«Dopo l´assemblea scorsa ho iniziato a pensare non ci fosse spazio per Algebris come investitore in una società che rifiuta il colloquio, l´ascolto e il dialogo con chi, in nome nel miglioramento, suggerisce alternative».
Sì ma lei aveva stilato un piano di lavoro "quinquennale", e promesso di restare a lungo a Trieste...
«Malgrado 200 investitori istituzionali ci avessero appoggiato, la società ci ha chiuso le porte come fossimo un elemento negativo, non un azionista con cui avere un dialogo strategico e operativo "sano". I nostri suggerimenti sono stati minimizzati, ma col senno di poi pensiamo fossero davvero corretti».
Anche quello di rischiare di più nell´investire i premi a pochi mesi dal crollo dei mercati? Nessun rimpianto?
«Non direi di avere rimpianti. Generali ha solide basi e storia secolare, ma ha performato esattamente come le rivali nei 12 mesi. Uso un paragone sportivo: è un´ottima squadra, allenata male. Il giorno che cambierà l´allenatore probabilmente torneremo ad aumentare l´investimento. Un esempio: Generali ha meno esposizione azionaria delle rivali, ma un portafoglio troppo concentrato per aree e settori. E poco "coperto". Così nel 2008 ha perso sull´equity 4,3 miliardi».
Cosa rimane oggi delle critiche di un anno fa?
«Insisto: la concentrazione delle partecipazioni, su Commerzbank in particolare, è il primo degli errori. Quella banca ha perso il 90% in Borsa e ha acquisito Dresdner da Allianz, facendo un regalo al primo rivale di Trieste. L´unica cattiva idea di Algebris è stata pensare che il cda Generali fosse disposto al dialogo; ci siamo sbagliati. Ora abbiamo dirottato gli investimenti verso altre società finanziarie italiane».
Come vede oggi la corporate Italy?
«Ci fossero più investitori che cercano di cambiare lo status quo, l´Italia avrebbe alto potenziale. Ma da un lato i regolatori vogliono azionisti diligenti e che si facciano sentire, dall´altro strutture di governance bizantine e regole poco chiare complicano le cose. In Generali solo grazie ai nostri legali la Consob ha impedito che si presentasse una lista di minoranza non regolare».