Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 24/4/2009, 24 aprile 2009
COSI’ L’E-BOOK CAMBIA IL NOSTRO MODO DI LEGGERE
Non c´è argomento più trascurato da chi scrive, e certo anche da chi legge, della lettura medesima, ma forse questo sarà l´anno in cui i libri troveranno una nuova forma in cui essere letti come è già successo alla musica, ai film e ai video. Dopo anni di tentativi e di prototipi insoddisfacenti, i produttori pensano di avere imboccato una strada promettente per trovare un equivalente elettronico del libro. I nuovi e-book funzionano: si usano per leggere, anche usando l´iPhone, e più comodamente di quanto succedesse sui visori della generazione tecnologica precedente. Inoltre consentono di acquistare i libri (o meglio, i testi) per via telematica; "scaricarli" spendendo pochissimo, in tempo e in denaro; immagazzinarli senza occupare spazio; trasportarli senza sopportare peso.
Ma cambieranno il nostro modo di leggere? Chiunque abbia avuto e abbia a che fare con libri e giornali potrebbe raccontare storie anche molto affascinanti a proposito della propria passione e dei modi in cui la persegue.
Un intero catalogo di formati, tipi di rilegature, di copertine, di caratteri tipografici, grammature di pagine, persino odori. Un atlante di luoghi: letto, poltrona, divano, sedia, amaca, spiaggia, panchina del parco, vagone del treno. Un kamasutra di gaudenti posizioni: seduti, in piedi, supini, proni, distesi su un fianco; a gambe sollevate, incrociate; in solitudine, in una sala di lettura silenziosa, nel marasma di un bar; sbirciando la pagina di un vicino; sbirciando le reazioni del vicino, come Paolo e Francesca; usando appositi lumini nel buio per non disturbare i dormienti...
Il bambino che trova il modo di leggere persino entro la cuccia delle sue coperte e il pendolare che estrae dalla tasca un´edizione economica; il filologo che, in una biblioteca inaccessibile ai profani, esamina un incunabolo indossando guanti bianchi e lo studente con iPod che tiene a stento aperti gli occhi sulle pagine ben altrimenti istoriate di un manuale interminabile: nulla accomuna i lettori fuori dal fatto di essere appunto lettori e, più di recente, dal fatto accessorio di essere fino ad adesso rimasti legati, tutti, alla forma classica del libro. Appena diverso è il caso dei giornali, dove un embrionale passaggio alla lettura video c´è stato. Ma nei libri tutte le forme di formato elettronico escogitate non hanno creato ancora nuove abitudini consolidate.
I passi avanti che vengono ora annunciati riguardano la comodità e l´efficienza dei supporti, la possibilità di scaricare i testi dalla rete, la velocità dell´acquisto, la navigabilità (per esempio, per parole-chiave) del testo. Alle scorribande dei maniaci della lettura trasversale e del copia-incolla si aprirebbero praterie: se già prima è possibile plagiare una tesi di laurea stando a Riccione a prendere la tintarella ora è consentito addirittura scriverla da sé, acquisendo e consultando i testi necessari senza bisogno di alzarsi dalla sdraio.
Trovare e ottenere rapidamente un testo, poterlo consultare arrivando subito al punto interessante, poterlo trasportare senza appesantirsi sono novità apprezzabili, e quasi certamente riusciranno a far sorgere un nuovo mercato, a questo o a un prossimo stadio di evoluzione tecnologica. Che le forme di lettura a video possano sostituire completamente i comportamenti legati alla lettura su carta, questo è invece più dubbio. Può capitare - e già è fantascienza - per ragioni economiche, se i costi di produzione e distribuzione di opere su carta non dovessero più essere giustificati da un numero sufficiente di lettori interessati. Ma a quel punto ci sarebbero conseguenze molto profonde, per esempio sulla sopravvivenza della lettura lenta, sulla profondità del piacere e su quella della riflessione. Chissà, in quel mondo, come voterebbero gli e-lettori.