Francesco Manacorda, La stampa 23/4/2009, 23 aprile 2009
NATALE SCALA UNICREDIT E’ LA PRIMA DONNA DIRETTORE FINANZIARIO
Un po’ pesa il difficile rapporto con il mercato dopo l’operazione sul capitale a sorpresa dello scorso ottobre, molto incide la sua stella in costante ascesa. Sta di fatto che al prossimo cda Unicredit, in programma il 28 aprile alla vigilia dell’assemblea di bilancio, Marina Natale sarà nominata nuovo Chief Financial Officer del gruppo, la donna che deve tenere sotto controllo la situazione finanziaria della banca in tutte le sue ramificazioni - in questi tempi ovviamente con un occhio assai attento sulle spese - ma essere anche la «voce» di Unicredit di fronte alla platea degli investitori istituzionali che solo nelle ultime settimane ha ripreso a dare fiducia al titolo. Una carica che la proietta in cima alla classifica delle donne manager del settore bancario in Europa.
La Natale, prenderà il posto di Ranieri de Marchis, al quale andrà invece la responsabilità dell’audit di gruppo, a diretto riporto del presidente Dieter Rampl e con un collegamento diretto con il consiglio anche per quel che riguarda il delicato capitolo dei rischi. In Unicredit la notizia del cambio circolava da tempo: secondo alcune fonti sono stati proprio gli investitori istituzionali a chiedere un ricambio, dopo che in ottobre il gruppo ha varato una manovra sul capitale da 6,6 miliardi - tra dividendo in azioni e obbligazioni convertibili - dopo nelle settimane precedenti aveva smentito aumenti.
Classe 1962, laureata alla Cattolica di Milano invece che all’usuale Bocconi e da ventun’anni in Unicredit, la nuova Cfo è uno dei manager più stimati dall’ad Alessandro Profumo, che l’ha vista al lavoro durante tutta la fase dell’espansione a Est.
Proprio la Natale, infatti, ha guidato negli scorsi anni la task force incaricata delle fusioni e acquisizioni, lavorando duro specie sulla complessa privatizzazione di Bank Pekao e poi sull’integrazione con Hvb. Ma in tutto, recita il suo curriculum, ha seguito oltre 50 operazioni per un controvalore di circa 60 miliardi di euro. A luglio dello scorso anno era entrata nel «management commitee» di Unicredit e aveva conquistato i galloni di responsabile del Private Banking. Un avanzamento, ma anche la constatazione che la fase delle grandi acquisizioni era finita e che la banchiera-negoziatrice doveva fare altro.