Giulia Cerasoli, Chi, 29 aprile 2009, 29 aprile 2009
«Credo, come Pier, che la famiglia sia la vera sicurezza di una persona. Con i bambini offriamo un’immagine bella e moderna», dice in questa intervista Azzurra Caltagirone, moglie del leader Udc Pier Ferdinando Casini
«Credo, come Pier, che la famiglia sia la vera sicurezza di una persona. Con i bambini offriamo un’immagine bella e moderna», dice in questa intervista Azzurra Caltagirone, moglie del leader Udc Pier Ferdinando Casini. E spiega la decisione di fare fotografare i piccoli Caterina e Francesco accanto al marito nei manifesti elettorali: «Ho vissuto tutto in maniera naturale. vero, sono molto protettiva con i bambini, ma la nostra è una famiglia unita, ognuno di noi viene coinvolto nel lavoro dell’altro. Non vedo nulla di particolare in questa scelta. Certo non avrei mai approvato se non conoscessi Pier e lui non fosse il papà che è. Ha un rapporto straordinario con i suoi quattro figli. un padre molto fisico e affettuoso. Ha una vera passione per i bambini: ci gioca, si rotola sul prato, è capace di trasformarsi nell’animatore del parco… Vederli sui manifesti con lui è normale». E Casini come marito, come si comporta? «Fa il massimo possibile nella sua condizione. Cambia i pannolini e si alza di notte, visto che Francesco dorme di filato solo da un mese. Ma non è una mamma due. I ruoli sono ben distinti. Sono io a volerlo. Se lui è bravo a giocare a calcio, a me spetta fare i bagnetti e infilare le perline». E in cucina? « negato, nonostante sia un’ottima forchetta. Aiuta solo a mettere i piatti nella lavastoviglie. Per il resto è autonomo. Si fa le valigie e mette a posto». In politica è sempre d’accordo con suo marito? «Ho rispetto delle sue idee. Nel 99% dei casi sono d’accordo, ma lo pungolo il più possibile sulla situazione delle donne. I politici non si rendono conto quanta fatica faccia una donna che lavori a crescere i figli. Soprattutto se non ha aiuti». Che cosa si augura? «Che i miei figli crescano in un Paese dove si affrontino i problemi, invece di discuterne e basta. Dove il quoziente familiare non sia solo uno spot elettorale».