Fulvio Scaparro, Corriere della sera 23/4/2009, 23 aprile 2009
IL ROBOT CHE ACCAREZZA I BAMBINI COSI’ SI SENTONO MENO SOLI
Il primo prototipo di «robot delle carezze», chiamato Probo, è stato presentato all’università di Bruxelles. E’ stato messo a punto dal Dipartimento di intelligenza artificiale. Progettato con sofisticate tecnologie, Probo è stato studiato per i reparti di pediatria. Alto 80 centimetri, completamente interattivo, è simile a un piccolo elefante (da cui il nome Probo, derivato da proboscide) ricoperto di soffice pelliccia, in grado di abbracciare e accarezzare i piccoli pazienti. Il suo software gli assicura un’identità virtuale, un «carattere» e una memoria personali. Così può svolgere i compiti per i quali è stato progettato: «assistere i bambini e prepararli per la routine medica», far loro compagnia, divertirli.
L’elefantino robot è in grado di riconoscere, nel 90% dei casi, le espressioni corporee e facciali (dolore, tristezza, gioia) e di rispondere con sorpresa, emozione, sonnolenza. Per riuscire a interagire, Probo dispone di telecamere digitali, microfoni, sensori posti sotto la pelliccia, 20 microchip che azionano occhi, ciglia, orecchie, bocca e braccia. Il tutto collegato a un computer interno che comanda le reazioni ai «messaggi» che i suoi sensori captano dai bambini. Lo sguardo, le parole e il tono con cui vengono pronunciate, il contatto fisico sono tre pilastri della comunicazione. Per il malato, e ancor più per il bambino malato, la comunicazione del nostro affetto e della nostra attenzione avviene mobilitando i sensi. Guarire e curare non sono sinonimi. Una malattia può essere inguaribile ma del malato occorre sempre prendersi cura per evitare che la sua unica compagna sia la solitudine. Da sempre e ovunque sulla Terra chi soffre trova sollievo nella vicinanza di un altro essere umano che esprima il suo amore con sguardi, parole e contatto fisico. I più piccoli hanno bisogno di questo anche quando sono in perfetta salute, figuriamoci quando le forze li abbandonano. Questa cura può essere sostituita da un sofisticatissimo robot? Certo, Probo è «meglio di niente» se svolge provvisoriamente le funzioni di un super orsacchiotto o di altro oggetto transizionale, in attesa che arrivino i Nostri. E i Nostri sono genitori, fratelli, parenti, amici, personale medico e infermieristico, volontari, chiunque sia in grado di ricordare ai bambini che non sono soli e che l’ambiente umano è lì con loro.