Paolo Bracalini, il Giornale 22/4/2009, 22 aprile 2009
L’IMPERO DI DI PIETRO? ECCO IL DECIMO COLPO: UNA MASSERIA IN PAESE
Spunta un capitolo inedito dell’«immobiliare Tonino». Una nuova masseria comprata dal leader Idv nel suo paese natale, Montenero di Bisaccia, proprio dirimpetto al vecchio terreno di 15 ettari con annessa casa colonica, proprietà ereditata dalla famiglia anni fa e poi diventata un’azienda agricola dove Di Pietro ama ritirarsi per trebbiare e lavorare i campi (il leader produce olio, «L’olio Di Pietro», e grano in quantità notevoli). I dettagli del nuovo acquisto (il decimo), formalizzato il 6 aprile 2007, sono raccontati in un’inchiesta pubblicata nell’ultimo numero della Voce delle voci (un mensile che anni fa aveva come direttore Michele Santoro... scherzi del destino). Per carità, una banale transazione immobiliare fatta da un privato cittadino, particolarmente legato alla sua terra d’origine. Se non fosse per un particolare, non irrilevante nel caso in cui l’acquirente sia anche deputato e presidente di partito (e che partito).
Il fatto è che Di Pietro nel gennaio di quest’anno, dopo un’inchiesta del Giornale sulle molte proprietà di cui dispone, per rispondere e fare chiarezza (ma su un altro giornale) fece un elenco delle proprietà in suo possesso, dimenticandosi però di citare la nuova masseria comprata due anni prima. Sbadataggine, chissà. Nella risposta ai quesiti del Giornale (replica che Di Pietro ha messo bene in vista sul sito dell’Idv, sotto il titolo Calunnie, solo calunnie) Di Pietro si limitò a parlare della prima masseria, quella ereditata dal padre e ristrutturata proprio nel 2007, pochi mesi dopo l’acquisto della seconda (con ulteriori spese da mettere quindi nel conto totale).
Acquisti e lavori possibili grazie a una disponibilità economica di un certo rilievo, su cui qualcuno ha voluto indagare, scavando in particolare sull’uso dei rimborsi elettorali. Il dubbio fu sollevato per esempio dal Gip di Roma, ma fu tutto archiviato. L’ampio «portafoglio immobiliare», non giustificabile solo col reddito dall’attività politica (certo non male: 218mila euro l’ultima dichiarazione), deriverebbe - ha spiegato il leader - dalle compravendite, dai risparmi personali e dalle cause di diffamazione vinte, pari a 700mila euro in totale. Di Pietro querela frequentemente i giornali. Secondo una ricostruzione sarebbero 300 le cause di diffamazione intentate da Di Pietro negli anni, una addirittura - pare - ad un settimanale sportivo piemontese, per una vignetta che raffigurava lui con il commento «Arbitro cornuto».
Veniamo all’ultimo acquisto immobiliare.
Dalla visura catastale risultano due nuovi immobili intestati a Di Pietro nel comune di Montenero di Bisaccia, con atto datato 4 aprile 2007: uno di cinque vani e un altro (un rudere) di 26 mq, comprati - riporta l’articolo della Voce - per una cifra tuttavia non alta: 70-80mila euro. Ma a questa spesa andrebbe aggiunto il lavoro di ristrutturazione già avviato e costato - con tutta probabilità, secondo il mensile - una cifra pari a 120mila euro. Dunque uno shopping immobiliare di 200mila euro totali, che fa di Tonino un importante «latifondista» della zona, con 20 ettari circa di terreno a Montenero, un’area molto estesa che confina per giunta con le proprietà della sorella. Sembra inoltre, racconta la Voce, che Di Pietro sia particolarmente interessato ad estendere i suoi possedimenti terrieri in quella zona, e che avrebbe fatto perciò diverse offerte d’acquisto a proprietari limitrofi, ricevendone per ora solo dei no.
Curiosi poi i dettagli della compravendita. A cominciare dal notaio che ha firmato il rogito, dottor Vincenzo Greco di Termoli. Si tratta di un amico di vecchia data di Di Pietro, nonchè attuale sindaco di Termoli, sostenuto - nemmeno a dirlo - dall’Idv. Ancora più curioso è che la società immobiliare che ha mediato la vendita (dalla signora Maria Di Virgilio a Antonio Di Pietro), si chiami «Immobiliare Di Pietro». Questa volta però le parentele non c’entrano. Il «Di Pietro» titolare della società di intermediazione non è un famigliare, ma una ragioniera del posto, Maria Grazia Di Pietro. C’entrerebbe invece, secondo il mensile campano, un altro rappresentante dell’immobiliare omonima del leader, il signor Bruno Di Bello, ex consigliere provinciale Idv. Se così fosse davvero, sarebbe una transazione immobiliare da Idv a Idv passando per l’Idv. Quando si dice un partito unito.
La Voce riporta anche un’indiscrezione che aggiungerebbe un altro, sorprendente, tassello alla vicenda dell’«immobiliare Tonino». Un vecchio investimento in un terreno a Timisoara, Romania, poi adocchiato dalla Coca Cola per impiantarci uno stabilimento. Tonino avrebbe fatto così un affare milionario. Ma su questa presunta avventura romena di Di Pietro, ci sono solo domande.