Claudio Tito, la Repubblica 22/4/2009, 22 aprile 2009
DALLA MERCEDES ALLA ROMA I SENSI PRONTI A VENDERE
Una joint venture tedesco-svizzera-italiana bussa alla porta della famiglia Sensi. Obiettivo: acquisire il controllo della As Roma e scommettere su quello che potenzialmente è un grandissimo affare: la costruzione del nuovo stadio. Il management di Italpetroli, la società controllante dei giallorossi, è stato contattato dagli emissari della cordata che si è formata solo per «conquistare» il team capitolino. Un´alleanza fondata sulla famiglia Flick che aveva creato un «impero» con l´industria bellica in epoca nazista e che fino al 1986 deteneva addirittura il pacchetto azionario di maggioranza della Mercedes, il colosso automobilistico di Stoccarda. Una cessione che 23 anni fa ha fruttato 2,6 miliardi di dollari. Da quel momento gli eredi di Friedrich Karl Flick hanno trasferito la loro base logistica in Austria convertendo gli investimenti industriali in finanza pura. E al momento il patrimonio della «dynasty» supera i 4 miliardi di euro.
Uno dei successori, Volker, è stato attratto dal business stadio. La squadra di Totti e Spalletti è una delle poche - tra le grandi in Europa - a non contare su una struttura di proprietà. Il gruppo tedesco, allora, ha avvicinato lo staff di Italpetroli e in particolare il legale di fiducia dei Sensi, Gianroberto De Giovanni, dopo aver formato un panel di investitori, alcuni dei quali già inseriti nel mondo del calcio. Si tratta in primo luogo di Vinicio Fioranelli, italiano ormai residente in Svizzera da molti anni e fondatore della Fio Group, società di soccer management. In più è stato inserito anche un socio interamente italiano, che per il momento viene tenuto in gran segreto.
Sta di fatto che la joint venture da circa due mesi sta valutando il dossier Roma ed è pronta a mettere sul tavolo una cifra di tutto rispetto. Un anno fa, per fare un esempio, George Soros aveva firmato un assegno di 283 milioni di euro. L´interesse manifestato nei confronti dei Sensi è stato limitato all´asset calcistico. Al momento l´offerta non è stata formulata ufficialmente, ma la trattativa è a un punto avanzato. Già nelle prossime settimane potrebbe prendere corpo con una proposta formale e successivamente con la presentazione di un´Opa. Le intenzioni, infatti, sono quelle di depositare un´offerta totalitaria di acquisto come prescrive la legge per le società quotate in borsa.
Per il momento gli emissari di Flick si sono rivolti solo a Trigoria. Non hanno consultato Unicredit, la banca che detiene il 49% di Italpetroli ed è esposta con la famiglia Sensi per 365 milioni di euro. Il piano di ammortamento avrebbe previsto a dicembre scorso un primo rientro per 130 milioni. Ma la rata non è stata versata. L´istituto guidato da Alessandro Profumo ha fatto sapere da tempo di essere decisa a determinare un cambio al vertice di Italpetroli e in particolare della As Roma, l´unico cespite in grado di produrre utili. Qualche mese fa ha suggerito di sostituire l´advisor incaricato di valutare e vendere i beni dei Sensi - ora è Lazard, non più Banca Finnat - e ha avviato autonomamente, attraverso il vice di Profumo, Paolo Fiorentino, una sorta di giro d´orizzonte per individuare i potenziali acquirenti. Una ricerca che potrebbe far piovere sulla città più di un pretendente. Chissà se il cda della Roma anticipato a domani (in genere si riunisce l´ultima settimana del mese) non sia già chiamato a discutere il «piano Flick».