Enrico Franceschini, la Repubblica 22/4/2009, 22 aprile 2009
SEMBRO UN GARAGE MA CE L’HO FATTA
nata una stella. Ma somiglia, è lei la prima ad ammetterlo, «a un garage». Non è giovane: ha 47 anni e ne dimostra dieci di più. Non è magra: «Sono grassottella e mi vado bene così», dice. E certamente non è bella: confessa di non avere mai avuto un boyfriend, né mai baciato un uomo. Eppure Susan Boyle ha più fan di ogni altro personaggio al mondo: in appena una settimana oltre 100 milioni di persone hanno guardato su YouTube e su altri siti il video di lei che canta I dreamed a dream, il brano dal musical Les miserables, durante "Britain got talent", un reality show britannico simile all´appena concluso "X-Factor" italiano.
Nubile, bruttina e imbranata, Susan suscitava risolini di scherno tra giurati e spettatori quando è salita sul palcoscenico, ma appena ha cominciato a cantare è accaduto un miracolo, la sua voce ha conquistato tutti e in breve tempo è diventata un fenomeno su Internet, polverizzando ogni record precedente: nessun video era mai stato visto da tanta gente in così poco tempo. « cinque volte più popolare di Barack Obama», scrivono i tabloid londinesi, facendo il confronto con i 18 milioni di persone che hanno guardato la cerimonia di inaugurazione del primo presidente nero della storia.
Chiunque può fare la prova, digitando il suo nome su Google e guardando i tre minuti della sua interpretazione: all´inizio si è tentati di sghignazzare, alla fine è impossibile non avere le lacrime agli occhi. « una parabola del nostro tempo», scrive il quotidiano Guardian, ma cosa vuol dire? Qualcuno afferma che si tratta semplicemente di una voce straordinaria. Altri sostengono che è la vecchia favola del brutto anattrocolo, della rana trasformata in principe (o principessa), ovvero che sarebbe il contrasto tra il suo aspetto e la sua voce ad attirare su Susan una curiosità morbosa. « come l´orco Shrek del cartone animato», ironizza Rosie O´Donnell, una cattiva dei talk-show radiofonici americani. Tutti però riconoscono che quello che è accaduto è la riprova del sempre più grande potere di Internet. «Nella nostra era ognuno ha diritto a tre minuti di celebrità», sentenziava Andy Warhol negli anni Ottanta, ma oggi tre minuti di celebrità, grazie alla grancassa del web, e della tv planetaria di YouTube possono rapidamente fare di un nessuno l´uomo o la donna più famosa del pianeta.
E lei, che viveva sola, col suo gatto, una collezione di vecchi lp e il sogno di diventare una cantante, come reagisce ai 100 milioni di fan, a 60 interviste in una settimana, agli inviti al Larry King e all´Ophra Winfrey Show negli Usa, al contratto proposto da una casa discografica, all´offerta di un produttore di film porno pronto a darle 800 mila euro perché «perda la verginità» davanti a una cinepresa? «Sono felice come sono, anche se quando ho guardato il video della mia canzone ho pensato che somiglio a un garage e mi sono sentita mortificata», dice dalla sua casetta di Blackburn. «Ma non credevo di riuscire a commuovere così tanta gente, e a rivedermi mi sono commossa anch´io. Da giovane i coetanei mi prendevano in giro, e i loro commenti bruciavano, ma ora sono tutti gentili. Ridevano di me, ma ride bene chi ride ultimo, no? Ho sempre amato cantare ma non avevo mai avuto l´opportunità di farlo in pubblico. L´importante, nella vita, è non arrendersi. Fare un passo alla volta, sperando che prima o poi arrivi l´occasione».