Alessandra Carini, la Repubblica 22/4/2009, 22 aprile 2009
CHIMICA, TIR E ORDINATIVI DALL’ESTERO COSI’ IL MADE IN ITALY AVVISTA LA RIPRESA
C´è chi ha rovesciato il tradizionale motto "speriamo in meglio e prepariamoci al peggio", in un promettente: "prepariamoci al meglio". Del resto l´economia, si sa, è fatta anche di aspettative. E l´attesa, o, meglio, il timore, fondato sui dati di gennaio e febbraio, era quello di una primavera gelida. E invece con marzo sono arrivati i segnali di una frenata nella caduta e qualche promettente segno di risveglio. Lo rileva la Banca d´Italia nel suo ultimo bollettino che, prudente, parla di un´attenuazione nella morsa della recessione. Lo hanno segnalato gli imprenditori che, nell´ultima indagine della fondazione Nord-est, hanno allentato il pessimismo su ordini e vendite all´estero. Lo dicono le ultime valutazioni sull´andamento dei consumi fatte dall´Istituto Piepoli che ad aprile segnala una qualche attenuazione nella caduta degli acquisti. Lo mostrano, a quanto afferma il ministro delle Attività Produttive, Claudio Scajola, i dati di febbraio che «danno un aumento del 3,5% degli ordinativi dall´estero».
Ma anche a livello internazionale tutti i termometri che hanno misurato la crisi in questi mesi e che avevano continuato a scendere si sono fermati o hanno rimbalzato sul fondo raggiunto: dalla domanda di materie prime, valutata sui futures, al Baltic-Dry Index che segnala le variazioni dei prezzi nel trasporto via mare. E poi ci sono i primi squarci in un panorama che ha visto finora una crisi che non ha risparmiato nessuno: le economie di India e Cina mostrano anche esse un freno nella caduta delle esportazioni e ieri in Germania l´indice Zew che misura le aspettative sull´economia tedesca, è tornato positivo dopo 21 mesi di dati con il segno meno davanti.
La fine dell´incubo di una primavera gelata, con indici ancora in caduta, ha aperto la speranza di una qualche ripresa entro l´anno. Anche se a dominare è per ora la prudenza. Primo perché i segnali non sono univoci: nelle zone manifatturiere del Nord, ad esempio, i consumi elettrici segnalano un marzo ancora piatto. Secondo perché si parte da livelli molto bassi ed è probabile che non poco abbiano pesato, nei rimbalzi di questo inizio di primavera, il pesante destoccaggio cui l´industria è stata costretta anche dalla crisi finanziaria. Nella chimica, che, per tradizione, producendo un bene intermedio, è la prima a rilevare le inversioni del ciclo, c´è stata una piccola ripresa della produzione e un rialzo nei prezzi dell´etilene, ma si parla di livelli del 25-30% inferiori all´anno scorso. «Se ripresa sarà, i tempi saranno lunghi e lenti», dicono alla Federchimica. Terzo, infine, è che non c´è un segnale di svolta sul fronte dell´occupazione: «Siamo in stand by dentro la crisi, marzo è fermo. Non ci sono segni ripresa neanche nelle assunzioni che sono le prime a reagire: del resto l´occupazione entra per ultima e esce per ultima dalle crisi», dice Bruno Anastasia, che per Veneto Lavoro cura un osservatorio all´avanguardia nelle statistiche sul mercato del lavoro.
Ma la "stabilizzazione della discesa" come la chiama il presidente degli industriali veneti Andrea Tomat, ridà non solo speranze, ma anche possibilità di resistenza ad un mondo manifatturiero che ha fatto ricorso a tutta la sua flessibilità per affrontare questi mesi di crollo della domanda, ma che non può fare miracoli se non riprendono ordini e vendite mercati. Così perfino la fine della latitanza dei Tir sulle strade, misurata dalla modesta caduta dell´1% a marzo nel traffico pesante sull´autostrada Venezia Trieste, è stata accolta con sollievo. «Il peggio è passato. Da qui non si può che ripartire, anche se solo dall´autunno potremo attenderci un consolidamento delle aspettative» dice Alessandro Vardanega, presidente degli industriali trevigiani. Ma la voglia di ripresa ha fatto breccia tra le industrie del made in Italy che, del resto, hanno presentato finora andamenti molto diversi, con aziende e settori scampate alla crisi, come quelle dell´alimentare e alcuni comparti della meccanica e perfino alcune aziende del tessile e delle calzature. «La raccolta ordini dà dei dati indicativi positivi», dice l´amministratore delegato della Benetton, Gerolamo Caccia Dominioni. Il settore del mobile guarda con speranza un Salone che annuncia record di espositori. «Ci sono timidi segnali di ripresa del mercato italiano e situazioni meno critiche in Russia e Giappone», dicono alla Calligaris gruppo leader nell´arredamento. E alla San Benedetto, a testimoniare che una rondine può essere segno di primavera, hanno chiuso il periodo di cassa integrazione.