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 2009  aprile 22 Mercoledì calendario

RIVINCITA A SORPRESA DEGLI INVISIBILI (AI TEMPI DELLA CRISI)


Ferdi, il rom maltratta­to dalla vita che trionfa al Grande Fratello, e Matteo, impiegato livorne­se con 18 anni di gavetta alle spalle, un Cocciante con qualche centime­tro in più, che vince a X Factor. E an­cora Alessandra, cameriera di Galati­na che si aggiudica il podio di Amici con una gran voce sì ma con un fisi­co non proprio da pin up. Prima di loro Giusy, cassiera all’Esselunga di Corbetta, Milano, fisico mignon ma mostro canoro del 2008 e Arisa, vin­citrice a Sanremo giovani, estetista da Pignola di Potenza che per fortu­na non abbiamo mai visto senza truc­co.

Gente troppo scialba e normale per la società dello spettacolo, gente che incontrata per strada fino a poco fa non si sarebbe guadagnata neppu­re uno sguardo da parte di discografi­ci, pubblicitari o altri strateghi a cac­cia di nuovi talenti, e che adesso è travolta da impensabile successo nei reality, nei talent show, su YouTube. E’ la riscossa degli invisibili, quasi che la crisi facendo pulizia di molto superfluo abbia incrinato anche il modello mediatico finora vincente narcisista e sfacciato, povero di valo­re e di valori. Come in un curioso contrappasso, nella televisione che gioca con il teatrino del Vero/Falso, si insinuano inattesi sprazzi di auten­ticità.

Ma saranno sul serio così genuini i nuovi eroi catodici o non piuttosto il frutto di ennesima occulta e sa­piente costruzione? Se ci si imbatte in Arisa, 26 anni consapevoli e inge­nui, è tutto trasparente e, anche a es­sere prevenuti, il sapore di autentici­tà si rinforza: «Non ho mai avuto il problema di essere invisibile, perché volevo che mi vedessero le persone che hanno valore per me, mia sorel­la, il mio fidanzato... Piuttosto mi so­no sempre sentita speciale, sapevo che qualcosa sarebbe accaduto, lo aspettavo, ma senza strafare, senza scendere a compromessi; oddio, a sentirmi parlare così mi sembro ma­dre Teresa di Calcutta buonanima, ma è vero. Se mi dicevano, come mi hanno detto a un’audizione, che imi­tavo Giorgia, Mina, Mariah Carey, ri­manevo confusa, non capivo, ma an­davo avanti». E oggi, la vita è cambia­ta? «Mah, non mi accorgo di nulla, non leggo i giornali, lavoro tanto. Quando incontro qualcuno, mi pre­sento col mio nome come sempre ’Piacere Rosalba’, ma la gente mi ri­conosce e ride ’Tu sei Arisa’». Si sen­te più a suo agio con quel trucco sul viso, quasi una seconda faccia costru­ita dalle sue mani, o senza? «Di sicu­ro senza, ma so che sono più bella così».

Il viaggio nell’altra Italia (o nell’al­tra tv?) finora silenziosa e anonima continua con Marcello Calabria Tor­re, 31 anni, fornaio bergamasco di Ci­vidino arrivato secondo dopo Ferdi, che si era presentato nella discoteca della sua zona dove facevano i provi­ni per il Grande Fratello «per fare un’esperienza diversa». «Non ce la fa­cevo a credere che i provini conti­nuassero: io mi sentivo normale, semplice, intorno a me solo perso­naggi assurdi». Ora per strada tutti lo abbracciano, ma Marcello resta con i piedi per terra: «So che è un momento di gloria che passa; il mon­do dello spettacolo non fa per me, vorrei aprire una croissanteria vicino a casa, dopo aver studiato da pastic­cere ». E non cambierà neppure i fe­deli stivaletti pitonati, presi in giro da Belen Rodriguez in trasmissione. «A me piacciono così».

Persino intorno al gruppo Aram Quartet, portato alla vittoria l’anno scorso a X Factor da Morgan aleggia la stessa aria di normalità. Quattro ra­gazzi impegnati e non viziati della provincia, che cantano da quando hanno sette anni in quel di Lecce e che prima, in gavetta solitaria, han­no sbattuto più volte il naso («Dipen­derà dal carattere ma secondo me le batoste t’intostano, ti danno cazzim­ma » dice Antonio Maggio, 22 anni, il più giovane), poi si sono uniti, decol­lando «ma rimanendo ognuno se stesso, senza omologarci».

Gavetta quasi eterna per Matteo Becucci che ricorda lo scoraggiamen­to infinito quando l’autore di tante canzoni gli disse: «Canti molto bene, scrivi bene, ma con te non so cosa farci». Ha continuato: «Non è facile con il doppio lavoro e due figlie. Sa­rei andato avanti anche se non ce l’avessi fatta neppure stavolta. Canta­re fa parte di me. E poi se c’è il talen­to alla fine la gente se ne accorge».

Se ne sono accorti, in tutto il pia­neta, quando Susan Boyle ex perpe­tua scozzese di 47 anni dal fisico irri­mediabilmente ingrato, ha intonato con voce d’angelo I Dreamed a Dre­am al talent show inglese, prenden­dosi la rivincita sui giudici che al suo arrivo la guardavano irridenti e su una vita accidentata, di single segna­ta dalle feroci frustrazioni giovanili. Bistrattati nel mondo, abbiate fidu­cia.