Rocco Cotroneo, Corriere della sera 22/4/2009, 22 aprile 2009
LA TRIPLA VITA DI LUGO: VESCOVO, PRESIDENTE, PADRE
Fernando Lugo era un vescovo un po’ particolare. Paladino dei poveri, girava tra i villaggi in camicia, sandali e giubbotto da fotografo, e alla suggestione del regno dei cieli preferiva quella della giustizia sociale. per questo che il Paraguay un anno fa lo elesse presidente della Repubblica, piegando i poteri che dominavano da mezzo secolo l’impoverito Paese sudamericano e senza lasciarsi condizionare dalle sanzioni del Vaticano.
Che invece Lugo applicasse il suo magistero in maniera così disinvolta era difficile da immaginare. Quanti figli ha davvero il monsignor-presidente? Uno sicuramente, lo ha ammesso la scorsa settimana. Il secondo è spuntato lunedì, e Lugo finora non ha nè negato nè confermato. Quanto al terzo è ancora solo una voce, rimbalzata da un blog alla stampa locale. Da problema personale, il caso è ovviamente diventato politico e c’è un’aggravante: le due donne che hanno chiesto il riconoscimento di paternità erano molto, ma molto giovani, quando hanno conosciuto il vescovo di San Pedro.
Con il primo caso, Lugo se l’era cavata piuttosto bene. Ha subito ammesso di essere il padre del piccolo Guillermo, un anno e 11 mesi, frutto di una relazione nemmeno troppo segreta con Viviana Carillo: all’epoca Lugo aveva già annunciato di lasciare la Chiesa per entrare in politica. La denuncia di Benigna Leguizamon, madre di un altro bambino che oggi ha 6 anni, è invece più pesante. La donna ha raccontato di aver conosciuto l’allora vescovo quando aveva 17 anni, nel 2001. Si era rivolta a lui per chiedere aiuto, perché aveva già un figlio, era poverissima e il padre del bambino era sparito. «Lugo mi aiutò, ma approfittò del mio stato di necessità – ha raccontato la donna, che ha poi lavorato per anni come addetta alle pulizie nella diocesi ”. Sono sicura che è lui il padre del mio secondo figlio e gli do 24 ore di tempo per ammetterlo altrimenti chiederò il test del Dna». In un messaggio al Paese, Lugo si è messo a disposizione della giustizia, «sempre e soltanto con l’obiettivo della verità», ma non ha ammesso.
Duplicato lo scandalo, con un’opposizione agguerrita e pronta ad approfittarne, le due donne hanno raccontato altri particolari. La prima sostiene che la relazione con il vescovo era iniziata quando lei aveva appena 16 anni. Benigna ha invece raccontato che Lugo sapeva di essere il padre del bambino, «mi ha pagato l’affitto di casa per un po’, poi è sparito».
Per Fernando Lugo, insomma, le cose si mettono male. Il suo mandato compie un anno in questi giorni e lo scandalo ha bruciato in poche ore i buoni indici di popolarità. La presidente del partito Colorado, di opposizione, sostiene che Lugo potrebbe persino affrontare un processo per violenza sessuale: in Paraguay la legge non permette rapporti, nemmeno se consenzienti, tra un adulto e una ragazzina di 16 anni.
Da più parti si chiedono le sue dimissioni. La Chiesa cattolica tradizionalista, che lo ha osteggiato nella carriera politica, ora si vendica: «C’erano già denunce, per questo lasciò la diocesi di San Pedro nel 2004, altro che passione politica», ha detto monsignor Rogelio Livieres, rivale storico.
Le due donne sostengono di aver già ricevuto pressioni per denunciare i fatti durante la campagna elettorale, ma di aver rifiutato denaro per non prestarsi al gioco degli avversari di Lugo. Evidentemente non lo ritenevano il mostro che oggi dipingono.