Varie, 22 aprile 2009
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Ravasin Paolo
• Ceggia (Venezia) 4 aprile 1960 • Nell’aprile 2009 «ha affidato al soffio della sua voce l’accusa più dura, l’appello di un uomo malato che sta per perdere l’ultima chance di decidere della propria vita. [...] da 10 anni affetto da Sclerosi laterale amiotrofica, immobilizzato a letto in una casa di riposo vicino a Treviso, ha inviato un video messaggio al presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato in cui con la forza che gli resta grida il suo ”no” al disegno di legge sul testamento biologico approvato due settimane fa al Senato e adesso al vaglio della Camera dei deputati. ’Volete sottrarmi l´unica libertà che mi è rimasta: quella di poter decidere sulla mia morte. Avete approvato un decreto che rende carta straccia la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e idratazione forzata”. Con lo sguardo fisso alla telecamera e un filo di voce per ribadire la sua volontà, Paolo Ravasin, mette in guardia contro il rischio di incostituzionalità del testo approvato al Senato. ”L’Oms ha sancito che l’alimentazione e l’idratazione artificiali sono dei trattamenti sanitari a tutti gli effetti: questa legge è anticostituzionale perché non mi consentirà di rifiutare tali trattamenti”. Ravasin, nato e cresciuto a Treviso, è attaccato a un ventilatore artificiale che pompa aria nei suoi polmoni, ma è ancora in grado di nutrirsi attraverso una lenta deglutizione e cibi frullati. Finché il corpo glielo permetterà, Ravasin ha ribadito di voler continuare ad alimentarsi in questo modo, e infatti nel luglio 2008 aveva registrato un altro video messaggio con il quale rendeva pubblico il suo volere rispetto alle terapie. ”Al peggiorare della mia condizione, sospendete tutte le cure”, aveva chiesto. Oggi però quella sua volontà gli appare inapplicabile. ”Questa legge rende carta straccia le mie direttive anticipate ed in particolare la mia decisione di non sottopormi ad alimentazione e nutrizione artificiale quando non sarò più in grado di farlo”. Ravasin, che nel video cita più volte Piergiorgio Welby morto nel dicembre del 2006 rivendica la sua ”libertà di scelta in un grido che non è di disperazione ma carico di speranza umana e civile”. [...]» (Maria Novella De Luca, ”la Repubblica” 22/4/2009).