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 2009  aprile 22 Mercoledì calendario

L’ALIBI DI ALBERTO - SECONDA PARTE


Avvocato Angelo Giarda

Signor Giudice, il PM accusa Alberto Stasi di avere fornito un «alibi falso» per la mattina dell’omicidio (13 agosto 2007). Ma non è così e noi siamo in grado di provare che quanto dichiara Alberto, e cioè di essere rimasto a casa a scrivere la tesi, corrisponde al vero. Cominciamo dai dati storici e non dalle ipotesi: la sera del giorno 12 la tesi aveva 151 pagine, mentre la mattina del giorno 14 ne aveva 155. Queste 4 pagine, in un qualche momento, tra le 18 e 56 del giorno 12 e le ore 8.14 del giorno 14 agosto (quando il computer viene SPONTANEAMENTE CONSEGNATA DA STASI ai carabinieri), devono pur essere state scritte. Fermo restando che non poteva che averle scritte Alberto Stasi: non c’era infatti nessun altro in grado di poterlo fare. La conferma della rispondenza al vero di quanto Alberto stesso ha dichiarato, si conferma confrontando l’ultimo file temporaneo visibile rimasto sull’hard disk del suo pc risalente alle 18.56 del 12 agosto 2007, e il file della tesi così come risulta (in mamo ai carabinieri) alle ore 8.14 del giorno 14 agosto. Attraverso quale strumento, signor Giudice? Attraverso l’analisi del cosiddetto CONTEGGIO DELLE PAROLE. I risultati ottenuti attraverso questo strumento di cui è dotato Word rispettivamente per l’ultimo file temporaneo disponibile: quello delle ore 18.56 del 12 agosto, e per il file della tesi delle 8.14 del 14 agosto dà questa indicazione: nella tabella n°1 il CONTEGGIO PAROLE riguarda il file del 12 agosto, nella tabella n°2 riguarda il file come risulta chiuso alle ore 8.14 del 14 agosto.
Il tempo impiegatoper scrivere al pc

Confrontando le due tabelle si comprende con chiarezza che, tra questi due momenti sono state aggiunte: 4 PAGINE, 1.589 PAROLE, 9.401 CARATTERI spazi ESCLUSI, 10.969 CARATTERI spazi INCLUSI, 28 PARAGRAFI e 143 RIGHE. (...) Confrontando i due testi, si può osservare come il lavoro svolto da Alberto la mattina del 13 agosto a casa propria, non si sia limitato alle aggiunte, ma sia stato più ampio: infatti Alberto, la mattina del 13, ha eliminato e sostituito alcune parti di testo precedentemente scritte; l’incremento di cui al conteggio parole è stato pertanto più ampio a quello effettuato la sera precedente. Si può anche riscontrare che è stato fatto un lavoro di revisione del testo, con correzione ed integrazione di riferimenti normativi, modifiche alla punteggiatura e rifacimento di alcuni calcoli: tutte attività che non si improvvisano ma che richiedono del tempo. Credo che non ci voglia molto, signor Giudice, per ricordare che ciò che uno scrive a 23/24 anni non è quello che può scrivere a 60, perché forse alla seconda età si riesce a scrivere anche di getto, a 23/24 anni si scrive a sussulti, quindi con la necessità di ritornare sul testo, rivederlo, rimodificarlo, ricompattarlo da tanti punti di vista.
Il lavoro la seraa casa Poggi

Nello spazio temporale compreso tra le 19.12 e le 23.33 del giorno 12 agosto 2007, sono stati operati: 4.486 CARATTERI spazi ESCLUSI, 5.208 caratteri spazi INCLUSI. Abbiamo poi anche aggiunto che, considerando quello che è stato fatto da Alberto quella sera, il file ritrovato (ovvero le battute operate) è molto più vicino all’ora finale delle 23.34. Infatti Alberto quella sera ritorna a casa per sistemare il proprio cane nel garage, 5/10 minuti per trasferire le foto della vacanza, c’è poi l’attività di consumazione della pizza e dunque non si può pensare che ci fossero dei ritmi forsennati di lavoro.
La mattina del 13a casa Stasi

Il secondo confronto si estende nell’arco temporale che va tra le 23.33 del 12 agosto e le 8.14 del 14 agosto. Sempre attraverso lo strumento del CONTEGGIO PAROLE risulta che sono stati aggiunti 5.735 CARATTERI spazi ESCLUSI, 6.732 CARATTERI spazi INCLUSI. (...) Riscontriamo anche che le modifiche apportate fra le 19.12 e le 23.33 del giorno 12, sono minori rispetto a quelle apportate successivamente, vale a dire nel lasso di tempo che va dalle 23.34 del giorno 12 agosto alle ore 8.14 del 14 agosto. Questi sono dati inconfutabili di carattere documentale ricavabili dal computer.
Ecco l’alibi di ferronel giorno del delitto

(...) Tra le 19.00 e le 23.00 sono passate 4 ore, il tempo di sistemazione dedicato alla tesi, la sera del 12, saranno stati due, due ore e mezzo; se per scrivere 5.208 caratteri (spazi inclusi) ci vogliono due ore, due ore e mezzo, per scrivere 6.632 caratteri ci vuole quanto meno lo stesso spazio, esattamente quello che intercorre tra le 10.17 del giorno 13 (quando Alberto accende il suo pc) e l’uscita dalla propria casa fra le 13.30 e le 13.00 (quando Alberto va a casa di chiara). Lui dunque dice la verità, quando afferma di avere scritto al computer dalle 10.17 (o pochi minuti dopo, perché prima si sofferma prima a guardare una foto erotica) fino al momento in cui esce di casa per andare da Chiara che non rispondeva.

Allora, vede signor Giudice che, attraverso questo sistema del conteggio parole, possiamo concludere che Alberto non ha raccontato una serie di fandonie ma ha detto esattamente ciò che è avvenuto tra la sera del giorno 12 e la mattina del giorno 14.
Tutti i movimentidi Stasi fra il 12 e il 13

Riguardo gli spostamenti che Alberto ha fatto tra la sera del giorno 12 e le ore 13.00 circa del giorno 13 agosto, vi sono due testimonianze importanti. Sono quelle dei signori Riboldi Antonio e Riboldi Fabio, vicini di casa della famiglia Stasi. Essi fugano ogni dubbio circa l’assoluta veridicità del racconto di Alberto. Nelle 44 ore di interrogatorio, ha detto di essere rientrato a casa verso le ore una del 13 agosto 2007, dopo essere andato e tornato a metà serata per accudire al cane.
Le confermedei vicini di casa

Il 10 settembre 2007 Riboldi Fabio, dice: «Il cane degli Stasi teme tremendamente il temporale, e nel caso in cui si verifichino anche solo i lampi inizia ad agitarsi e a graffiare la porta d’ingresso e la porta basculante del garage. Il cane riesce a tranquillizzarsi solo esclusivamente se lo si rinchiude nel furgone parcheggiato all’interno del box esterno. Solo se sono presenti gli Stasi il cane in caso di temporale si tranquillizza, entrando all’interno dell’abitazione». Ecco signor Giudice, perché Alberto, che era con la sua fidanzata, essendo in vista un temporale si preoccupa di andare a sistemare il cane.

Il signor Riboldi Antonio (fratello di Fabio), aggiunge: «Nell’estate del 2007 non ho fatto vacanza. (...). Alle ore una circa di lunedì 13 agosto, nel mentre ero a letto, ho udito il rumore dell’auto di Alberto che rientrava dalla porta carraia della propria abitazione. Sono sicuro che era l’auto Golf di Alberto, perché non era la prima volta che ne percepivo il rumore. Non ho visto chi fosse alla guida - ero a letto - ma mio figlio Fabio, mio figlio Fabio ancora sveglio mi notiziava che era rientrato Alberto. La camera in cui dorme mio figlio è adiacente al viale che, dalla porta carraia di villa Stasi, porta ai box esterni. Nelle ore successive non ho sentito altro rumore e non ho visto Alberto uscire». Ancora: «Solo alle successive ore 13.30 - 14,00 sempre del 13 agosto 2007, ho sentito nuovamente l’auto di Alberto uscire dalla porta carraia. Sono sicuro che l’auto da me sentita entrare ed uscire dalla porta carraia della villa degli Stasi alle ore una ed alle ore 13.30 del 13 agosto fosse quella di Alberto, perché ho imparato nel corso degli anni a riconoscerne il rombo e il rumore dei pneumatici dal ciottolato. Preciso che la Bmw X3 non entra dalla porta carraia ma dall’ingresso principale. La Volvo in uso ai coniugi Stasi era in vacanza con loro e presenta uno slittamento della cinghia del motore. Il furgone invece era parcheggiato all’interno dei box esterni e dunque ero sicuro che la macchina era di Alberto». Giarda: da questa testimonianza precisa ricaviamo due fatti storici sicuri: Alberto è rientrato a casa all’una ed è uscito alle 13.00 del giorno 13. Dunque non ha ucciso chiara
Il Pm è smentito da due testimoni oculari

Eppure, signor Giudice, secondo l’ipotesi accusatoria del PM, dopo le 10.17 Alberto sarebbe uscito con la propria bicicletta, ”nera” - pardon! – ”bordeaux” e da uomo, per andare a casa di Chiara e fare quello che è ipotizzato nel capo d’imputazione, perché questa è la situazione. Non solo, ma signor Giudice dobbiamo pensare che sia anche tornato, sempre con la bicicletta. (...). Ma signor Giudice, bisognava aprire un cancello, possibile che Riboldi che sente vede tutto stavolta non abbia sentito aprire il cancello? O un qualunque passo carraio o qualunque cosa che facesse uscire dalla recinzione della villa degli Stasi? Non solo, secondo il PM, Alberto è andato e sarebbe ritornato con la stessa bicicletta e forse con vestiti diversi, perché è inimmaginabile che chi ha fatto quello che ha fatto sul povero corpo di Chiara Poggi, potesse essere uscito da quella casa indenne da tutte le tracce di quello che era avvenuto, eppure Riboldi non vede niente! Non vede niente, non sente niente! Sente solo che alle 13.00 Alberto esce da casa sua. Questo racconto di Riboldi è un racconto assolutamente coerente con quello che ha fatto Stasi ed è assolutamente incoerente invece con la ricostruzione fatta dal PM. Signor Giudice, questa è una testimonianza che non si può cancellare ed è una testimonianza assolutamente tranchant.
L’ipotesi assurdadell’assenza di rumori

Però il PM obbietta: «Riboldi quella mattina non ha sentito rumori provenire da casa Stasi, dunque si può ipotizzare che Alberto non fosse in casa». Ma scusi signor Giudice, questo argomentare scontra un’altra petizione di principio, vale a dire che Alberto stando in casa avrebbe dovuto fare casino - scusi l’espressione - per farsi sentire da Riboldi. Magari doveva cantare! Invece che stare al computer. Non solo signor Giudice, le due case sono molto vicine, e in quella circostanza un elemento uditivo s’è verificato eppure Riboldi non l’ha sentito: alle 9.55 infatti la mamma telefona a Alberto. Sì, la mamma di Alberto chiama, e dunque questo telefono deve essere squillato e a questo telefono Alberto ha risposto, e non credo che abbia risposto sottovoce, ha risposto secondo la voce normale che ha; ma neanche di questo vi è traccia mnemonica nel ricordo del signor Riboldi. Dunque vuol dire che, mentre ricorda bene i rumori della notte del 13 alle ore una e della mattina sempre del giorno 13 alle ore 13.00, non ha nessun’altra percezione di nessun altro tipo; possibile non abbia visto uscire Alberto, se davvero è uscito con la bici bordeaux da uomo, possibile non l’abbia visto rientrare ed in che modo rientrare? impossibile signor Giudice.

(continua)