Varie, 21 aprile 2009
FERDI
FERDI (Ferdi Berisa) Podgorica (Montenegro) 14 gennaio 1987. Il vincitore del Grande fratello 9 • «Il suo motto è ”Viviamo per qualcosa di più grande”. [...] Arrivato in Italia clandestinamente, a bordo di un gommone, quando aveva 8 anni, ancora bambino era stato allontanato dal padre, un rom da lui definito violento, che lo obbligava a rubare. Crescendo, ha potuto studiare e cominciare a lavorare come aiuto cuoco. Ma sradicato dalla famiglia d’origine. Un momento toccante si era avuto quando, durante una delle prime puntate, aveva potuto rivedere in un video messaggio – dopo 18 anni – la madre. Emozione, poi, anche per un altro video, quello in cui aveva rivisto la sorella di cui aveva perso ogni traccia. [...]» (Chiara Maffioletti, ”Corriere della Sera” 21/4/2009) • «[...] Certo la storia di Ferdi era fatta per la vittoria finale, lo sapeva anche lui. Quando ha visto entrare nella Casa il non vedente si è lasciato scappare: ”Questo ha una storia più sfigata della mia!”. Ferdi Berisa perde subito la testa per Daniela, la ex hostess, e le racconta la sua triste storia: arrivato su un gommone quando aveva 8 anni dal Montenegro è stato poi allontanato dal padre, un rom violento che lo ha anche costretto a rubare. Abbandonato dalla madre quando era piccolissimo (l’ha rivista in un videomessaggio grazie al GF) e separato dalla sorella (altro videomessaggio, dalla Germania), Ferdi è cresciuto in un istituto e ora la vora come aiuto cuoco a Fano. Nonostante le difficoltà e le sofferenze non si è mai arreso e, [...] Dopo molti corteggiamenti, Ferdi s’innamora di Francesca, una ragazza napoletana uptown: un lungo e faticato approccio che ha il suo coronamento in un rifugio nel giardino, lontano da occhi indiscreti. Ma Gianluca accusa esplicitamente Francesca di agire per calcolo, solo perché Ferdi è candidato alla vittoria. Insomma, grazie alla tv, solo grazie alla tv, Ferdi ritrova l’identità, la legittimazione, il parentado, l’amore, 300.000 euro. Uscito dalla casa si spera trovi un lavoro. [...]» (Aldo Grasso, ”Corriere della Sera” 21/4/2009).