Filippo Ceccarelli, la Repubblica 20/4/2009, 20 aprile 2009
SILVIO, MARA E IL POTERE NUDO DI PANSECA
Il Re è nudo, d´accordo. Ma a disdetta delle antiche favole edificanti, non solo ha un pudico straccetto proprio lì sopra, ma dietro le spalle al posto delle braccia gli sono cresciute delle ali che gli consentono di svolazzare attorno alla Carfagna, nuda pure lei, e luminosa, seppure distratta.
Così ancora una volta, angelo o rapace che sia, il corpo di Berlusconi assolve a compiti di consacrazione del potere; e l´artista che ha dato vita a questo quadro celebrativo al tempo stesso surreale e funzionale è uno che certo se ne intende, il profeta dei culti personalistici e delle idolatriche scenografie di questo tempo un po´ strambo, insomma Filippo Panseca, già indimenticabile architetto del craxismo rappresentato in forma di templi (Rimini, 1987), piramidi (Milano, 1989) e archi di trionfo (Bari, 1991).
L´inventore, per intenderci, del mega-garofano di venti metri installato sul monte Pellegrino per il congresso del Psi di Palermo, nel 1981. E prima ancora di certe opere d´arte biodegradabili, nel senso che si squagliavano; e in seguito realizzate attraverso processi digitali, stavolta fotodegradabili. Siccome conosce i codici del comando, e sempre più la vita pubblica italiana si connota a quella di una società di corte, Panseca ha presentato il suo incarfagnatissimo Berlusconi come un "omaggio al presidente del Consiglio", sia pure sub specie seraphica, o ornitologica.
L´esposizione, nel quadro della ricorrenza di un antico e rinomato saponificio, è avvenuta al Priamar di Savona, dove pure è da ieri possibile valutare il senso estetico e l´efficacia argomentativa di un´altra opera pansechiana: questa seconda dedicata a Veronica Lario, anche lei adeguatamente pennuta, ma con due tette davvero enormi e molto rotonde, che si direbbero addirittura post-felliniane.
Per quanto consente una visione a distanza, c´è da dire che Veronica offre allo sguardo una sua velata e trasognata intensità. Ma tutte e due le creazioni di Panseca � che tra l´altro è anche il maestro dello scenografo di Berlusconi, Catalano � risentono di una tecnica di imperfetta realizzazione e quindi di ardua eleganza quale è il fotomontaggio. Per cui, in modo piuttosto evidente, il Cavaliere e la sua ministra non comunicano proprio, ognuno pensa ai fatti suoi, che certo non gli mancano, inoltre appaiono entrambi un po´ soprappeso; e se la carne della Carfagna appartiene senza dubbio a una bellezza che ai suoi tempi non conosceva né palestre né chirurgia estetica, quella del Cavaliere evoca la possanza fisica di qualche personaggio mitologico � con il che la trasfigurazione del potere trova ulteriore conferma.
Sui politici denudati in pittura, l´unico precedente riguarda la serie dell´artista napoletano Gabriele Di Matteo. Anche lì, tra gli altri c´era già Berlusconi, e la Jervolino si offese moltissimo. Si rende noto infine che prima di ideare templi alla corte di Craxi lo stesso Panseca era comparso nudo o quasi - in mutande, per l´esattezza - su un pregevole numero del fotoromanzo erotico "Super Sex", nel quale risuonava il misterioso, irresistibile urlo pre-orgasmico: "Ifix-Tcen-Tcen!", o qualcosa del genere.