Lorenzo Fuccaro, Corriere della sera 20/4/2009, 20 aprile 2009
«CORSIE» PER LE LEGGI E GARANZIE PROVE D’INTESA TRA PDL E OPPOSIZIONE
Tempi certi per le iniziative del governo e statuto dell’opposizione. Sui principi generali dai quali fare discendere il nuovo regolamento del Senato c’è un’intesa di massima. Sui dettagli i tecnici designati dal Pdl (Gaetano Quagliariello) e dal Pd (Luigi Zanda) stanno ragionando da tempo e oggi è previsto un ulteriore colloquio tra i due, probabilmente decisivo, per arrivare a quella che definiscono la «sintesi necessaria». L’idea condivisa da entrambi, che rappresentano pressappoco il 70% dello schieramento politico-parlamentare, è di arrivare a un testo base da sottoporre ai rispettivi campi per poi avviare l’esame, prima nella giunta per il regolamento e poi in Aula, approvando un sistema di regole per rendere più spedito il lavoro di Palazzo Madama.
Va detto subito, però, che se sulle misure tecniche le assonanze sono in numero maggiore delle dissonanze, sul ’contesto’, se cioè queste misure vadano inserite in una nuova architettura istituzionale oppure se la Costituzione debba restare così com’è, il disaccordo è totale. Quagliariello propende per la prima ipotesi, mentre per Zanda «La carta non si tocca».
In ogni caso, i punti di contatto tra i due progetti esistono e sono significativi. A partire, per esempio, da una corsia preferenziale in Parlamento data ai provvedimenti del governo. «L’esecutivo deve avere la certezza dei tempi quando propone leggi che diano attuazione al suo programma elettorale, un modo questo per disincentivare il ricorso alla decretazione d’urgenza», spiega Quagliariello il quale indica in sessanta giorni il limite massimo per il voto finale su un testo. Opzione non dissimile da quella illustrata da Zanda. «Il governo può avanzare due proposte ogni bimestre e avere la certezza che siano votate entro 45 giorni. All’opposizione va invece garantita la possibilità di presentarne una ogni due mesi», precisa il senatore del Pd. Zanda ipotizza anche di raddoppiare i giorni lavorativi: «Da due occorre passare a quattro, dei quali tre dedicati all’attività delle commissioni».
A testimonianza del clima dialogante, Quagliariello riprende una vecchia proposta del Pd (rendendola però più dura) secondo la quale «in Parlamento deve esserci un’assoluta corrispondenza tra gruppi e forze politiche che si sono presentate alle politiche. Si vuole, cioè, evitare il gioco trasformistico di passaggi di campo, a meno che non avvengano fenomeni autenticamente politici paragonabili, che so, alla scissione di Livorno del 1921 quando dal Partito socialista nacque il Partito comunista d’Italia di Amadeo Bordiga».
Il senatore del Pdl concorda con il collega del Pd che il regolamento preveda per l’opposizione uno statuto. «Penso – dice Quagliariello – a un maggiore controllo sugli atti del governo e della maggioranza mediante il potenziamento del cosiddetto question time e uno spazio certo per avanzare proprie proposte». Tuttavia, le richieste del Pd paiono difficilmente accoglibili dalla maggioranza. Zanda, infatti, sostiene che «all’opposizione sia consentito di rivolgersi alla Consulta per avere un parere sulle leggi ogni volta che lo ritenga necessario ». « un wishful thinking, un desiderio difficilmente realizzabile», obietta Quagliariello. A suo giudizio, bisogna invece raggiungere «un patto virtuoso tra governo, maggioranza e opposizione, in base al quale si potrebbe prevedere una voto preventivo sugli articoli delle leggi proposte dall’esecutivo, se fosse negativo si potrebbe passare all’esame degli emendamenti ».
Le differenze, come si può notare, ci sono. Ma lo spirito dialogante induce a un cauto ottimismo.