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 2009  aprile 14 Martedì calendario

FRANCIA, LA SEDIA ELETTRICA IN CHIESA FA DISCUTERE


Opera d’arte capace di stimolare la ri­flessione, oppure atto gratuito e di cattivo gu­sto? Ha suscitato vive di­scussioni l’esposizione presso la Cattedrale di Gap, capoluogo montano fran­cese non lontano dalla frontiera italiana, di una scultura che raffigura il Cri­sto in una posa simile a quella della crocifissione, ma seduto su una sedia e­lettrica.
«Volevo che lo choc provo­cato ci facesse riprendere coscienza dello scandalo di qualcuno inchiodato su u­na croce » , ha affermato monsignor Jean-Michel Di Falco, vescovo di Gap e di Embrun, già portavoce per circa un decennio ( 1987­1996) della Conferenza epi­scopale francese: «In gene­re, non si provano più reali emozioni di fronte a qual­cosa di realmente scanda­loso, la crocifissione».
Il presule, all’origine dell’e­sposizione accolta nel luo­go di culto fino al giorno di Pasqua, ha sostenuto che una simile scultura può contribuire al dibattito sul­la figura di Cristo: « Que­st’opera non lascia indiffe­renti, ma parlare di pole­mica è falso. Lo scandalo non si trova laddove si po­trebbe credere, ma nella nostra indifferenza di fron­te alla croce del Cristo».
La scultura ha provocato forti reazioni da parte dei visitatori. Il titolo originale scelto dall’autore, il con­troverso artista inglese Pe­ter Fryer (con trascorsi an­che musicali), è «Pieta». I materiali impiegati sono cera, legno e capelli umani. Secondo l’arcivescovado di Gap, una buona parte del­le reazioni raccolte sareb­bero positive. Ma sfoglian­do il libro delle dediche o su Internet, non mancano commenti scandalizzati che evocano in certi casi un «sacrilegio» o un «atto bla­sfemo». Oggi presidente del consiglio per la comunica­zione della Conferenza epi­scopale d’Oltralpe, monsi­gnor Di Falco ha aggiunto che la scultura ha permes­so «che un gran numero di persone che abitualmente non entrano in chiesa, si mettano in coda nella cat­tedrale ». Su decisione della Confe­renza episcopale, è divenu­to negli ultimi anni sempre più abituale in Francia am­mirare delle opere d’arte contemporanea nelle chie­se e in altri luoghi sacri. Ma mai le polemiche avevano raggiunto un livello simile.