Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 17 Venerdì calendario

E’ LONDRA IL REGNO DEI BAMBOCCIONI


 la rivincita dei bamboccioni. Biasimati in patria e derisi all’estero, prototipo dell’eterna adolescenza italica incapace di emanciparsi dalla sottana materna, gli over-30 non casa-muniti si prendono la rivincita sul resto del mondo. La crisi finanziaria, infatti, ha spazzato via le illusioni di molti paesi svelando che il fenomeno dei figli «ospiti» dei genitori fino a tarda età, noto come «bamboccionismo» dal giorno in cui l’ex ministro Padoa Schioppa bollò così i ragazzi che non se ne vogliono andare , non risparmia nessuno. A cominciare dalla Gran Bretagna, vessillo della prole indipendente, dove in meno di un anno il numero di coloro che restano a vivere con mamma e papà almeno fino alla 34ª candelina è cresciuto fino a raggiungere il 29% della popolazione.
L’ultimo Social Trend, il rapporto annuale dell’ufficio nazionale britannico per le statistiche (Ons), fotografa una nazione assai più «continentale» del previsto, dove luci e ombre si confondono come nel resto dell’amata-odiata Europa. Così, se 7 dimore su 10 dispongono del computer e quasi altrettante sono internettizzate al 100%, gli abitanti, sebbene iper-high tech, muoiono con la bottiglia di birra in mano due volte tanto quanto avveniva solo 10 anni fa.
E’ la famiglia anglosassone del 2009, più che la difficile condizione economica del paese, a rivelare le maggiori sorprese. Calano i matrimoni, che nel 2006 hanno raggiunto quota 237 mila, il picco più basso dal 1895. Aumentano i single, oggi il 12% del totale. Le mamme con meno di 25 anni non sposate doppiano quelle con la fede al dito e 1,66 milioni di bambini crescono al di fuori del matrimonio. I nonni pensionati, nuovo fantasma che si aggira per l’Europa, superano per la prima volta i nipotini incalzati anche dai compagnucci stranieri. Ma soprattutto, udite udite, il regno di Sua Maestà apre le porte ai bamboccioni, la «Stay-at-home generation» caricaturata come iperbole comica vagamente esotica dalla soap televisiva Sorry esce per la prima volta dal piccolo schermo e si piazza comodamente in salotto.
«Fino a gennaio facevo il grafico, quando mi hanno licenziato sono stato costretto a tornare dai miei», racconta Peter Richards, 33 anni. Con lo stipendio di 1700 sterline (1900 euro) riusciva a dividere con tre amici un appartamento a Brixton, periferia sud di Londra. Seicento sterline a testa, il prezzo della libertà. E’ la prima volta che ci rinuncia dai tempi del college: «Mi sembra di aver sempre vissuto solo, fatico molto a riabituarmi agli orari della famiglia». Come lui, lo scorso anno, un milione e 800 mila coetanei e coetanee hanno ritardato il rito d’ingresso nell’età adulta, 300 mila in più rispetto ai fratelli maggiori in fuga dal nido 7 o 8 stagioni fa.
«In Italia la tradizione dei figli che restano a lungo a casa dei genitori è indubbiamente più radicata che in nord Europa o nel Regno Unito. Ma la crisi, questo tipo di crisi, rende i paesi molto più simili», osserva Vincent Boland, corrispondente del quotidiano Financial Times a Milano. A Londra come a Roma o nella Parigi di Tanguy il maturo protagonista dell’omonimo film francese del 2001 disposto a tutto, fuorchè ad abbandonare il tetto paterno, l’autonomia finanziaria è bella finché dura. E nella Gran Bretagna gloomy da tre milioni di disoccupati il tempo sembra scaduto. Secondo uno studio della Mintel pubblicato dal «Daily Mail», tre quarti dei britannici hanno cominciato a risparmiare sull’abbigliamento, mentre due terzi si sono rassegnati a fare a meno del ristorante. La magione è un bene irrinunciabile, ma con i listini cresciuti sette volte il valore degli stipendi non è difficile capire perchè un terzo dei giovani uomini e un quinto delle giovani donne d’età compresa tra i 20 e i 34 anni abbia riportato libri e valige nella cameretta con i poster di quand’era adolescente.
L’individuo muta con la società, osservano gli analisti dell’Ons: «C’è stata anche una riduzione del gap generazionale che ha cambiato i rapporti tra genitori e figli. Questo rende più facile convivere sotto lo stesso tetto in età adulta». Sarà. Che lo accettino di buon grado o meno, gli inglesi fanno un passo indietro. L’Italia, vista da qui, appare un po’ meno strana.