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 2009  aprile 23 Giovedì calendario

Fabio Canino. Da bambino era «felice. Spensierato. Vivevo a Firenze. Passavo i pomeriggi col gesso e il pallone, nel cortile

Fabio Canino. Da bambino era «felice. Spensierato. Vivevo a Firenze. Passavo i pomeriggi col gesso e il pallone, nel cortile. Ero il capoccia: decidevo io chi poteva giocare. Ero un dittatore. Avrei fatto una carriera in politica». Invece «a 15 anni iniziai a frequentare le botteghe teatrali fiorentine. Facevo una vita bohèmien, dopo la scuola di turismo. E d’estate l’animatore […]. Sapevo tre lingue. Poi Milano, scuola alla Scala. Lì, a 18 anni, ho capito di amare gli uomini, e non le donne. Ho parlato a mio padre. E lui, minimizzando: ”Chissà che mi credevo. Andiamo al ristorante”. La mia è una famiglia borghese, bellissima. Un porto di mare, gente che andava e veniva. I ragazzi del vicinato guardavano alla mia casa con gran fascino. E avevano ragione». *** Da animatore, nel 1995 ha girato il Mediterraneo in crociera, esibendosi in uno spettacolo di cabaret con musica. Nella stessa nave, racconta, c’era anche il pentito di mafia Tommaso Buscetta. Cinque anni dopo ”scappò” a Salvador de Bahia, in Brasile, dopo una delusione d’amore. *** «Avrei avuto un’altra carriera se avessi amato una donna. La dirigenza televisiva è bigotta. Come certi vip, che hanno costruito carriere sul popolo gay: più ricco e interessato all’arte e che se ti ama non ti abbandona più. E poi non si sono mai esposti». *** Ha lavorato per Gaytv. «Troppo coraggiosa e intelligente per la nostra Italia. […] Poi chiuse: gli inserzionisti non erano interessati a pubblicità su un’emittente gay, nonostante gli ascolti». L’esperienza gli valse però un articolone su Time. «Un’assurdità. […] Su quelle pagine ci sono finiti solo la Loren, Fellini, Agnelli. Da quel giorno hanno iniziato a chiamarmi i giornali esteri come opinionista d’Italia. E io facevo nero il Vaticano, l’ipocrisia della nostra politica, della nostra informazione e della nostra televisione». *** Nel 1998 diventa una Iena, con Simona Ventura (fino al 2000). Poi, dal 2004 al 2005, c’è stato Cronache Marziane. «Un tavolo in cui si poteva parlare di tutto, di sesso senza freni. Un momento d’oro». Perché allora chiuse? «A sentir loro, costava troppo. In realtà per bigottismo imperante. Era troppo gay. Piero Chiambretti fa un programma più gay e costoso del mio, ma condotto da un etero vive». Poi, nel 2009, in giuria a Ballando con le stelle. «Il tipico programma ”alla volemose bene” che la gente si aspetta da una serata Raiuno». *** E’ a favore del testamento biologico. «Se lo scordino di decidere una cosa che solo io ho il diritto di decidere». *** Certi giorni si sveglia e vorrebbe… «Pensarla come la maggioranza. Essere leggero e lobotomizzato. Vivrei con meno emozioni, ma più tranquillo» (Fabio Canino). *** In amore «colleziono fallimenti. E per colpa mia. Ci sono arrivato tardi, all’amore, non ho la corazza, e per questo ho sempre molto idealizzato. Il confronto con la realtà è stato deludente. Per questo sono insicuro e obsoleto: se amore deve essere, che sia esclusivo. Difficile, oggi». *** E’ a teatro con lo spettacolo Fiesta, dedicato a Raffaella Carrà. «Da bambino la sera del sabato era l’unica in cui si poteva andare a letto tardi. Così, dopo il bagno, accendevo la tv. E c’era lei, grandi ospiti, balletti, studi favolosi». *** «Essere cattolici è quanto di più razzista e integralista ci possa essere. Sono per il rapporto diretto con un presunto Dio, la Santa Sede è nel filo dal produttore al consumatore». *** Tra i calciatori, gli piace Luca Toni. Film preferito: Colazione da Tiffany. Attrice preferita: Audrey Hepburn.