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 2009  aprile 19 Domenica calendario

Maroni dovrà stabilire la «data naturale» del referendum il 14 giugno; poi, eventualmente, ci vorrà un decreto legge per stabilire la data diversa del 21: «Ma rischia di essere un decreto a perdere»

Maroni dovrà stabilire la «data naturale» del referendum il 14 giugno; poi, eventualmente, ci vorrà un decreto legge per stabilire la data diversa del 21: «Ma rischia di essere un decreto a perdere». Intanto Roberto Calderoli ha già pronta una querela contro Guzzetta, presidente del comitato promotore del referendum. «Farò neri tutti gli avvoltoi che calunniano la Lega. Hanno dato del ladro a Bossi e pagheranno caro. Hanno detto che la Lega ha rubato 40 mila euro a ciascuna famiglia di sfollati». E l’hanno fatta infuriare. Ma ce l’ha solo con Guzzetta? «I politici ne risponderanno in sede politica; chi non è un politico invece risponderà in sede civile e penale. Sono gli stessi sciacalli che, se raggiungono il quorum, prenderanno i rimborsi in base alla legge. Magari si battono anche per qualcos’altro: chissà se quando verranno depositate le liste per le Europee non avremo la sorpresa di vedere qualche promotore referendario tra i candidati! Prima facciamo il decreto sull’Abruzzo, poi decidiamo la data del referendum, a quel punto, come coordinatore del partito, faccio partire le denunce: gli sciacalli sappiano che hanno ancora pochi giorni per ululare alla luna». Franceschini parla di scandalo: senza l’election day si buttano 400 milioni necessari all’Abruzzo. «Intanto le risorse per l’Abruzzo si stanno trovando e non verrà chiesto agli italiani un euro. Non ci sarà la ”Bossi tax”, semmai la ”Guzzetta-Franceschini tax”: ma nemmeno questa ci sarà perché Tremonti ha lavorato benissimo e ha trovato i soldi. Ma a Franceschini dirò quello che privatamente disconosce pubblicamente. Poi dovrà spiegarlo al suo partito. E non solo lui: molti si sbracciano per il referendum, ma nei faccia a faccia, con testimoni presenti, ti dicono: ”Meno male che ci si siete voi della Lega che fate la battaglia per fermare questo referendum che è una cosa allucinante”. La verità è che questo referendum non lo vuole nessuno. L’unico che lo vuole è Fini, lo si può capire...». La Russa spinge per il rinvio al 2010 e dice che l’ultima parola spetterà al Parlamento che dovrà pronunciarsi su un decreto, senza vincoli di maggioranza. «Se nessuno muove niente, si vota il 14 di giugno. E per fissare il 14 non c’è bisogno di nessuna legge: la data la stabilisce il ministero dell’Interno, che è obbligato a fissarla quel giorno. Poi ci potrebbe essere un decreto legge per spostare il referendum al 21». Sembra che il Quirinale non voglia un decreto legge. «Questo lo sa lei... Se il Quirinale non vuole il decreto, allora il referendum si farà il 14 o una terza data. Qualcuno si assumerà la responsabilità della scelta. E poi non è detto che il decreto verrà approvato dal Parlamento. Al Consiglio dei ministri di venerdì si parte con la decisione di fare il referendum il 14 giugno: iniziano le affissioni nei tabelloni elettorali, cioè parte la campagna elettorale e il referendum per il 14 non lo ferma più nessuno. E mentre sei in piena campagna elettorale dici agli italiani, abbiamo scherzato, c’è un decreto che rinvia tutto? Anche se il decreto che fissa la data al 21 giugno venisse approvato in un mese, saremmo già a fine maggio, quando nel frattempo hai svolto tutta la campagna referendaria». Quindi l’ipotesi di rinviare al 2010 non è percorribile? «Esatto. Sono contrari Udc, Di Pietro e il Pd. Rinviare significa mettere il discussione un diritto riconosciuto dalla Costituzione: il referendum è stato rinviato di un anno; se ora il Parlamento decide che passa un altro anno allora può anche decidere che per 15 anni non si va più a votare su niente. Non c’è una tensione tra noi e una parte del Pdl. Pezzi del Pdl e dell’ex An vogliono presentare all’esterno questa tensione. Ma la Lega e il Pdl hanno preso una decisione: adesso attendono la ricognizione del ministro dell’Interno al quale il premier ha dato ampia fiducia sulla scelta della data. Ognuno è libero di parlare come vuole: a me interessa quello che ha detto Berlusconi. Solo La Russa può pensare al 2010».