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 2009  aprile 19 Domenica calendario

DAL NOSTRO INVIATO


SAN CRISTOBAL ENTREVIAS (Castiglia e Leon) – Quarantaquattro spose per ventidue fratelli. Venti, al mo­mento della verità, perché due non reg­gono l’emozione o la fifa, e si defilano appena il pullman granturismo, maci­nati i 270 chilometri di distanza da Ma­drid, si staglia all’inizio della nazionale 630 che attraversa il paese di San Cristo­bal Entreviñas, provincia di Zamora, a un passo dal confine portoghese. Porta un altro carico di donne disposte a «ri­popolare » uno dei tanti spicchi di Spa­gna rurale che non approfitta dell’asse­gno bebé di Zapatero. O a confortare la routine solitaria dei campesinos, rima­sti ad arare la terra e a coltivare le vigne senza altro diversivo di un maschio bic­chierino, la sera al bar. Uomini tranquil­li, troppo per i gusti del romantico bro­ker assicurativo Manolo Gozalo Her­nando, 53 anni, che da 14, nel tempo libero, si dedica a organizzare « carava­nas de mujeres » nei villaggi ad alta den­sità di scapoli irriducibili, non tanto per scelta quanto per scarsità di compa­esane. Quasi tutte partite appena mag­giorenni a lavorare in città; e laggiù, più o meno definitivamente, accasate.

Le hanno aspettate invano di ritor­no. Per la stessa strada, però in senso inverso, spuntano ora altre carovane di emigranti. Non cercano un impiego sta­gionale, ma un contratto a vita. Qualcu­na un passaporto europeo. Hanno i ca­pelli freschi di parrucchiere e, talvolta, di quella tinta biondo-platino improba­bile per le loro origini latinoamericane. Ridono troppo, per essere davvero alle­gre, sulla corriera dell’amore diretta a stanare nel farwest castigliano qualche maturo John Wayne dimenticato. E, se Dio vuole, meno misogi­no. La statistica di Manolo è di due o tre successi a viaggio.

Oltre 50 primavere sulle spalle e pochi grilli per la testa cor­vina: Madrid, per l’ecuadoriana Ma­ria del Carmen, si­gnifica 12 ore quoti­diane, dalle 7 alle 19, festivi inclusi, di dedi­zione a un’anziana si­gnora non più autosuffi­ciente. Per un giorno di gi­ta con l’agente Cupido ha ba­rattato il primo maggio. Pazien­za.

Si è passata sulle labbra un rosso car­minio e, sulle palpebre, un ombretto turchese; e si è accomodata nella prima fila del pullman: «Per distrarmi e fare nuove amicizie. Non spero di trovare un marito. Il mio mi ha lasciato dopo 24 anni, con tre figli. Li ho fatti laureare tutti, l’ultimo in ingegneria meccanica. Vivono a Quito, e quest’anno non potrò pagarmi i 2.300 euro del biglietto aereo per andare a trovarli». Così ne ha inve­stiti 20 in questa scampagnata, che in­clude pranzo, cena e pomeriggio dan­zante nelle sale del ristorante di Clara, perché a San Cristobal Entreviñas non c’è altro, a parte la chiesa romanica. Che chissà mai, possa rivelarsi utile più avanti.

«Perché no?» chiosa Jany, la miss del­la comitiva, monumentale parrucchie­ra dominicana di 36 anni, chiome dai riflessi fucsia, jeans bianchi attillati che fanno crollare molte mandibole maschi­li. «Ho intenzioni serie e sono pronta a trasferirmi in campagna» garantisce al microfono della tivù locale. Sì, ma ha notato l’età media dei pretendenti? «Non importa, per l’amore non c’è età». E poi mancano ancora i timidi. I ventidue, meno due, del comitato d’ac­coglienza sono soltanto un’avanguar­dia.

Un’altra trentina si fa coraggio al bar, sempre di Clara, ridendo dei « solte­ros », i zitelloni già partiti all’attacco. Co­me Mariano, bel sessantenne dagli oc­chi blu: non si ritrae nemmeno davanti alla colombiana Rosa, che si presenta con un pancione di sette mesi e una pre­tesa imbarazzante, «cerco un papà per il mio bambino». Lui accenna un paso doble e promette: «Non farò doman­de ». Tanto scoprirà prima di pranzo che là sotto c’è un cuscino. Uno scher­zo architettato in pullman.

Manuel, il sensale, è alla 44ª spedi­zione, da 41 scortato dalla moglie domi­nicana, Venecia, conosciuta alla terza: «Manolo – lo redarguisce lei – cam­bia musica, basta salsa!». Prima di ce­na, al bar, Mariano rimugina i perché della sua affezione al celibato: «Le don­ne... Vogliono soltanto divertirsi». Già, John Wayne non l’avrebbe detto me­glio.



Il ballo

Si prende confidenza in pista, tra un paso doble e una salsa (Jose Francisco Gamazo Rivera, «El Mundo»)





Incontri

Gli scapoli con le «ragazze» all’arrivo del bus

Elisabetta Rosaspina