[1] Giorgio Lati, Novella 2000, n. 16, 16/04/2009, pp. 24 - 28 [2] E.dཿA., Novella 2000, n. 16, 16/04/2009, p. 29 [3] R.L., Novella 2000, n. 16, 16/04/2009, p. 31 [4] E.M., Novella 2000, n. 16, 16/04/2009, p. 32, 16 aprile 2009
La deputata del Pdl Laura Ravetto e Matteo Brigardì della Lega sono tra i più fervidi sostenitori del disegno contro i fotografi in Aula a Montecitorio
La deputata del Pdl Laura Ravetto e Matteo Brigardì della Lega sono tra i più fervidi sostenitori del disegno contro i fotografi in Aula a Montecitorio. La Ravetto ha chiesto alla presidenza di Montecitorio l’estromissione dei teleobiettivi. «Ero in Aula, scrivendo sul mio pc, quando mi sono vista un cannone puntato addosso: la riservatezza del mio documento era compromessa. […] Per dare conto ai cittadini della nostra attività, lo zoom non serve. Coglie l’orecchino, il taglio di capelli, inquadra i nostri appunti più riservati. Va oltre l’essenzialità dell’informazione, ci denuda». Rincara Matteo Brigandì: «Questi occhi potenti che ci spiano vanno contro l’art. 68 della Carta, intercettano la comunicazione politica, con un danno reale, da attentato alla Costituzione». Tra i firmatari anche Nunzia De Girolamo e Gabriella Giammarco (quelle del bigliettino del premier «Se non avete incontri galanti, uscite pure»). [1] *** «E’ assurdo. Cosa facciamo, mettiamo una mano davanti alle fotocamere? Siamo noi deputati a doverci regolare: il Parlamento è un luogo pubblico. Se abbiamo affari privati da sbrigare, andiamo nei corridoi, fuori dalle tribune» (Roberto Giachetti, Pd). [2] *** «Primo: le sedute parlamentari sono pubbliche. Secondo: siccome non siamo un servizio di sicurezza né una setta, di quale segretezza stiamo parlando? Al più noi parlamentari rischiamo l’immagine da scranno stretto: ti sgranchisci, ti alzi, ci può scappare un orlo che sale oltre il ginocchio, oppure lo sbadiglio, o ancora il tuca tuca al vicino, cosa questa che a me succede spesso. Niente di secretabile direi. […] Mi hanno fotografata mentre mi connettevo su Facebook. Non me ne vergogno e non mi pento: con il social network mi tengo in contatto in tempo reale con il mio elettorato e con i miei amici, racconto l’andamento di una legge. Lo fa Obama, perché io no?» (Paola Concia, Pd). [3] *** «Quando si vuole limitare una libertà si invocano tre cose: la sicurezza, quello che fanno all’estero e la privacy» (Filippo Ceccarelli, giornalista parlamentare di Repubblica) [4].