Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  aprile 18 Sabato calendario

Carlo Puri Negri segna un nuovo record di compensi nell’anno nero della finanza e sbaraglia la concorrenza portandosi a casa una maxi liquidazione da 14 milioni di euro lordi - che dovrà però stare attento a farsi durare un paio d’anni - per la sua uscita dalla Pirelli Re

Carlo Puri Negri segna un nuovo record di compensi nell’anno nero della finanza e sbaraglia la concorrenza portandosi a casa una maxi liquidazione da 14 milioni di euro lordi - che dovrà però stare attento a farsi durare un paio d’anni - per la sua uscita dalla Pirelli Re. Ieri, con una nota chiesta dalla Consob, il braccio immobiliare del gruppo Pirelli guidato da Marco Tronchetti Provera ha dovuto mettere nero su bianco i termini dell’uscita anticipata di Puri, che l’8 aprile si è dimesso da vicepresidente esecutivo della società per essere sostituito dal nuovo amministratore delegato Giulio Malfatto. Un’uscita, la sua, che segna la fine del modello basato sul boom immobiliare ed è anche diretta conseguenza di una crisi che ha costretto Pirelli Re a chiedere 400 milioni di aumento di capitale ai suoi soci. Ecco così che al manager e azionista della Gpi, la finanziaria non quotata che sta al vertice della catena di controllo del gruppo Pirelli, vanno 9,4 milioni lordi «quale indennità per l’anticipata cessazione del mandato di amministratore», che sarebbe dovuto scadere tra due anni. Ma a questa cifra si aggiungono anche 3 milioni lordi da corrispondere nel corso del 2009 e del 2010 per un «patto di non concorrenza di un anno e di non ”sollecitazione” per i dipendenti del gruppo di due anni». E infine, informa la nota, «con il Sig. Carlo Puri Negri è stato sottoscritto un contratto di consulenza di due anni nel settore immobiliare, per un corrispettivo di euro 800.000 lordi annui». In tutto fanno appunto 14 milioni, ossia il 3,5% dei 400 milioni di aumento che proprio ieri è stato approvato dall’assemblea di Pirelli Re. E bisogna anche calcolare che quest’anno Puri Negri non ha ricevuto il bonus, che per il 2007 ammontava a 3,4 milioni lordi, mentre ha percepito la retribuzione fissa di 2 milioni. Il comunicato della Pirelli Re mette le mani avanti, spiegando che «il trattamento» è stato giudicato adeguato dal comitato per la renunerazione «interamente composto da consiglieri indipendenti» e che sia il comitato sia il cda si sono appoggiati «sui pareri e sulle opinioni rilasciate da esperti nel campo della remunerazione del top management, quale Hay Group, e consulenti legali di primario standing in materia, quali i professionisti dello studio legale Trifirò & Partner». Tutto perfetto dal punto di vista legale, insomma. Ma certo alcune decisioni proposte dal comitato per la remunerazione e poi approvate all’unanimità dal consiglio di amministrazione sollevano più di un dubbio riguardo alla loro opportunità. Per che motivo, ad esempio, sottoscrivere un patto di non concorrenza e di non sollecitazione dei dipendenti con chi rimane, almeno finora, azionista della società a monte della catena di controllo e resta comunque vicepresidente della Pirelli che controlla con il 58% proprio Pirelli Re? E perché, permanendo le stesse condizioni, offrire a Puri Negri un contratto di consulenza per i prossimi due anni con un compenso che supera di gran lunga il semplice gettone di presenza dei consiglieri di Pirelli Re? Tronchetti Provera, parlando ieri all’assemblea di Pirelli Re ha ricordato come Puri Negri abbia sottoscritto stock option per un milione di titoli a 26 euro nel momento in cui le azioni Pirelli Re valevano 46 euro «e non le ha mai cedute rinunciando a una grossa plusvalenza». In effetti ai valori attuali - ieri il titolo Pirelli Re ha chiuso a 4,7 euro - l’ex vicepresidente ha una minusvalenza potenziale di circa 21 milioni di euro su un investimento di 26. Ma le stock option, destinate ad allineare l’interesse dell’amministratore con quello degli azionisti, non si possono certo considerare intercambiabili con altre forme di retribuzione.