Francesco Semprini, La Stampa 18/4/2009, 18 aprile 2009
FRANCESCO SEMPRINI
NEW YORK
Fame, insetti e annegamenti simulati. Questi e molti altri sono gli strumenti utilizzati dalla Cia per ottenere informazioni da presunti terroristi affiliati ad al Qaeda e dai nemici combattenti degli Stati Uniti. I particolari degli interrogatori al limite della tortura sono stati resi pubblici con la divulgazione di quattro memo che portano in calce la firma dei funzionari del governo di George W. Bush. Una decisione voluta da Barack Obama ma che lo ha spinto sotto il fuoco incrociato di destra e sinistra. Sono una decina le tecniche approvate nei memo, il primo dei quali risale all’agosto del 2002 ed è siglato dal vice ministro della giustizia Jay Baybee, con l’obiettivo di «terrorizzare» il detenuto, come spiega una nota a piè di pagina. In quel caso il documento si riferiva ad Abu Zubaydah, affiliato di al Qaeda per il quale la Cia puntava in particolare sulla pratica numero nove, ovvero infilarlo in una scatola liberando al suo interno uno o più insetti. «Innocui», dice il memo, ma Zubaydah che «ha una forte paura degli insetti», non doveva saperlo.
Da allora gli ordini si sono ripetuti altre tre volte, l’ultima delle quali reca la data del 10 maggio 2005 e la firma di Steven G. Bradbury, capo dell’ufficio di consulenza legale della Giustizia, ma le tecniche sono le stesse. Per causare «sconforto psicologico nel terrorista», si poteva denudarlo oppure usare la manipolazione dietetica sostituendo i cibi solidi con alimenti liquidi. C’erano poi il Walling, ovvero lo sbattere il prigioniero contro un muro simulando una sorta di scossa sismica, gli schiaffi in faccia con le dita della mano leggermente divaricate, da alternare agli schiaffi addominali, usando il dorso della mano sulla pancia. Il Wall Standing era una delle tecniche più raffinate dal punto di vista psico-fisico: si forzava il detenuto a stare in piedi con i piedi allargati, le braccia stese, le dita posate su un muro, senza permettergli di muoversi fino a quando cede o il fisico o i nervi. C’erano poi la privazione del sonno e il Water Dousing, ovvero getti di aria fredda sul corpo.
Un posto particolare infine lo occupava il Waterboarding - acqua sul volto coperto da un panno sul detenuto che veniva steso sulla schiena con la testa in basso - la tecnica più famigerata e più usata per la sua efficacia. Il «panico da annegamento», secondo il memorandum non infliggeva gravi dolori, sofferenze o danni fisici, ma «funzionava bene».
Sono almeno quattordici i prigionieri sui quali sono state sperimentate queste tecniche, singolarmente o combinate, perché considerati più pericolosi e in possesso di informazioni cruciali. Obama tuttavia conferma l’immunità agli agenti della Cia, ma solo se non sono andati oltre le disposizioni previste nei memo. «Sei come Bush», è l’accusa che le associazioni liberal rivolgono al presidente considerato per questo un «complice» dei torturatori. Ma a far fuoco su Obama sono anche gli ex funzionari del governo repubblicano come l’ex capo della Cia, Michael Hayden, e l’ex segretario alla Giustizia, Michael Mukasey, che lo accusano di «aiutare i terroristi facendo conoscere le nostre tecniche» e «di creare un clima di sfiducia istituzionale simile a quello che indebolì l’intelligence prima dell’11 settembre».