Corrado Augias, la Repubblica 18/4/2009, 18 aprile 2009
G entile Dr. Augias, avvicinandoci alla «denuncia dei redditi» mi pongo di nuovo l’interrogativo: è costituzionale che un cittadino sia costretto a devolvere una quota del reddito a delle «entità» che sente estranee? Non parlo di una religione, ma di tutte
G entile Dr. Augias, avvicinandoci alla «denuncia dei redditi» mi pongo di nuovo l’interrogativo: è costituzionale che un cittadino sia costretto a devolvere una quota del reddito a delle «entità» che sente estranee? Non parlo di una religione, ma di tutte. Né mi si può obiettare che nella dichiarazione posso non sceglierne alcuna. Per anni ho creduto che non effettuando una scelta, la somma restasse di proprietà dello Stato, e questo mi stava bene. Poi ho capito il «marchingegno»: in mancanza di una scelta precisa, l’importo viene diviso fra le varie religioni in base alle percentuali esplicitamente ottenute. Superfluo precisare a chi, in pratica, è devoluta quella massa di denaro. Una Legge corretta doveva prevedere che le somme non specificatamente assegnate, restassero allo Stato. Per questo mi chiedo se questa Legge sia costituzionale. Salvatore Passaseo Pistoia salvatore. passaseo@fastwebnet.it R icevo numerose lettere di protesta (come ogni anno) per il meccanismo detto dell’otto per mille. Una sua ricostruzione storica, anche se di necessità sintetica, può aiutare a chiarirne i termini. Quando il presidente del Consiglio Bettino Craxi nel 1984 pensò, giustamente, di rivedere quello firmato nel 1929 da Mussolini, si trovò davanti una complessa situazione. Il precedente trattato obbligava l’Italia a pagare un’ingente somma alla Santa Sede quale compenso per la rinuncia al potere temporale (1870). Esso dichiarava il cattolicesimo religione di Stato, rendeva obbligatorio l’insegnamento di quella religione, riconosceva il primato della Chiesa in materia matrimoniale. Il nuovo Concordato è stato votato da Dc, Pci, Psi, Pri e Psdi. Votarono contro Radicali, Pdup, demoproletari e una parte della «Sinistra Indipendente»; astenuti i liberali. Con esso si stabiliva che il cattolicesimo non è più religione di Stato, che l’insegnamento della religione nella scuola statale ha carattere facoltativo e può essere impartito solo su richiesta, che lo Stato rivendica autonomia nel diritto familiare, che il finanziamento della Chiesa da parte dello Stato è sostituito dall’autofinanziamento dei fedeli. In particolare all’art. 7 si prevede l’obbligo per lo Stato italiano di finanziare le attività, il personale e il funzionamento della chiesa cattolica. L’8 per mille di cui si parla sostituisce dunque, tra l’altro, lo stipendio dei sacerdoti (cosiddetta ’congrua’). Il suo meccanismo finanziario venne escogitato da Giulio Tremonti allora consigliere di Craxi. costituzionale? Non posso certo dare io una risposta. Sarebbe comunque bello se la Chiesa, per una volta, ne devolvesse gran parte alla ricostruzione dell’Abruzzo.