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 2009  aprile 18 Sabato calendario

«Un premio democratico e trasparente? Speria­mo di no, altrimenti è la fine dello Strega». Sembra un provocazione, invece Seba­stiano Vassalli la vede come una parola di saggezza, anche se subito dopo am­mette: «L’unica mia saggezza è consisti­ta nel tirarmi fuori da queste cose

«Un premio democratico e trasparente? Speria­mo di no, altrimenti è la fine dello Strega». Sembra un provocazione, invece Seba­stiano Vassalli la vede come una parola di saggezza, anche se subito dopo am­mette: «L’unica mia saggezza è consisti­ta nel tirarmi fuori da queste cose. Quan­do l’ho vinto, nel ”90 con La chimera, non credo che la mia casa editrice, Einau­di, mi volesse realmente candidare. Le cose andarono così: Federico Zeri lo les­se, gli piacque e, non essendo in giuria, scrisse alla segreteria di essere ammesso tra i quattrocento Amici della Domenica per poterlo candidare». Sei anni più tar­di, allo stesso editore, Vassalli ha chiesto di stampare sulla copertina di Cuore di pietra una fascetta che diceva: «Per vo­lontà dell’autore questo libro non con­corre a premi letterari». Insomma l’autore di Marco e Mattio ha tutti i titoli per entrare nella querelle che infiamma il dibattito culturale di questi giorni: il ritiro di Del Giudice in seguito alle polemiche che lo davano vin­citore annunciato, il rientro di Andrea Vi­tali dopo la precedente decisione del suo gruppo editoriale (Mauri Spagnol) di astenersi dalla corsa, la partecipazio­ne di Antonio Scurati che da settimane era data per scontata, ma che l’autore ora proclama in prima persona battendo sul tempo l’annuncio del suo editore Bompiani. «Per quello che conosco De Mauro, credo sia vero che voglia fare un premio il più possibile trasparente – di­ce Vassalli ”. Il che mi preoccupa parec­chio. Di Annamaria Rimoaldi si è spesso detto male, ma io la considero una vera e propria eroina votata alla letteratura. stata capace di dare un senso a qualcosa che non aveva più senso come lo Strega, un premio nato nell’immediato dopo­guerra, in anni caratterizzati da una mi­seria economica ma anche da un grande fervore culturale. Allora i premi, pur nel loro provincialismo, erano qualcosa di autentico. La Rimoaldi ha cercato di mantenere questo spirito, una lotta tita­nica per impedire che il vincitore coinci­desse con il primo in classifica, che il va­lore letterario si appiattisse sul valore di mercato». Insomma, nella visione forse un po’ apocalittica di Vassalli, la Secon­da Repubblica dello Strega porterà alla prevalenza del commerciale. «Stando co­sì le cose ha fatto bene Del Giudice a riti­rarsi: ho forti dubbi che avrebbe vinto. Invece ha fatto male Erri De Luca a dire di no alla competizione perché avrebbe avuto buone possibilità: il suo è un libro di grande successo, è stato primo in clas­sifica, ha venduto molto». A questo punto il nuovo vincitore an­nunciato per Vassalli dovrebbe essere Vi­tali. «Oggi mi sembra quello che ha più chances. Magari in futuro toccherà a Ca­milleri o Faletti ». E Scurati che ieri ha incassato anche il plauso del magazine di Fare Futuro, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini per il coraggio di au­tocandidarsi? «Mi sembra molto fiducio­so, è uno scrittore di grandi ambizioni letterarie, e non solo, ma se si impone un’altra logica non mi pare che abbia grandi possibilità». Vassalli non ha fidu­cia nel «giudizio indipendente» della so­cietà letteraria che gli Amici della Dome­nica rappresentano. «C’è varia umanità, non solo scrittori, editori e critici, ma an­che politici, un po’ di tutto». Insomma per questo Strega non c’è scampo secon­do Vassalli: o vincono le lobby editoriali o vince la classifica, e nessuna delle due ipotesi gli piace. «Ci tocca rimpiangere la Rimoaldi, adesso che non c’è più, ci manca, un po’ come la Democrazia cri­stiana ».