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 2009  aprile 17 Venerdì calendario

SUSAN BOYLE PER FOGLIO DEI FOGLI 20 APRILE 2009

(versione lunga) Da sabato 11 aprile milioni di persone sparse in tutto il mondo hanno visto la performance di Susan Boyle, zitella scoezzese di 47 anni che presentatasi sul palco del programma tv inglese ”Britain’s got talent” ha zittito pubblico e giuria che la prendevano in giro per il suo aspetto (niente trucco, capelli spettinati, doppio mento ecc.) con una soprendente esecuzione di ”I dreamed a dream” dal musical Les Misérables. Baciata da un’improvvisa enorme popolarità, oltre a diventare la superfavorita per la vittoria finale del talent show trasmesso da Itv1 la Boyle è stata subito invitata ai più importanti talk show d’oltreoceano: ospite via satellite al The Early Show (Cbs), ha ricevuto i complimenti di Patti LuPone, star di Broadway che nel 1985 cantò per prima la canzone. La Sony ha già avviato le trattative per la realizzazione di un disco, un regista di Hollywood sarebbe pronto a portare al cinema la sua storia. [1]

Presentandosi a pubblico e giuria, la Boyle aveva detto di essere disoccupata, di passare il tempo dedicandosi ad attività di volontariato, di non essere mai stata baciata (i genitori non le davano il permesso per appuntamenti galanti) e di vivere sola a Blackburn (West Lothian) col suo gatto Pebbles. [2] Figlia di Bridget, morta novantunenne due anni fa, e di Patrick, morto dieci anni fa, cresciuta con nove fra fratelli e sorelle, nei giorni successivi ha raccontato che causa una carenza d’ossigeno alla nascita ha sempre avuto problemi d’apprendimento e che per questo da bambina i compagni di scuola si prendevano gioco di lei. Appassionata di canto fin da quando aveva 12 anni, ha confidato che negli ultimi tempi si era esercitata in chiesa e col karaoke e che la decisione di presentarsi a ”Britain’s got talent” era stata presa per esaudire uno degli ultimi desideri espressi dalla madre, sua prima fan. Timidissima, ha raccontato che fino all’11 aprile neanche i compagni del coro si erano accorti del suo talento. Il 12 aprile, giorno di Pasqua, l’hanno però accolta in Chiesa con una standing ovation. [3]

Nel commentare la performance della Boyle, qualcuno ha parlato di ”Rocky moment”, aggiungendo che poco importa cosa sarà di lei in futuro, quel che conta è che ha dimostrato di poter stare più che dignitosamente sul palcoscenico (in fondo anche il pugile interpretato ad Sylvester Stallone nel primo episodio della saga non riusciva a sconfiggere Apollo Creed). [4] Altri hanno spiegato che il suo successo, la storia di una persona apparentemente senza speranza che riesce d’improvviso a cambiare la sua vita, risulta addirittura terapeutica in un momento reso particolarmente difficile dalla crisi economica. [5] Su americanthinker.com sono arrivati a definirla ”un’anti Obama” che a differenza del presidente degli Stati Uniti bada più alla sostanza che all’apparenza. [6]

Secondo John Rash, editorialista esperto di pubblicità, il video della Boyle che spopola su youtube mostra alla perfezione come al giorno d’oggi la gente comune possa diventare una star nel giro di una notte. Pochi minuti dopo che l’exploit era stato trasmesso in televisione, su internet era già nato il sito susan-boyle.com (secondo la versione ufficiale creato da un fan): Steven Rosenbaum, amministratore delegato di magnify.net, dice che i contatti sono stati 27.000 lunedì scorso, 167.000 martedì, 461.000 mercoledì ecc., registrando una progressione senza precedenti. Centinaia di persone hanno messo su youtube un video che immortalava il loro stupore davanti alla performance della Boyle. [7] Giovedì I dreamed a dream era al 39° posto tra le canzoni più scaricate da Itunes. [8] Venerdì il quotidiano scozzese Daily Record ha fatto sapere che nel 1999 la Boyle aveva cantato una versione di Cry me a river inserita in un cd pubblicato per beneficenza: subito si è scatenata la caccia alle 1.000 copie. [9]

In mezzo a tanti fan entusiasti non mancano quelli che dubitano si tratti di una perfetta operazione di marketing. Su businessinsider.com, per fare un esempio, hanno scritto che potrebbe trattarsi di un’ex cantante riciclata per l’occasione, rafforzando i sospetti con un’attenta analisi del comportamento della Boyle sul palco, apparso a molti troppo professionale. A supporto della tesi, gli scettici ricordano che in fin dei conti non sarebbe la prima volta che ”Britain’s got talent” ricorre a questo schema. [10] La storia della zitella scozzese non è infatti senza precedenti: Paul Potts, il cantante lirico decisamente sovrappeso che ha vinto l’edizione 2007 del programma, ottenne con la prima audizione lo stesso risultato (decisiva la sua interpretazione del Nessun dorma), da allora ha venduto oltre 4 milioni di dischi raggiungendo in 14 Paesi il primo posto nella classifica delle vendite. [11]

Arrivasse alla finale, la Boyle si guadagnerebbe il diritto di cantare davanti alla regina al Royal Variety Show. Per niente preoccupata dalla prospettiva, ha spiegato che quantomeno in una tale occasione potrebbe aspettarsi più attenzione sulla performance canora che sull’aspetto. [8] In realtà la Boyle ha già mostrato i primi cedimenti alla vanità: stuzzicata dal paragone con Potts, ha detto di sentirsi molto più bella di lui («much better-looking»). Di più: interrogata sulla sua reazione nel rivedersi in tv (la performance è andata in onda registrata), ha confessato che più che rallegrarsi per il modo in cui cantava si era rattristata per il modo in cui appariva: «Sembravo un garage. stato mortificante e persino un po’ scioccante. Non avevo capito che avrei potuto far piangere la gente, e spero che non fosse per il mio aspetto». [12]

Dopo la prima trionfale esibizione, in molti si sono chiesti se la Boyle debba adesso cambiare il suo aspetto, truccandosi e dando una sistemata ai capelli, o se debba invece andare avanti col look che l’ha resa famosa. La giurata Amanda Holden (rifattissima) le ha raccomandato di non cambiare niente, convinta come molti che renderla più presentabile potrebbe farle perdere almeno in parte il favore del pubblico. [12] Altri sostengono invece che dovrebbe darsi una sistemata e a sostegno di questa tesi citano la persistente popolarità di My fair lady, musical che racconta la trasformazione di una fioraia cockney in donna di classe. [13] Sulle sue qualità canore per ora non c’è dibattito: Rob Leigh, che aveva osato esprimere i suoi dubbi sul Mirror, è stato subito sommerso dagli insulti provenienti da tutto il mondo. [14]