Corrado Sforza Fogliani, Corriere della sera 17/4/2009, 17 aprile 2009
LA POLIZZA CONTRO LE CALAMTIA’ NATURALI
In relazione agli articoli comparsi sul Corriere a proposito della polizza anticalamità, mi si consenta di far rilevare che una legge per l’istituzione di una polizza (volontaria) contro le calamità già esiste. La stessa è rimasta lettera morta solo perché non sono stati emanati i necessari provvedimenti attuativi, posti i complessi problemi – a cominciare da quello della disponibilità dei relativi fondi per il concorso dello Stato, ritenuto necessario dagli assicuratori – che si pongono al proposito. Non per niente, contro una polizza obbligatoria si espresse l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nei seguenti termini: «Una copertura assicurativa generale contro le calamità naturali comporta rilevanti e inevitabili limitazioni alla regola della concorrenza» (Parere 12 aprile 1999); «non si può dimenticare che l’imposizione di un obbligo assicurativo contribuisce a irrigidire la domanda dei consumatori, che saranno indotti ad accettare le condizioni praticate dalle imprese, anche quando le considerano particolarmente gravose» (Parere 20 novembre 2003); «nel perseguire l’obiettivo di riforma in ordine alla disciplina in materia di danni da calamità naturali, il Parlamento e il governo effettuino una scelta di fondo chiara tra l’intervento pubblico e quello privato» (Parere 20 novembre 2003). Pare dunque essenziale alla Confedilizia che – in presenza di una legge vigente – si riparta da quella. Soprattutto, è indispensabile che si consideri che per essere difesi dalle calamità la proprietà immobiliare corrisponde già al sistema Consorzi di bonifica crescenti contributi, pari nell’anno 2006 a 146.911.470 euro. E perché la polizza anticalamità non sia un’ennesima «tassa sulla casa» bisogna cominciare a stabilire che la proprietà immobiliare non può pagare due volte per essere difesa dalle calamità naturali.