Giulia Ziino, Corriere della sera 17/4/2009, 17 aprile 2009
NEL PRIMO ECO-SUPERMERCATO I CARRELLI SONO FATTI CON I TAPPI
L’eco-consumo? A Botticino, diecimila abitanti alle porte di Brescia, esiste già. qui, in questo piccolo comune sulla strada che va verso il Garda, che si può fare la spesa nel primo supermercato verde d’Italia, a insegna Simply Sma. Dove tutto è rigorosamente ecologico: dai carrelli, ricavati da tappi di plastica (quattromila e cinquecento tappi un carrello, mille e duecento un cestino) ai banchi del pane in legno riciclato, dagli scaffali del banco frigo che una volta erano bottiglie alle piastrelle dei bagni, fatte di vetro prodotto recuperando neon esausti. L’eco-sostenibilità qui parte dalle fondamenta e arriva al tetto, rivestito da un impianto fotovoltaico capace di generare energia per 44 mila kilowattora all’anno. Perché la battaglia dell’eco-consumo si combatte su più fronti. Quattro, spiegano a Botticino: il risparmio energetico, il riciclo dei materiali, l’offerta di prodotti ad hoc e il rapporto con il territorio. Quattro avanguardie su cui puntare per realizzare il supermercato «sostenibile a 360 gradi», come lo definisce Antonello Sinigaglia, direttore generale di Sma Spa.
Quanto a energia, a Botticino ne fanno un punto d’onore. Qui, in termini energetici, non si butta via niente, o quasi. L’impianto di condizionamento recupera l’aria «sputata » fuori e la riusa per produrre calore e riscaldare l’acqua, i lampioni del parcheggio si alimentano con il sole e tutta la struttura è rivestita da un cappotto isolante in modo da mantenere la temperatura sotto controllo e ridurre i consumi per il condizionamento. Sistemi all’avanguardia, ma la partita dell’eco-sostenibile si gioca anche su accorgimenti molto semplici, come tenere chiusi gli scaffali del banco frigo, per evitare di disperdere il gelo nell’aria e raffreddarla, dovendola poi riscaldare.
L’imperativo numero due è riciclare: materiali di riuso, sacchetti biodegradabili (di cotone, di carta, di amido di patate) e un’isola verde nel parcheggio, dove i clienti depositano plastica, carta, pile e alluminio per la raccolta differenziata. Perché i clienti eco-sostenibili riciclano, ma comprano anche. Che cosa? Anche qui il numero magico è il quattro: biologico, equo e solidale, chilometro zero (ossia prodotti a basso impatto ambientale provenienti dalle zone vicine, in questo caso dalla provincia di Brescia) e prodotti sfusi, per evitare il diluvio di confezioni e bottiglie varie. A Botticino vengono un po’ da tutta Brescia a rifornirsi di detersivo, portandosi naturalmente le bottiglie vuote da riutilizzare. Poi c’è il legame col territorio, che qui significa collaborazione con il Comune, con la onlus Cauto, che si occupa di smistare ai gruppi di volontariato i prodotti non adatti alla vendita, e con Legambiente, che sta curando il recupero di un sentiero di cinque chilometri dal Monte Maddalena a Botticino, agibile tra un mese.
Un sogno economico e sostenibile? Per ora Botticino è una sorta di laboratorio, tutto italiano: alcune delle soluzioni adottate qui in futuro potranno essere esportate in altri punti vendita. Alcune sono già in funzione, altre dovranno essere sviluppate per adattarsi a realtà differenti (supermercati cittadini all’interno di palazzi, ad esempio, non possono dotarsi di tetto «cattura- raggi»). E chissà che il futuro non ci riservi una grande distribuzione amica dell’ambiente. In fatto di costi e benefici la posta in gioco è alta: l’investimento per un supermercato verde come Botticino è di circa il 15 per cento in più rispetto a un punto vendita tradizionale. Ma i 220 mila kilowattora previsti come risparmio annuo non fanno rimpiangere il passato.