Massimo Gramellini, la Stampa 17/04/2009, 17 aprile 2009
CORSIVI- DIVERSAMENTE BELLI
Diario mediatico di un giorno di crisi. Apro il giornale e leggo di una donna inglese con la voce d’angelo e la faccia da rospo che a cinquant’anni emerge dal cono d’ombra in cui l’aspetto fisico l’aveva reclusa e diventa una stella della tv. Sulla copertina di una rivista spunta il volto da geroglifico di Rita Levi Montalcini, immortalata alla vigilia dei suoi primi cento anni. Su un’altra resistono la Bellucci e la Herzigova, però fotografate senza trucco: sempre belle, non più irraggiungibili. In televisione la rivelazione sanremese Arisa gioca con la sua goffaggine, mentre scorre la pubblicità di un uomo di 102 anni che affida a una pronipote in fasce la nuova parola d’ordine: non più «ricchezza», «benessere» e neppure «ottimismo», ma «felicità».
Potrei andare avanti: la vecchiaia e la bruttezza non avevano mai goduto di tanta fortuna. E fa un certo effetto ritrovarle esaltate proprio in quelle cattedrali della visibilità che negli ultimi decenni avevano imposto l’eterna bellezza e l’eterna giovinezza come valori assoluti, ma così assoluti che per ottenerli si era disposti a sacrificare anche l’intelligenza sull’altare dell’eterna idiozia. Poiché il sistema della comunicazione non ha mutato missione sociale - vendere - si deve parlare di un cambio di strategia. La sostanza ricomincia a prevalere sull’apparenza. Qualcuno ne darà il merito alla crisi che sforbicia l’effimero e si concentra su ciò che è essenziale: la saggezza, il talento, la sobrietà. Per ora sembrano i postumi di una sbornia. Speriamo di non risvegliarci con il mal di testa.