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 2009  aprile 16 Giovedì calendario

DAL CAPITOLO QUINTO


«...la celebre immagine dipinta da Caravaggio e custodita in Santa Maria del Popolo a Roma, immagine che mostra San Paolo letteralmente ribaltato, la testa verso di noi, le gambe verso il cavallo che sembra dispiaciuto dell’incidente (un cavallo ben addestrato se ne fa una colpa, mi dicono)».

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Paolo non conosceva il Gesù dei Vangeli, non ancora scritti.

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«Non ci sono fra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili» (San Paolo, Prima lettera ai Corinzi 1,26). «Fra noi sono diventati maestri quelli che a malapena potevano essere discepoli» (Sant’Ambrogio, per difendere la pratica diffusa di cantare inni).

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«Il potere di dominare altri, infatti, si alimenta concretamente del credito che gli danno i dominati. L’espansione della società cristiana nei primi secoli non si spiega senza le idee e le pratiche dell’indipendenza simbolica del potere dominante» (Muraro).

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«Il distacco dal potere, se trova collocazione nel pensiero politico, la trova nella veduta utopica di un mondo fuori luogo e fuori tempo, oppure nell’obbedienza di tipo ascetico, come mezzo di perfezione» (Muraro).

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«Un giorno, a tavola, con persone istruite e impegnate, il discorso andò sull’ecatombe di giovani uomini che è stata la prima Guerra Mondiale, e io vi aggiunsi una riflessione sull’immane, calpestato lavoro delle donne che li avevano messi al mondo e cresciuti, al che l’uomo che stava a capotavola tacque e poi dichiarò il suo stupore: ”Non ci avevo mai pensato”» (le donne come «l’impensato maggiore della nostra umanità»: la caduta di San Paolo da cavallo come prodotto dell’impensato).