Carola Uber, Chi, 22 aprile 2009, 22 aprile 2009
Antonella Clerici e il compagno Eddy Martens posano per la prima volta insieme e si confessano a cuore aperto
Antonella Clerici e il compagno Eddy Martens posano per la prima volta insieme e si confessano a cuore aperto. Avete appena avuto una figlia, Maelle, com’è andato il primo mese e mezzo da mamma? A: «I primi venti giorni dopo la nascita di Maelle ero insopportabile, insistevo a volerla allattare anche se non avevo latte, rompevo le scatole, non facevo dormire nessuno». Eddy, le manca sua figlia quando è a Roma tutto solo (la Clerici è a Sanremo con la bambina per il programma ”Ti lascio una canzone”)? E: «Un po’ sì, anche se in questa fase il papà non viene coinvolto più di tanto. Io non ho nemmeno potuto scegliere i vestiti, il passeggino, le coperte: ci hanno regalato tutto i fans di Antonella. Questa gravidanza l’hanno vissuta più gli italiani di me!». Il pubblico vi ama. Una bella soddisfazione dopo l’accoglienza iniziale. E: «Sì, ma il pubblico c’entrava poco. Non tanto per quanto riguarda la differenza d’età o il colore della pelle, perché in effetti su queste cose l’Italia è ancora molto indietro (ora, su Internet insultano pure Maelle). Ma per quanto riguarda la collaborazione ai programmi di Antonella, erano stati i critici e alcuni giornalisti a far nascere la polemica, quando qualcuno mise in giro la storia che prendevo 10 mila euro al mese come stagista». Qual è la verità? E: «Iniziai a collaborare con la Endemol, la società che produce ”La prova del cuoco”, realmente come raccomandato. Antonella disse a Marco Bassetti che, secondo lei, avrei potuto dare una mano e loro mi misero alla prova. Dopo un anno e mezzo la Endemol mi ha messo a lavorare anche al Format Department, dove nascono le idee per nuovi programmi, anche studiando quelli delle tv straniere da riadattare all’Italia. L’idea di ”Tutti pazzi per la tele” l’ho portata io, era un format francese. Ed è stato un grande successo. E poi continuo a lavorare come autore a ”La prova del cuoco”». Come vive il fatto di lavorare per colei che in pratica ha fatto le scarpe ad Antonella? E: «La vivo professionalmente. Certo, gli automatismi di prima non ci sono più. Poi, se devo dire la verità, quando sei abituato a giocare in Champion’s League, andare in B non è il massimo». Antonella, a giugno le scade il contratto con la Rai. Timori? A: «No, io il mio lavoro lo so fare: è come se un giornalista da un giorno all’altro dubitasse di saper scrivere! un momento di grandi cambiamenti anche per la Rai, vedremo che cosa succederà». A proposito di grandi cambiamenti: com’è stato quello di avere una figlia? A: «L’ho talmente desiderata che, per me, il suo arrivo non ha sconvolto niente. Ti sconvolge dentro: a me, solitamente, piace essere molto organizzata, avere il controllo della situazione. In questo caso, invece, ho dovuto imparare a chiedere aiuto agli altri. La tentazione di fare tutto da sola l’ho avuta: il primo mese non sono quasi mai uscita di casa. Poi mi sono detta: ”Sì, sei una mamma, ma sei anche una compagna e una donna che lavora”. Mi sono fatta violenza e ho iniziato a lasciare di più la bimba con la tata e a uscire con Eddy». Le differenze sull’esigenza di una vita ”giovane” ci sono ancora tra voi? A: «Sì, però Eddy lo sa: non voglio che la nostra diventi una coppia chiacchierata, cosa che accadrebbe se lui si facesse vedere in giro sempre da solo. Quindi, se proprio sente l’esigenza di uscire a divertirsi con gli amici, di fare la sua vita ”pre Antonella”, va a farsi un weekend a Bruxelles!». Eddy, si trasferì a casa di Antonella a Roma due mesi dopo averla conosciuta. Non aveva paura che non avrebbe funzionato? E: «No, non faccio questo tipo di calcoli: se fosse stato un semplice flirt o fosse durato un mese, un anno, due, per me era la stessa cosa. Finché una cosa mi piace, mi diverte, la faccio, altrimenti basta». Chi fece il primo passo durante quella vacanza (i due si conobbero in un villaggio turistico di Marrakech, dove Eddy era vice capo villaggio)? A: «Fu un avvicinamento reciproco. Me lo fece notare un mio amico, poi la sera prima di partire parlammo e ci fu il primo bacio. Dopo essere tornata in Italia gli mandai un sms e lui mi chiamò. Pochi giorni dopo sono tornata per un’altra settimana. Ci siamo rivisti per la finale dei Mondiali di calcio: lo invitai a vederla a Berlino. Secondo me lui accettò più per la partita che per me… Ma in entrambi i casi ne valse la pena: per l’Italia e per noi».