Corriere della Sera, 15/04/2009, 15 aprile 2009
Quella pipa di Tati censurata DAL CORRIERE DELLA SERA A Parigi la pipa di Jacques Tati è stata censurata: sui manifesti che a bordo di bus, metro e treni regionali pubblicizzano la mostra a lui dedicata dalla Cinémathèque française, la pipa è stata cancellata con una girandola gialla
Quella pipa di Tati censurata DAL CORRIERE DELLA SERA A Parigi la pipa di Jacques Tati è stata censurata: sui manifesti che a bordo di bus, metro e treni regionali pubblicizzano la mostra a lui dedicata dalla Cinémathèque française, la pipa è stata cancellata con una girandola gialla. La decisione è stata presa da Ratp e Sncf, terrorizzate da eventuali accuse (e cause) per incitazione al fumo. Un’analoga sorte era toccata quattro anni fa a Jean-Paul Sartre, la cui foto su catalogo e manifesti della mostra alla Bibliothèque nationale era stata contraffatta con Photoshop per fare scomparire la sigaretta. «Tutti al riparo: il principio di precauzione ha colpito ancora! I detentori dell’ultima tirannia hanno appena tagliato la cicca a Jacques Tati», ha scritto il quotidiano Le Monde. «Gli hanno tolto la pipa, quella pipa che lui ha tenuto in bocca dalla nascita o quasi. Immaginate George Simenon senza la sua pipa o Humphrey Bogard senza la sua sigaretta? Impensabile tanto l’oggetto fa parte del personaggio». E ancora: «Una misera gag della quale Tati sarebbe il primo a ridere anche se, nella sua satira della nostra vita moderna, non avrebbe mai immaginato che si arrivasse a tanto». La mostra, «Jacques Tati, due tempi tre movimenti», propone una ricostruzione del suo universo attraverso un insieme di oggetti, fotografie, disegni, giornali. L’immagine censurata è un fotogramma del film Mon oncle: riproduce Tati fiero e dritto sul suo Solex, con tanto di pipa in bocca. Un invito al fumo? Quanto basta per allarmare le società che gestiscono i trasporti locali: Rapt e Sncf hanno deciso di ritoccare l’immagine proprio per non rischiare di contravvenire alle disposizioni della legge Evin sull’incitazione al tabagismo. Contro l’eccesso di prudenza si sono scagliati in molti, dal presidente della Cinémathèque Costa-Gavras alla responsabile della mostra Macha Makeieff. Che a Le Monde ha dichiarato: « tanto più stupido che nei suoi film, la pipa di Tati non è mai stata accesa!». Inutile cercare di contenere quella che l’«erede morale» definisce una «censura staliniana»: Rapt e Sncf hanno rifiutato di coprire l’«oggetto maledetto» con una croce rossa («si vedeva ancora troppo») o un piccolo mulino a vento. Per tutti i passeggeri di metro e treni parigini la pipa di Tati è una girandola gialla.