Fabio Pozzo, La stampa 15/4/2009, 15 aprile 2009
WALL STREET SI SALVA CON LE BANCHE
Piazze finanziarie asiatiche in altalena, con Tokyo che chiude in negativo dopo due giorni di guadagni; New York apre in ribasso e chiude azzerando le perdite grazie al rally delle banche. Così le sedute borsistiche, nell’attesa che oggi riaprano le contrattazioni nel Vecchio Continente.
La sorpresa è stata Tokyo: il Nikkei, l’indice dei 225 titoli guida, ha perso lo 0,44%. Un flop è però compensato dal trend delle ultime settimane, che ha visto il mercato finanziario giapponese guadagnare circa il 15% in un mese. Sostenuto soprattutto dai dati sui prestiti delle banche cinesi, saliti a oltre 1.300 miliardi di yuan a marzo e dalla debolezza dello yen sul dollaro che ha favorito le esportazioni.
Ci si aspettava, però, che la Borsa giapponese rispondesse positivamente all’annuncio del nuovo piano di rilancio dell’economia nazionale deciso dal governo. Ma così non è stato. Il premier Taro Aso venerdì scorso ha firmato per una nuova «iniezione» di liquidità da 15.400 miliardi di yen (115 miliardi di euro). «Il piano sembra poter vincere la preoccupazione sulle condizioni finanziarie delle aziende, poiché i provvedimenti non includono soltanto misure che sostengono i prestiti ma anche alcune che stimolano la domanda», ha commentato Hiroshi Morikawa, di Mu Investments, citato sul sito di Bloomberg.
Chiuse per festività le altre piazze azionarie asiatiche di Hong Kong, India, Thailandia, Nuova Zelanda e Australia, la migliore da inizio anno resta quella di Shanghai, con un guadagno di oltre il 40% e la concreta speranza di assistere a segnali di ripresa dell’economia nazionale già a partire da questo trimestre: ieri ha chiuso a +2,84%. Analogo l’andamento a Singapore, dove i guadagni hanno raggiunto il 2,64%. In territorio positivo anche l’indice Kospi della Corea del Sud (+0,33%) e la borsa di Taiwan (+1,31%).
Seduta nervosa per New York, che dopo una partenza al ribasso azzera le perdite nel finale: il Dow Jones chiude a -0,33%; il Nasdaq a +0,05%. Ad alimentare le tensioni iniziali la possibilità di bancarotta per General Motors, suggerita dal Dipartimento del Tesoro Usa, e l’attesa per i conti trimestrali delle principali banche americane. Ma l’ottimismo è tornato verso il finale, grazie proprio al rally delle banche, spinte in alto dalle prospettive di risultati al di sopra delle attese.
Wells Fargo, ad esempio, ha reso noto che chiuderà il trimestre con profitti record per 3 miliardi (secondo la Cnbc, comunque, la banca avrà bisogno di raccogliere 50 miliardi di dollari, inclusi 25 miliardi per ripagare quanto ottenuto tramite il Tarp).
E Goldman Sachs ha registrato nel periodo gennaio-marzo 2009 un utile netto pari a 1,81 miliardi di dollari, o 3,39 dollari per azione: un risultato decisamente al di sopra delle attese degli analisti, che scommettevano su 1,60 dollari. La banca ha anche annunciato la propria intenzione di raccogliere nuovi fondi per ripagare i 10 miliardi di dollari ricevuti dal governo. In particolare Goldman intende collocare nuovi titoli per 5 miliardi di dollari che una volta completato lo «stress test» saranno utilizzati, insieme ad altre risorse a disposizione dell’istituto, per ripagare il Tarp se le autorità diranno ok
Sull’onda di questi primi risultati, Wall Street ha reagito e ha risalito la china. I bancari, naturalmente, hanno fatto da traino: Citigrop sale del 22%, Bank of America del 15%, la stessa Goldman Sachs ha guadagnato il 4%. Exploit che hanno fatto da contraltare alla perdita di Gm (-16%) e alle notizie negative per Boing (profit warning) e Chevron (profitti previsti in calo).
Ma l’attesa per i conti non è finita. Giovedì toccherà a JPMorgan. Il giorno seguente a Citigroup. Una volta terminata, il 24 aprile, l’ondata di trimestrali dei maggiori istituti, l’amministrazione provvederà a diffondere i risultati che però, secondo l’economista Nouriel Roubini, saranno «privi di senso» in quanto effettuati su variabili economiche troppo ottimistiche anche nello scenario peggiore ipotizzato.