Giampiero Mughini, La collezione, Einaudi Torino 2009, 15 aprile 2009
«La vita della politica attiva, alla quale il momento tragico ci chiamerebbe, ci costringerebbe per forza all’abbandono di tutte quelle cautele dello spirito, di quelle abitudini di pulizia ed elevazione, di quelle regole di onestà intellettuale, che la generale grossolanità, violenza e mala fede rendono piú che mai necessario mantenere [
«La vita della politica attiva, alla quale il momento tragico ci chiamerebbe, ci costringerebbe per forza all’abbandono di tutte quelle cautele dello spirito, di quelle abitudini di pulizia ed elevazione, di quelle regole di onestà intellettuale, che la generale grossolanità, violenza e mala fede rendono piú che mai necessario mantenere [ ... ]. Da questo lato fascisti e comunisti, liberali e socialisti, popolari e democratici, appartengono ad un solo massimo comune denominatore, quello della media italianità attuale. I loro gesti e le loro gesta, le loro idee e le loro complicità, i loro silenzi e le loro grida, i loro programmi aperti e quelli taciti, i loro sistemi di lotta, non variano molto; e quello che gli uni fanno, gli altri magari lo rimproverano, ma lo farebbero se ne avessero la possibilità e segretamente lo invidiano e se lo propongono per un’altra volta» (Prezzolini teorizza gli "apoti", 1922).