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 2009  aprile 10 Venerdì calendario

COME VINCERE LA SFIDA DELL´ENERGIA VERDE


Sono veramente rincuorato dall´impegno col quale il presidente Obama è determinato a utilizzare l´energia pulita e lottare contro il cambiamento del clima. Mi preoccupano soltanto tre cose: capire se ha una politica giusta, i politici giusti e l´ascendente giusto per promuovere questo programma nel Paese. Se si eccettua questo, le prospettive mi paiono rosee.
La settimana scorsa i parlamentari Democratici hanno presentato con l´appoggio dell´Amministrazione una proposta di legge di 600 pagine sull´energia e il clima. Al cuore della proposta c´è il progetto di ridurre le emissioni di gas serra con un complicato sistema di compravendita di tetti massimi di emissioni inquinanti (cap-and-trade). I parlamentari hanno sicuramente le migliori intenzioni di questo mondo, ma vorrei che si soffermassero un momento a riflettere: questa legge ha qualche probabilità di essere approvata? Sarà veramente utile? la migliore strategia di cui possiamo servirci, malgrado l´apparato burocratico che si dovrà tenere costantemente sotto controllo, i permessi per le cessioni delle emissioni e la gestione delle compravendite?
I sostenitori del cap-and-trade affermano che questo metodo è più conveniente di una semplice tassa sulle emissioni di diossido di carbonio perché fissa un tetto massimo nazionale per le emissioni carbonio e "nasconde la palla"; in pratica non cita espressamente la parola "tassa", anche se di fatto lo è. In questo modo può approdare al Congresso. Ciò era vero fintantoché nessuno credeva che il cap-and-trade potesse mai essere approvato, ma adesso che con l´Amministrazione Obama ciò diventa verosimile, gli oppositori non giocano più a nascondere la palla.
Nelle ultime due settimane un coro di Repubblicani, di Democratici degli Stati produttori di carbone, di think tank di destra e di scettico-ambientalisti si udiva cantare all´unisono una stessa tiritera: «Il cap-and-trade è un´imposta. Obama alzerà le vostre tasse e sacrificherà i posti di lavoro americani per combattere questa farsa del riscaldamento globale che secondo molti scienziati è una vera bufala. Peggio ancora, sarà Wall Street a gestire il cap-and-trade: se vi sono piaciuti i credit-default swaps, adorerete i carbon-offset swaps».
Alcuni refrain di questa solfa hanno un richiamo davvero irresistibile e potrebbero facilmente compromettere questo sforzo alle radici. Pertanto, se il team Obama ha a cuore i "fini" di un´America più forte e di un pianeta più vivibile tanto quanto i "mezzi", mi auguro che possa prendere in considerazione una strategia, un messaggio e un messaggero alternativi.
La strategia. Poiché quanti avversano il cap-and-trade lo spacceranno sempre e in ogni caso per un´imposta, perché non dire le cose come stanno e parlare quindi semplicemente, chiaramente, di una tassa a livello economico sul diossido di carbonio?
Il rappresentante parlamentare John B. Larson, presidente dell´House Democratic Caucus, ha fatto girare la bozza di un disegno di legge che impone una «tassa per unit sul contenuto in diossido di carbonio dei combustibili fossili, a iniziare da un importo di 15 dollari per tonnellata di CO2 e aumentandola di 10 dollari ogni anno». Il progetto di legge fissa un obiettivo, più che un tetto massimo, intendendo portare entro il 2050 l´80 per cento delle emissioni a livelli inferiori al 2005, e qualora tale obiettivo non dovesse essere raggiunto nei primi cinque anni, l´imposizione fiscale aumenterebbe di altri cinque dollari a tonnellata. Il progetto di legge prevede altresì un´aliquota sulle importazioni a intensa emissione di diossido di carbonio, per esercitare pressioni sulla Cina affinché si adegui di conseguenza. Larson intenderebbe utilizzare la maggior parte dei proventi per ridurre le tasse dei lavoratori dipendenti, con una filosofia sintetizzabile più o meno in questi termini: «Noi tassiamo le vostre trasgressioni legate alle emissioni e detassiamo i vostri guadagni in busta paga».
La gente queste cose le comprende ed essere chiari e cristallini conta assai. Gli americani accetteranno di pagare una tassa affinché i loro figli siano meno a rischio, respirino un´aria più pulita e vivano in un mondo più sostenibile con un´America più forte. molto meno verosimile, invece, che siano disposti a sostenere un´azienda londinese che permuta le compensazioni della bolletta elettrica di Boston con una società di derivati di New York per contribuire a finanziare una fonderia di alluminio a Pechino, perché in fondo è a questo che il cap-and-trade si riduce. La gente non è favorevole a ciò che non può capire.
Il messaggio. Il cambiamento del clima è una minaccia reale alla salute del pianeta Terra, l´unica vera casa che abbiamo. Tenuto conto però che le sue più gravi conseguenze sono da attendersi in futuro, molti americani hanno apprensioni più immediate. per questo motivo che sostengo che la nostra politica energetica dovrebbe incentrarsi su un "rinnovamento dell´America" e non sull´attenuazione del cambiamento climatico. Ci serve un prezzo da dare al diossido di carbonio perché esso incentiverà una fortissima innovazione nella prossima grande industria globale, l´E.T., la tecnologia energetica (Energy Technology). In un mondo che si surriscalda vieppiù e che ha un forte tasso di aumento della popolazione, i sistemi energetici puliti saranno molto richiesti. La ricerca e l´innovazione scientifica necessaria a far sì che l´America predomini nel settore dell´E.T. così come fece nel campo dell´I.T. (Information Technology, l´informatica) potrebbero costituire le premesse per lanciare una seconda rivoluzione industriale americana, oltre che a dare all´intero pianeta una svolta più verde e aprire una nuova strada. Se dunque il fine è il rinnovamento economico americano, il cruciale effetto complementare sarebbe un deciso miglioramento del cambiamento del clima.
Il messaggero. Il portavoce dell´Amministrazione per la tassa sulle emissioni di carbonio � colui che in pratica dovrebbe renderla accetta al Paese � dovrebbe essere il consigliere del presidente per la Sicurezza nazionale, il generale James Jones, e non gli ambientalisti. L´imponente ex capo del corpo dei Marines potrebbe addurre motivi più che validi per far comprendere che una tassa sulle emissioni di carbonio è necessaria e fondamentale per stimolare gli investimenti nelle tecnologie pulite, che consentirebbero agli Stati Uniti di primeggiare nel settore dell´E.T., promuovendo al contempo l´acquisto da parte dei consumatori di sistemi energetici, automobili e immobili nuovi, più efficienti e più puliti.
Jones potrebbe infatti far comprendere che il Paese che nel XXI secolo disporrà dell´industria più potente ed efficace nel settore delle tecnologie pulite potrà godere della massima sicurezza energetica, della sicurezza nazionale, della sicurezza economica, di un ambiente sano e salubre, di aziende innovative e della considerazione dell´opinione pubblica globale. Quel Paese deve essere l´America. Pertanto, smettiamola di nascondere la palla e diamoci da fare per scegliere una strategia, un messaggio e un messaggero che dicano le cose come stanno. Poi facciamole.